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La fiducia nei governi diminuisce in tutto il mondo; alta, invece per la Danimarca

La fiducia nei governi diminuisce in tutto il mondo; alta, invece per la Danimarca

K metro 0 – Copenaghen – Il Democracy Perception Index del 2024, realizzato dalla Fondazione Alliance of Democracies, ha rilevato una percezione sempre elevata della democrazia in Danimarca, a differenza di molti altri Paesi. Gli ultimi risultati del più grande studio mondiale sulle percezioni globali mostrano dunque che gli ideali democratici sono vivi, nonostante la

K metro 0 – Copenaghen – Il Democracy Perception Index del 2024, realizzato dalla Fondazione Alliance of Democracies, ha rilevato una percezione sempre elevata della democrazia in Danimarca, a differenza di molti altri Paesi.

Gli ultimi risultati del più grande studio mondiale sulle percezioni globali mostrano dunque che gli ideali democratici sono vivi, nonostante la fiducia nei governi di tutto il mondo sia in discesa. In Danimarca, quella nei social media è bassa, il desiderio di tagliare i ponti con la Russia è elevato e l’assistenza sanitaria supera di gran lunga il clima, la sicurezza e l’immigrazione come questioni politiche più urgenti.

Per il 2024 sono state intervistate così 63.000 persone in 53 Paesi sulle loro opinioni in merito alla democrazia, alle priorità dei loro governi, alle potenze globali come gli Stati Uniti e la Cina, alle piattaforme tecnologiche e al sostegno all’Ucraina e a Taiwan.

In generale, la fiducia nella democrazia è forte: nei 53 Paesi presi in esame, l’85% degli intervistati ha dichiarato che è importante avere la democrazia nel proprio Paese. In pratica, però, solo il 58% dei 63.000 intervistati è soddisfatto dello stato della democrazia. In Ungheria, ad esempio, meno di un terzo degli intervistati ritiene di vivere in una democrazia. La Danimarca ha registrato invece un livello di soddisfazione superiore alla media, pari al 70%, con le maggiori minacce percepite come “disuguaglianza economica”, “interferenze elettroniche straniere” e “influenza delle multinazionali”.

Il presidente della Fondazione Alliance of Democracies ed ex primo ministro danese Anders Fogh Rasmussen ha definito pertanto il quadro globale un “campanello d’allarme per tutti i governi democratici”. E ha aggiunto: “Difendere la democrazia significa promuovere la libertà in tutto il mondo, ma anche ascoltare le preoccupazioni degli elettori in patria”.

Gli europei hanno più a cuore temi come immigrazione e sanità, meno sul clima. In gran parte del Vecchio continente, il contenimento dell’immigrazione è salito in cima alla lista delle priorità degli elettori, anche in Austria e Germania, dove ha la precedenza assoluta. Al contenmpo, è diminuita l’urgenza di “combattere il cambiamento climatico”. L’inversione di tendenza è più evidente che in Germania, che ora è in testa al mondo con la percentuale più alta di intervistati che vogliono che il governo si concentri sulla riduzione dell’immigrazione (44%), al di sopra di tutte le altre priorità. Il sostegno al governo affinché dia la precedenza alla lotta al cambiamento climatico, invece, è sceso al 24%, rispetto al 35% del 2022.

“Migliorare l’assistenza sanitaria” è invece al primo posto in assoluto per le popolazioni di diversi Paesi occidentali, tra cui la Danimarca, dove ha ottenuto un sorprendente 52% dei voti. Nel complesso, i dati mostrano che la guerra e i conflitti violenti sono percepiti come la sfida più grande del mondo, seguiti dalla povertà e dal cambiamento climatico.

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