Usa attacca l’Iran, Teheran: “Ora è guerra”. Timori di gravi ripercussioni

Usa attacca l’Iran, Teheran: “Ora è guerra”. Timori di gravi ripercussioni

K metro 0 – Teheran – Gli Stati Uniti hanno condotto una serie di attacchi aerei contro i siti nucleari di Fordow, Isfahan e Natanz, in Iran. L’operazione sarebbe stata condotta utilizzando bombardieri B-2, che hanno sganciato 6 bombe anti-bunker da 13.600 chilogrammi ciascuna contro il sito nucleare sotterraneo di Fordow, il più importante in

K metro 0 – Teheran – Gli Stati Uniti hanno condotto una serie di attacchi aerei contro i siti nucleari di Fordow, Isfahan e Natanz, in Iran. L’operazione sarebbe stata condotta utilizzando bombardieri B-2, che hanno sganciato 6 bombe anti-bunker da 13.600 chilogrammi ciascuna contro il sito nucleare sotterraneo di Fordow, il più importante in Iran per le attività di arricchimento dell’uranio. Durante gli attacchi sarebbero stati impiegati anche diversi missili Tomahawk, lanciati dai sottomarini statunitensi che si trovano nella regione, a distanza di tiro dall’Iran. Tuttavia, “Non sono state segnalate radiazioni intorno ai siti nucleari dopo l’attacco statunitense di questa mattina”. Lo conferma il portavoce dell’agenzia statale iraniana per l’energia atomica, Behrouz Kamalvandi.

Il presidente Usa ha affermato che, i tre siti sono stati “completamente distrutti”, precisando che l’obiettivo di Washington è annientare le capacità di arricchimento dell’uranio di Teheran e “mettere fine alla minaccia nucleare rappresentata da un Paese che è il principale sponsor globale del terrorismo”. Trump ha invitato nuovamente l’Iran, che ha definito “il bullo del Medio Oriente”, a fare la pace, anticipando nuovi attacchi statunitensi in caso contrario. “Se non faranno la pace, i prossimi attacchi saranno peggiori, e molto più facili: ci sono molti obiettivi rimasti, e se la pace non sarà raggiunta presto li colpiremo”, ha sottolineato.

In una nota degli Esteri di Teheran, gli Stati Uniti hanno iniziato una “guerra pericolosa contro l’Iran” colpendo i suoi impianti nucleari. A dichiararlo è il ministero degli Esteri di Teheran, secondo una dichiarazione diffusa dall’agenzia di stampa semiufficiale iraniana Tasnim. “Il mondo non deve dimenticare che sono stati gli Stati Uniti, nel bel mezzo di un processo diplomatico, a tradire la diplomazia”, si legge nella dichiarazione in cui si accusano gli Stati Uniti di aver lanciato “una guerra pericolosa contro l’Iran”. Gli attacchi – continua Teheran – costituiscono una violazione della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale e il governo degli Stati Uniti “si assume la piena responsabilità delle gravi conseguenze e delle terribili ripercussioni di questo crimine efferato”.

Mosca dal canto suo, ha criticato duramente gli Usa definendolo l’attacco missilistico una “grave violazione del diritto internazionale” e della Carta delle Nazioni Unite. Il ministero degli Esteri russo,  in un comunicato ufficiale ha espresso pieno sostegno a Teheran, annunciando colloqui ad alto livello con il ministro degli Esteri iraniano, atteso a Mosca per un incontro con il presidente Vladimir Putin. Mentre la Cina ha condannato fermamente l’attacco Usa all’Iran e agli impianti nucleari. L’azione viola gravemente la Carta delle Nazioni Unite e aggrava le tensioni in Medio Oriente, ha affermato il Ministero degli Esteri cinese in una dichiarazione.

Il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, in una dichiarazione ha affermato: “Sono profondamente allarmato dall’uso della forza da parte degli Stati Uniti contro l’Iran oggi. Si tratta di una pericolosa escalation in una regione già al limite, e di una minaccia diretta alla pace e alla sicurezza internazionale. Vi è un rischio crescente che questo conflitto possa rapidamente sfuggire al controllo, con conseguenze catastrofiche per i civili, la regione e il mondo”.

Intanto, il Primo Ministro britannico Keir Starmer ha invitato l’Iran a “tornare al tavolo dei negoziati” sulle sue ambizioni nucleari dopo gli attacchi statunitensi contro i siti nucleari iraniani. “Non si potrà mai permettere all’Iran di sviluppare un’arma nucleare e gli Stati Uniti hanno preso provvedimenti per attenuare questa minaccia”, ha dichiarato Starmer su X, aggiungendo che “la stabilità nella regione è una priorità”. “Invitiamo l’Iran a tornare al tavolo dei negoziati e a raggiungere una soluzione diplomatica per porre fine a questa crisi”.

Dal Regno dell’Arabia Saudita segue con grande preoccupazione gli sviluppi nella Repubblica Islamica dell’Iran, rappresentati dagli attacchi contro gli impianti nucleari iraniani da parte degli Stati Uniti d’America”, ha scritto il Ministero degli Esteri saudita su X. “Esprime la necessità di compiere ogni sforzo per esercitare moderazione, ridurre l’escalation ed evitarla”, si legge poi nella dichiarazione, che esorta la comunità internazionale a intensificare i tentativi di trovare una soluzione politica.

Anche il Qatar teme gravi ripercussioni dopo gli attacchi aerei statunitensi contro gli impianti nucleari in Iran. Il Ministero degli Esteri di Doha “avverte che l’attuale pericolosa escalation nella regione potrebbe portare a conseguenze catastrofiche sia a livello regionale che internazionale”, e in una nota “invita tutte le parti a esercitare saggezza e moderazione e a evitare ulteriori escalation”.

Il ministero degli Esteri dell’Oman, che finora aveva svolto un ruolo di mediazione nei negoziati nucleari tra Stati Uniti e Iran, ha invece espresso “profonda preoccupazione e condanna per l’escalation derivante dai raid aerei diretti condotti dagli Stati Uniti” in territorio iraniano. In una nota ufficiale, Muscat ha definito l’attacco americano una “grave violazione del diritto internazionale” da parte dello storico alleato e principale partner strategico del sultanato nella regione.

Nel frattempo, la chiusura dello Stretto di Hormuz sembra prossima. Il Parlamento iraniano, “è arrivato alla conclusione che lo Stretto di Hormuz debba essere chiuso, ma la decisione finale in merito spetta al Consiglio supremo di sicurezza nazionale”. Lo ha fatto sapere il generale dei Guardiani della Rivoluzione Esmail Kowsari. Sebbene il parlamento iraniano abbia approvato il provvedimento, la decisione finale spetta al Consiglio supremo per la sicurezza nazionale, supervisionato in ultima analisi dalla Guida suprema Ali Khamenei.

Tuttavia, secondo il vicepresidente statunitense JD Vance, la chiusura dello Stretto sarebbe una mossa “suicida” per l’Iran. “La loro intera economia passa attraverso lo Stretto di Hormuz – ha detto Vance ai microfoni di Nbc News – Se vogliono distruggere la loro economia e causare disordini nel mondo”.

I paesi che dipendono fortemente dal petrolio del Golfo, tra cui Cina, Giappone, India e paesi europee, ne sarebbero direttamente colpiti. Inoltre, metterebbe alla prova la capacità di reazione delle forze navali occidentali, in particolare della Marina statunitense, che mantiene una presenza nella regione proprio per garantire la libertà di navigazione. Quindi, le prossime 48-72 ore quindo saranno cruciali per capire la direzione dei mercati, in attesa della risposta iraniana e delle possibili ritorsioni contro le basi USA in Medio Oriente. 

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Nizar Ramadan
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