I Paesi arabi contro Netanyahu per le sue dichiarazioni sul “Grande Israele”

I Paesi arabi contro Netanyahu per le sue dichiarazioni sul “Grande Israele”

K metro 0 – Gaza – Arabia Saudita, Qatar, Giordania, Egitto, Lega araba e Autorità nazionale palestinese (Anp) hanno espresso dura condanna per le recenti dichiarazioni del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che in un’intervista all’emittente “i24News” ha affermato di sentirsi “molto” legato alla visione del cosiddetto “Grande Israele”. Lo riporta Nova. Il concetto, nelle sue

K metro 0 – Gaza – Arabia Saudita, Qatar, Giordania, Egitto, Lega araba e Autorità nazionale palestinese (Anp) hanno espresso dura condanna per le recenti dichiarazioni del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che in un’intervista all’emittente “i24News” ha affermato di sentirsi “molto” legato alla visione del cosiddetto “Grande Israele”. Lo riporta Nova.

Il concetto, nelle sue varie interpretazioni, si riferisce a confini israeliani estesi in base a descrizioni bibliche o storiche, in alcuni casi includendo territori di Giordania, Libano, Siria, Egitto, Iraq e Arabia Saudita. Dopo la Guerra dei Sei Giorni del 1967, l’espressione è stata usata anche per indicare Israele e le aree conquistate in quell’occasione: Gerusalemme Est, Cisgiordania, Striscia di Gaza, Penisola del Sinai e Alture del Golan.

La Giordania ha parlato di “pericolosa e provocatoria escalation”, accusando il governo israeliano di alimentare “i cicli di violenza e conflitto”. L’Egitto ha chiesto chiarimenti a Israele, sostenendo che tali parole riflettano un rifiuto del percorso di pace e rischino di minare la stabilità regionale. Il Qatar ha definito le affermazioni di Netanyahu “un’estensione dell’approccio dell’occupazione basato sull’arroganza e sull’alimentazione delle crisi”, ribadendo il proprio sostegno a una pace “giusta, completa e duratura”. L’Arabia Saudita ha respinto “idee e progetti espansionistici” e avvertito la comunità internazionale dei “rischi per la sicurezza e la pace a livello regionale e globale”. La Lega araba ha parlato di “violazione palese della sovranità degli Stati arabi” e di “mentalità intrisa di illusioni coloniali”.

L’Anp ha definito le parole del premier israeliano “una provocazione e una pericolosa escalation” e ha ribadito l’impegno a una soluzione basata sui confini del 1967, con Gerusalemme Est come capitale di uno Stato palestinese indipendente. L’idea del “Grande Israele” non è diffusa tra la maggioranza della popolazione israeliana, ma la presenza nella coalizione di governo di ministri di estrema destra — come il titolare delle Finanze Bezalel Smotrich, già al centro di polemiche per l’uso di mappe estese di Israele in eventi pubblici — le ha dato maggiore visibilità. Il ministero degli Esteri israeliano non ha commentato le dichiarazioni di Netanyahu. In precedenti occasioni, lo stesso dicastero ha comunque ribadito l’adesione agli accordi di pace vigenti, come quello firmato con la Giordania nel 1994.

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