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Lampedusa. Celebrati i funerali delle 13 vittime del mare

Lampedusa. Celebrati i funerali delle 13 vittime del mare

K metro 0 – Lampedusa – La più piccola, tra le persone identificate ha appena 12 anni, ma tra i dispersi si cerca una bimba di 10 mesi e un bambino di due anni. Celebrati i funerali delle 13 donne i cui corpi sono stati ritrovati al largo di Lampedusa dopo il naufragio che si è

K metro 0 – Lampedusa – La più piccola, tra le persone identificate ha appena 12 anni, ma tra i dispersi si cerca una bimba di 10 mesi e un bambino di due anni. Celebrati i funerali delle 13 donne i cui corpi sono stati ritrovati al largo di Lampedusa dopo il naufragio che si è verificato nella notte tra domenica e lunedì. E intanto emergono le prime testimonianze agghiaccianti. Un sopravvissuto ha raccontato di aver recuperato un bambino di pochi mesi, ma strattonato da una persona che era già in acqua e stava annegando, ha perso la presa vedendo scomparire tra le onde il neonato. Anche sul numero dei dispersi non c’è certezza: i sopravvissuti hanno fornito dati discordanti sul numero totale dei migranti a bordo dell’imbarcazione, chi parla di 55, chi di 60 e chi addirittura di 70 persone. I sopravvissuti sono 22. “In questo momento le ricerche proseguono solo per via aerea, le condizioni del mare non permettono l’impegno delle unità navali. Noi stiamo supportando i sopravvissuti, siamo stati presenti alle identificazioni, è stato un momento davvero straziante: i familiari delle vittime hanno provato a riconoscere i volti dei loro familiari, ma non tutti sono riusciti a terminare il giro”, racconta Alberto Mallardo di Mediterranean Hope, che da sette anni vive e lavora sull’isola.

Le 13 bare sono state disposte davanti all’improvvisato altare allestito nella Casa della fraternità. Padre Carmelo La Magra pronuncia parole d’amore per le vittime – alla presenza di numerosi isolani che piangono i morti insieme ai superstiti del naufragio – ed esprime rabbia per l’ennesima tragedia avvenuta davanti alla costa dell’isola. Ieri l’arcivescovo di Agrigento, Francesco Montenegro, si è recato a Lampedusa per dare la benedizione ai 13 morti. Se la Chiesa è presente, qualcuno fa notare la scarsa attenzione della politica sulla questione dei migranti e l’assenza, oggi, di esponenti del governo e di parlamentari: “Forse sono presi da altre questioni, staranno fronteggiando il rischio di aumento dell’Iva – dice Arnoldo Mosca Mondadori che nel 2009 portò sull’isola la Porta d’Europa creata dal suo amico Mimmo Paladino -. Qui non è arrivato neanche un sottosegretario o un deputato. Evidentemente un naufragio oggi ha un valore e un significato diverso rispetto al passato”.

È assurdo che nessuno abbia sentito l’esigenza di venire sull’isola per commemorare queste persone. Qui ci sono 13 salme di donne, noi siamo presenti insieme alle forze dell’ordine, ai soccorritori, a tutti coloro che si stanno impegnando in questi giorni nel recupero degli altri dispersi – dice Giorgia Linardi, di Sea Watch -. Per la tragedia di Trieste le istituzioni si sono mosse, qui non è venuto nessuno, evidentemente ci sono standard diversi rispetto al tipo di disgrazia. È ancora più incredibile che tutto questo avvenga nei giorni in cui i ministri degli Interni sono a Lussemburgo per discutere di questo tema”. Le ong hanno elaborato una controproposta all’accordo di Malta, con standard precisi su redistribuzione e salvataggio in mare. “Le nostre operazioni di monitoraggio aeree testimoniano ogni giorno i ritardi negli interventi: il paradosso è che il Mediterraneo, nonostante sia il mare più militarizzato al mondo, non è sufficientemente equipaggiato per il soccorso. Le forze dell’ordine hanno mezzi insufficienti, la strategia politica è volta a impedire la presenza di assetti navali a largo. E in questo contesto continuano le stragi in mare, senza che si possa fare molto per evitarle”.

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