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Venezuela. Comunità internazionale spaccata dopo il golpe di Guaidò. Cina e Russia con Maduro. Europa divisa

Venezuela. Comunità internazionale spaccata dopo il golpe di Guaidò. Cina e Russia con Maduro. Europa divisa

K metro 0 – Caracas – La comunità internazionale si è spaccata dopo l’autoproclamazione del leader dell’opposizione venezuelana, Juan Guaidò, a presidente ad interim del Venezuela, in aperta sfida a Nicolas Maduro. Da una parte, Cina, Russia e Turchia si schierano con il capo dello Stato e condannano le “ingerenze esterne”; dall’altra, Stati Uniti, Europa e

K metro 0 – Caracas – La comunità internazionale si è spaccata dopo l’autoproclamazione del leader dell’opposizione venezuelana, Juan Guaidò, a presidente ad interim del Venezuela, in aperta sfida a Nicolas Maduro. Da una parte, Cina, Russia e Turchia si schierano con il capo dello Stato e condannano le “ingerenze esterne”; dall’altra, Stati Uniti, Europa e diversi Paesi sudamericani, quasi tutti governati dalla destra, appoggiano il presidente del Parlamento e capo dell’opposizione, salutando il suo tentativo come l’avvio di un percorso democratico del Venezuela. La decisione del capo della Casa Bianca, Donald Trump, di riconoscere Guaidò come presidente, inoltre, ha contribuito ad acuire le divisioni, facendo temere una escalation internazionale. Muovendosi in concerto con gli Stati Uniti, una serie di Paesi della regione ha accolto con favore Guaidò, che ha incassato il riconoscimento di Canada, Brasile, Costa Rica, Argentina, Perù, Colombia, Ecuador, Cile e dell’Organizzazione degli Stati americani (Oas). Solo Cuba, Nicaragua e Bolivia sono schierati a fianco di Maduro. Alcuni alleati chiave di Washington, come il Messico, non si sono mossi per riconoscere l’oppositore e presidente dell’Assemblea nazionale come capo di Stato, mentre un membro della Nato, come la Turchia, ha offerto a Maduro il suo sostegno, con il presidente Erdogan che gli ha lanciato un accorato appello: “Fratello mio, resisti, ti siamo vicini!”.

L’Unione europea segue con gli Usa ma con toni più cauti. L’alto Rappresentante per la politica estera Federica Mogherini ha fatto sapere di “sostenere pienamente l’Assemblea nazionale come istituzione eletta democraticamente e i cui poteri vanno ripristinati e rispettati”. Dal canto suo, il presidente del Consiglio europeo, Doland Tusk, ha espresso supporto a Guaidò, auspicando “che tutta l’Europa si unisca a sostegno delle forze democratiche in Venezuela”. Il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, che ha parlato al telefono con Guaidò, gli ha espresso “tutta la solidarietà del Parlamento europeo” e ha auspicato una posizione più chiara dall’Europa “come ho fatto io e il presidente Tusk: la stagione di Maduro e della dittatura castrista è finita”. Tra i leader europei schieratisi apertamente con l’oppositore, pur non riconoscendolo ancora come presidente, sono stati il francese Emmanuel Macron (“l’Europa sostiene il ritorno della democrazia”) e il premier spagnolo Pedro Sanchez (che ha chiamato Guaidò, assicurandogli “pieno sostegno”). Cauta la relazione del premier italiano Giuseppe Conte, che si è detto fortemente preoccupato “per i rischi di un’escalation di violenza” e ha auspicato “un percorso democratico che rispetti libertà di espressione e volontà popolare”.

Papa Francesco a Panama cita Simon Bolivar e prega per il popolo del Venezuela

Quanto a papa Francesco, nel suo primo discorso a Panama ha reso omaggio al “Libertador”, Simon Bolivar, al quale il governo di Caracas si ispira nella difesa della sovranità del Venezuela. “Inizio il mio pellegrinaggio – ha detto papa Francesco, in risposta al saluto del presidente di Panama Juan Carlos Varela Rodriguez – in questo storico luogo dove Simon Bolivar, affermando che ‘se il mondo dovesse scegliere la sua capitale, l’istmo di Panama sarebbe segnalato per questo augusto destino’, convocò i leader del suo tempo per forgiare il sogno dell’unificazione della Patria Grande”. “Una convocazione – ha scandito Francesco – che ci aiuta a comprendere che i nostri popoli sono capaci di creare, forgiare e soprattutto, sognare una patria grande che sappia e possa accogliere, rispettare e abbracciare la ricchezza multiculturale di ogni popolo e cultura. Seguendo questa ispirazione possiamo contemplare Panama come una terra di convocazione e di sogno”.

 

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