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Investitori stranieri in Azerbaigian, e migliorano le relazioni con l’Ue

Investitori stranieri in Azerbaigian, e migliorano le relazioni con l’Ue

K metro 0 – Baku – Più di 1.000 uomini d’affari, compresi 500 investitori turchi, si riuniranno a Baku, capitale dell’Azerbaigian, dal 14 al 17 novembre prossimi per un evento commerciale globale. L’International Business Forum (IBF), organizzato dall’Associazione degli industriali e uomini d’affari indipendenti della Turchia (MÜSIAD), alla sue 25esima edizione, si concentrerà sul potenziale

K metro 0 – Baku – Più di 1.000 uomini d’affari, compresi 500 investitori turchi, si riuniranno a Baku, capitale dell’Azerbaigian, dal 14 al 17 novembre prossimi per un evento commerciale globale. L’International Business Forum (IBF), organizzato dall’Associazione degli industriali e uomini d’affari indipendenti della Turchia (MÜSIAD), alla sue 25esima edizione, si concentrerà sul potenziale dell’Azerbaigian in settori come l’agricoltura, l’energia e la salute. Parteciperanno anche importanti uomini d’affari provenienti da Canada, Europa, Stati Uniti, Medio Oriente, Russia e Nord Africa. In programma anche presentazioni e visite alle fabbriche, per consentire ai partecipanti di osservare personalmente il lavoro sul campo.

Erol Yarar, il capo dell’IBF, ha dichiarato che lo sviluppo economico della regione del Nagorno-Karabakh, che è stata liberata dall’occupazione armena l’anno scorso, è l’argomento chiave di interesse in Azerbaigian. “Gli uomini d’affari turchi – ha spiegato Yarar – visiteranno l’Azerbaigian sia per investire sia per sviluppare il commercio, dato che ci comparti di investimento molto importanti nel paese, come l’agricoltura, l’alimentazione, la salute, il turismo e le infrastrutture“.

Rilevando che il Karabakh da solo ha bisogno di miliardi di dollari di investimenti in infrastrutture, Yarar ha poi evidenziato che “l’Azerbaigian ha un potenziale turistico, sanitario e agricolo rilevante. Parliamo difatti di aumentare il volume del commercio estero tra i paesi di 4-5 miliardi di dollari”, ha concluso.

Intanto, Erdogan è il primo capo di Stato ad atterrare all’aeroporto internazionale di Fuzuli, il primo scalo dell’Azerbaigian nella zona liberata dall’Armenia. E questa è la terza visita ufficiale del presidente turco nel Nagorno-Karabakh dalla liberazione della regione l’anno scorso.

“Un corridoio chiave che collega il territorio contiguo dell’Azerbaigian alla sua exclave di Nakhchivan è destinato a unire l’intero mondo turco”, ha detto oggi il presidente del paese azero Ilham Aliyev. “Sia la Turchia sia l’Azerbaigian faranno i passi necessari per la realizzazione del Corridoio Zangezur”, ha precisato in una conferenza stampa congiunta con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan.

Nel frattempo, migliorano anche le relazioni fra Ue e Azerbaigian, che in termini economici hanno avuto un notevole successo. Poco dopo che l’Azerbaigian ha riconquistato la sua indipendenza nel 1991, l’Unione europea è stata difatti veloce a stabilire legami con Baku. Nel 1996, è stato firmato l’accordo di partenariato e cooperazione Ue-Azerbaigian (PCA). Dopo aver nominato un rappresentante speciale per il Caucaso meridionale, l’Ue ha incluso l’Azerbaigian nella politica europea di vicinato (PEV) e, più tardi, nell’iniziativa del partenariato orientale. Come risultato dei forti legami stabiliti dal 1996 in poi, l’Azerbaigian è diventato un importante partner energetico dell’Unione europea, portando le risorse di gas del Caspio al mercato europeo. La dichiarazione congiunta del 2011 sul corridoio meridionale del gas, descritta come l’impresa più ambiziosa dell’industria internazionale degli idrocarburi, è stata una parte essenziale del partenariato.

Tuttavia, non tutto nelle relazioni UE-Azerbaigian è stato roseo ed è andato per il verso giusto. L’Azerbaigian ha, infatti, rifiutato di firmare un accordo di associazione con l’Ue, il che, come ha spiegato il presidente Ilham Aliyev durante la conferenza sulla sicurezza di Monaco nel 2016, era dovuto in gran parte a due ragioni fondamentali.

In primo luogo, poiché un accordo dava l’impressione di essere un’istruzione unilaterale dell’Unione, l’offerta di associazione politica e integrazione economica non sembrava essere la scelta giusta per Baku. In secondo luogo, e ancora più importante, non c’era una formulazione precisa sulla risoluzione del conflitto tra Armenia e Azerbaigian basata sull’integrità territoriale dell’Azerbaigian, nonostante il fatto che disposizioni identiche fossero incluse negli accordi con Georgia e Moldavia. In realtà, l’Ue ha costantemente rifiutato di essere proattiva nella risoluzione del conflitto, affermando che la questione è di stretta competenza del gruppo di Minsk dell’OSCE, che nell’opinione pubblica azera è stato un compendio di inerzia creativa e impotenza politica.

La Francia, membro di spicco dell’Ue, nonostante la sua co-presidenza nel suddetto gruppo, è diventata il paese il cui organo legislativo superiore ha adottato una risoluzione che riconosce l’indipendenza della cosiddetta, illegale e non riconosciuta “Repubblica del Nagorno-Karabakh”. Questo documento mal preparato, oltre ad essere pieno di incongruenze ed errori giuridici, ha provocato un danno irreparabile allo status della Francia come mediatore equo, e le ripetute dichiarazioni di Parigi sul fatto che la risoluzione è una mera posizione del Senato, non del governo francese, non hanno mai dimostrato di avere un valore riabilitativo.

In fin dei conti, le prospettive delle attuali relazioni non dipendono più dalla risoluzione del conflitto del Nagorno-Karabakh, che, come ha ribadito più volte il presidente Aliyev, è terminato. Il futuro sarà determinato dal continuo processo di approfondimento economico della relazione, insieme al potenziale ruolo post-conflitto dell’Ue in termini di portare una pace duratura nella regione. Il recente viaggio di Toivo Klaar, il rappresentante speciale dell’Ue per il Caucaso meridionale e la crisi in Georgia, nella regione è stato solo una delle numerose visite di alto livello fatte nell’ultimo anno.

Quando il commissario Ue per il vicinato e l’allargamento Oliver Varhelyi ha visitato Baku nell’estate 2021, nuove prospettive si sono profilate per molti osservatori. Al suo ritorno dall’Azerbaigian, Varhelyi ha descritto il nuovo accordo rafforzato con i paesi del partenariato orientale dell’Unione come un “segnale molto forte”. Secondo lui, è il paese più prospero della regione, che oltre ad aver avuto successo nella lotta contro la pandemia, è anche riuscito ad evitare un grande contraccolpo economico indotto dal Covidmentre emerge dalla crisi, con un impatto relativamente limitato”.

In definitiva, il futuro del Caucaso meridionale e la prosperità dei paesi che lo compongono dipendono da ciò che il commissario dell’Ue descrive come “connettività”.

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