K metro 0 – Belgrado – “La corruzione continua a rappresentare una sfida significativa che i Paesi in fase di allargamento devono risolvere in via prioritaria”. Lo riporta la relazione annuale della Commissione europea sui progressi dei Paesi candidati all’adesione all’Ue che sarà presentata domani a Bruxelles. Lo riporta l’emittente “Rtcg”. Nell’ultimo anno il Montenegro
K metro 0 – Belgrado – “La corruzione continua a rappresentare una sfida significativa che i Paesi in fase di allargamento devono risolvere in via prioritaria”. Lo riporta la relazione annuale della Commissione europea sui progressi dei Paesi candidati all’adesione all’Ue che sarà presentata domani a Bruxelles. Lo riporta l’emittente “Rtcg”.
Nell’ultimo anno il Montenegro ha compiuto il maggiore progresso sulla strada dell’integrazione europea tra i Paesi dei Balcani occidentali avendo aperto tutti i 33 capitoli negoziali. Nella relazione, la Commissione europea ha elogiato i progressi del Montenegro nel campo della giustizia, dove, come affermato, sono state attuate “intense fasi di riforme nel 2024” sul quadro giuridico che dovrebbe garantire l’indipendenza, l’imparzialità e la responsabilità della magistratura. Queste riforme, secondo la valutazione dell’Ue, hanno prodotto “iniziali risultati positivi”. Riferisce Nova. Lo stesso documento ricorda che lo scorso anno il Montenegro ha adottato misure per migliorare il quadro giuridico e istituzionale nella lotta alla corruzione, ed è anche uno dei Paesi candidati in cui sono stati compiuti progressi in materia di libertà di espressione, libertà dei media e pluralismo. Sono stati menzionati anche i progressi nella lotta al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo.
Lo stesso rapporto segnala invece i ritardi di Bosnia Erzegovina e Serbia sulla via europea e i limitati progressi del Kosovo. Il dialogo sulla normalizzazione delle relazioni, che fa parte dei negoziati di adesione per entrambi, è ancora cruciale per Belgrado e Pristina. La Serbia è oltretutto in ritardo per quanto riguarda il rispetto e l’allineamento della politica estera e di sicurezza dell’Ue perché non ha imposto sanzioni alla Russia. Il rapporto ha anche evidenziato la crescente polarizzazione nel Paese a causa dell’ondata di proteste di massa in corso da un anno. La Bosnia Erzegovina, secondo quanto valutato, è in ritardo nelle riforme a causa di “tensioni politiche”, nonché di problemi con l’adozione di leggi incostituzionali nella Repubblica Srpska (entità a maggioranza serba del Paese). A tal proposito il rapporto sottolinea che la coalizione a livello statale nel Paese si è disgregata a gennaio, quando i membri del partito dell’ex presidente della Repubblica Srpska Milorad Dodik non hanno votato a favore di due leggi di riforma che avrebbero dovuto avvicinare il Paese all’Ue. Nei due Paesi, come affermato ancora nel rapporto, sussistono diversi rischi di corruzione.
“La corruzione continua a rappresentare una sfida significativa che i Paesi in fase di allargamento devono risolvere in via prioritaria”, afferma la relazione. La Commissione europea ha infine valutato che la Macedonia del Nord non ha ancora adottato le necessarie modifiche costituzionali volte a includere nella Costituzione i cittadini che non fanno parte della maggioranza della popolazione, come la comunità bulgara. La Macedonia del Nord, secondo il documento, deve intensificare gli sforzi per sostenere lo Stato di diritto, in particolare tutelando l’indipendenza e l’integrità della magistratura, e intensificare la lotta alla corruzione. Secondo la relazione il processo di allargamento dei Paesi dei Balcani occidentali “sta procedendo più velocemente che negli ultimi 15 anni”.
																				
												












