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Quale partito politico è uscito rafforzato dalla campagna elettorale in Spagna?

Quale partito politico è uscito rafforzato dalla campagna elettorale in Spagna?

K metro 0 – Madrid – La campagna per le elezioni politiche in Spagna si è conclusa ufficialmente oggi, 28 aprile, ed è stata caratterizzata dalla crescente tensione tra i partiti di sinistra attualmente a capo dell’esecutivo, PSOE e Unidas Podemos, e i partiti di centro e destra rappresentati da Ciudadanos, PP e VOX. Il partito,

K metro 0 – Madrid – La campagna per le elezioni politiche in Spagna si è conclusa ufficialmente oggi, 28 aprile, ed è stata caratterizzata dalla crescente tensione tra i partiti di sinistra attualmente a capo dell’esecutivo, PSOE e Unidas Podemos, e i partiti di centro e destra rappresentati da Ciudadanos, PP e VOX. Il partito, quest’ultimo, di estrema destra che ha fatto salire molta preoccupazione in quella parte dei cittadini che non lo vuole al governo (come successo in Andalusia: dove da gennaio scorso, Vox appoggia il governo dei Popolari, che hanno recepito nel loro programma alcuni punti di quello “voxiano”).

Uno degli aspetti cruciali di questa campagna è la grossa percentuale di indecisi, che arrivava al 40% a marzo scorso, secondo il CIS (Centro di Ricerca Sociologico). Pochi giorni prima delle elezioni, e dopo due giorni consecutivi di dibattito tra i candidati lunedì e martedì scorsi, Metroscopia, una piattaforma di ricerca, assicurava che ancora il 30% della popolazione non ha deciso. Questo, ovviamente, ha portato ad una campagna particolarmente aggressiva da parte di tutti i partiti, in lotta per accaparrarsi la maggior parte di quell’elettorato.

Il rapporto del CIS di gennaio diceva che il PSOE era il partito favorito a vincere le elezioni, con una percentuale di voto stimata al 30,2%: il che ha significato che è anche il partito che aveva più da perdere durante questa campagna, e che, quindi, è stato al centro degli attacchi da parte degli altri candidati.

I dibattiti tenutisi sulla tv nazionale il 22 e 23 aprile non sono stati all’altezza delle aspettative di molti spagnoli. Il leader del Vox, Santiago Abascal, non ha partecipato, dato che è la prima volta che questo partito si presenta alle elezioni nazionali, e solo partiti con una precedente rappresentanza alle Cortes possono intervenire ai dibattiti televisivi. Il dibattito è durato in totale quattro ore, e hanno partecipato i quattro leader Casado (PP), Sánchez (PSOE), Rivera (Ciudadanos) e Iglesias (Podemos). I primi tre, più che dibattere o proporre misure e riforme, hanno impiegato il loro tempo ad interrompersi, e incolparsi a vicenda per le decisioni passate dei loro partiti: nel frattempo il leader di Podemos Pablo Iglesias, che per molti è uscito vincitore dal dibattito, ha colto l’occasione per invitare ad avere un tono più moderato e cercare di rispettarsi a vicenda, dichiarando che l’elettorato spagnolo si merita almeno quello.

Per alcuni, comunque, Vox è uscito rinforzato dal dibattito, nonostante non abbia partecipato, visto il livello così deludente degli altri candidati. La campagna stessa è stata definita soprattutto dalla lotta per accaparrarsi quella parte di elettorato indecisa: questo spiega perché ogni partito in alcuni casi ha adottato strategie simili, dichiarando sempre di avere pronte le leggi migliori per porre fine alla violenza di genere e al divario uomo – donna, temi attualmente molto “trendy” in Spagna. Inoltre, tutti danno molta importanza alla sostenibilità del sistema pensionistico, dal momento che una gran parte dell’elettorato ha più di 65 anni; mentre tutti i partiti insistono sulle riforme per migliorare l’educazione, il mercato del lavoro e il sistema della sanità pubblica.

Podemos, partito di nuova sinistra che molti accostano al “Syriza” greco, ha usato, poi, una strategia brillante: dal momento che l’attuale premier Sanchez non ha ancora del tutto negato la possibilità di un accordo di governo con Ciudadanos (il partito di centro-destra), Podemos si è presentato come unico baluardo della sinistra spagnola.

La campagna è stata molto tesa, e siamo certi di una sola cosa: che ancora non si sa cosa succederà. Il più grande interrogativo è chi tra destra e sinistra riuscirà ad ottenere i 176 seggi necessari alla maggioranza assoluta nelle Cortes. Nel caso non si riuscisse a raggiungere un accordo, probabilmente si dovrebbero tenere delle seconde elezioni.

 

di Alfonso Aledo Díaz -Madrid

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