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A Frattaminore e S. Antimo, (Napoli) nascono i «Concilia point» per l’occupazione femminile e il sostegno psicologico a donne vittime di violenze

A Frattaminore e S. Antimo, (Napoli) nascono i «Concilia point» per l’occupazione femminile e il sostegno psicologico a donne vittime di violenze

K metro 0 – Napoli – A Sant’Antimo e a Frattaminore, due Comuni della parte settentrionale della Provincia di Napoli, nel contesto del progetto «Il futuro ha il profumo delle donne», stanno nascendo i «Concilia Point», sportelli gratuiti di aiuto alle donne in cerca di occupazione e di supporto psicologico. Sul modello di servizi analoghi già esistenti

K metro 0 – Napoli – A Sant’Antimo e a Frattaminore, due Comuni della parte settentrionale della Provincia di Napoli, nel contesto del progetto «Il futuro ha il profumo delle donne», stanno nascendo i «Concilia Point», sportelli gratuiti di aiuto alle donne in cerca di occupazione e di supporto psicologico. Sul modello di servizi analoghi già esistenti da decenni nei Paesi settentrionali dell’UE, i “Concilia Point” sono dei punti di riferimento, in sostanza: in cui è possibile trovare un team composto da esperti specializzati nel fornire orientamento al lavoro e consulenza in tema di conciliazione dei tempi di vita, nonché supporto psicologico vario. Per la ricerca del lavoro, i C.P. forniscono diversi servizi gratuiti alle donne: come servizi di orientamento personalizzati per la redazione di curriculum vitae sul modello europeo, lettere di presentazione, nonché preparazione ad eventuali colloqui di lavoro; supporto psicologico per tutti i temi legati alla ricerca di un’occupazione e al lavoro quotidiano; spazi dedicati ai gruppi di lavoro; banca dati per il sostegno all’occupazione femminile.

Il servizio Concilia Point, d’ora in poi, sarà attivo nei comuni di Sant’Antimo (martedì dalle 15.00 alle 18.00 e mercoledì dalle 9.00 alle 13.00, presso la Casa Comunale in via Roma 168) e Frattaminore (lunedì dalle 9.00 alle 13.00 e giovedì dalle 15.00 alle 18.00 presso la Biblioteca Comunale in via Turati, snc). Gli spazi sono gestiti da un’equipe formata dal coordinatore, l’esperto di orientamento al lavoro, un consulente fiscale e/o del lavoro competente anche in conciliazione di controversie legate appunto a temi lavorativi, e psicologhe specializzate in bilancio di competenze.
«Il nostro intento – spiega la coordinatrice Anna Sommella – è la creazione di una grande banca dati. Un ponte tra le istituzioni e il territorio, attraverso figure competenti che aiutino le donne in quello che può essere sia un momento lavorativo che di bisogno, dovuto a situazioni spiacevoli come avere a che fare con uno stalker o un marito violento. Infatti, questi sportelli di aiuto e supporto sono aperti anche a chi ha problemi diversi da quelli occupazionali, grazie a un importante supporto fornito dalle nostre psicologhe».

I C.P, quindi, sono anche centri antiviolenza, con un ruolo importante nel sostegno a donne che abbiano subìto gravi situazioni di violenza tra le Mure domestiche e altrove: e che abbiano bisogno di adeguato sostegno psicologico per riprendere a vivere pienamente, spesso partendo proprio dalla ricerca di un lavoro. Il tutto in un territorio, questo della provincia di Napoli, dove, da un lato, pochi cittadini potrebbero permettersi la spesa per psicologi e psicoterapeuti privati; e, dall’altro, esiste ancora (come, purtroppo, un po’ in tutto il Sud e persino nelle province meridionali del Lazio) la piaga del caporalato. Gli enti locali, in questo modo, svolgono un maggiore ruolo nella vita quotidiana dei cittadini, senza piu’ essere meri dispensatori di servizi.

“La dott.ssa Antonella Giglio, infine, è l’anello di congiunzione tra tutte noi”, prosegue Anna Sommella. “Sono fondi”, questi per il funzionamento dei C.P., “stanziati dalla Regione Campania, per uno scopo importantissimo, cioè togliere anonimato situazioni negative e pericolose. Il nostro obiettivo è quello di diffondere e comunicare al meglio queste informazioni. Va considerato che in queste aree ci sono molte aziende manifatturiere, che potrebbero assumere donne che hanno necessità di lavorare. Noi – conclude – dobbiamo diventare un loro punto di riferimento».

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