K metro 0 – Madrid – Il governo spagnolo intende continuare a lavorare per ottenere l’approvazione al Congresso del progetto di legge per ridurre la settimana lavorativa da 40 a 37,5 ore, senza perdita salariale, nonostante la bocciatura ottenuta ieri sera da parte dei deputati. A votare contro sono stati i rappresentanti del Partito popolare
K metro 0 – Madrid – Il governo spagnolo intende continuare a lavorare per ottenere l’approvazione al Congresso del progetto di legge per ridurre la settimana lavorativa da 40 a 37,5 ore, senza perdita salariale, nonostante la bocciatura ottenuta ieri sera da parte dei deputati. A votare contro sono stati i rappresentanti del Partito popolare (Pp), Vox ed Uniti per la Catalogna (JxCat, approvando emendamenti con 178 voti a favore contro 170 contrari e decretando il fallimento dell’iniziativa legislativa promossa dalla ministra del Lavoro, Yolanda Díaz. La misura rappresenta la sesta legge che il governo ha perso in questa legislatura.
Una sconfitta, che tuttavia, secondo quanto riporta Nova, non ha sorpreso l’esecutivo dopo che JxCat, partito indipendentista guidato dall’ex presidente della Catalogna Carles Puigdemont, aveva confermato la volontà di esprimere voto contrario. Díaz ha reagito al voto dichiarando che ci sono “sconfitte che sono vittorie politiche” e che il governo tornerà a presentare la proposta, assicurando che sosterrà le mobilitazioni sindacali. “Quando si tratta dei diritti dei lavoratori non ci sono passi indietro”, ha assicurato la leader della piattaforma di sinistra Sumar.
Pp, Vox e JxCat hanno difeso la bocciatura sostenendo che la norma avrebbe penalizzato le piccole e medie imprese e che sarebbe costata posti di lavoro. JxCat, in particolare, ha rivendicato che il suo emendamento alla totalità era indispensabile per proteggere la competitività delle aziende catalane, così come l’autonomia delle imprese locali, accusando Yolanda Díaz di ignorare le condizioni economiche reali. Pepe Álvarez, segretario generale dell’Unione generale dei lavoratori (UgT), ha chiesto al governo di presentare nuovamente la proposta di legge, considerata vitale per circa 12,5 milioni di lavoratori.