K metro 0 – Nuuk – Martedì prossimo i cittadini della Groenlandia andranno alle urne per eleggere per scegliere i 31 membri del Parlamento unicamerale, in un momento decisivo per il futuro dell’isola. Con circa 57.000 abitanti, la Groenlandia è un territorio autonomo che fa parte del Regno di Danimarca dal 1979. Una questione centrale
K metro 0 – Nuuk – Martedì prossimo i cittadini della Groenlandia andranno alle urne per eleggere per scegliere i 31 membri del Parlamento unicamerale, in un momento decisivo per il futuro dell’isola. Con circa 57.000 abitanti, la Groenlandia è un territorio autonomo che fa parte del Regno di Danimarca dal 1979.
Una questione centrale domina le elezioni: la possibilità di diventare completamente indipendenti dalla Danimarca. Questo tema è sempre stato importante, ma ora sta guadagnando un significato internazionale, grazie anche all’interesse di altri paesi per le risorse naturali e la posizione strategica dell’isola.
Dal 2009, la legge danese prevede che la Groenlandia possa avviare un processo di indipendenza, che dovrebbe includere negoziati con la Danimarca e un referendum per decidere. Nonostante l’autonomia politica ottenuta negli ultimi decenni, la Groenlandia è ancora dipendente da aiuti economici provenienti dalla Danimarca, che ammontano a circa 530 milioni di euro all’anno, ossia circa un quinto del suo Pil.
Negli ultimi anni, l’interesse degli Stati Uniti per la Groenlandia ha dato nuova forza alla discussione sull’indipendenza. Nel 2019, il presidente Usa Donald Trump aveva proposto di acquistare la Groenlandia, ma la Danimarca aveva rifiutato. Un’idea che Trump ha riproposto anche nel momento dell’inizio del suo secondo mandato. Tuttavia, questo interesse ha fatto crescere i timori dei groenlandesi, che temono di essere “colonizzati” da potenze straniere, come già accaduto in passato.
La maggior parte dei partiti politici groenlandesi è favorevole all’indipendenza, ma ci sono divergenze su quando e come perseguirla. I nazionalisti del partito Naleraq, che hanno guadagnato consensi nelle ultime elezioni, chiedono che il processo di indipendenza inizi subito. “Vogliamo diventare uno Stato sovrano, senza la supervisione della Danimarca”, affermano i leader di Naleraq.
D’altro canto, i partiti di sinistra come Inuit Ataqatigiit (IA) e Siumut sono favorevoli all’indipendenza, ma preferiscono procedere con maggiore cautela. Ritengono che la Groenlandia deve prima raggiungere una maggiore stabilità economica, per non rischiare di indebolirsi.
Oltre alle questioni politiche ed economiche, la Groenlandia sta affrontando anche sfide sociali. Nonostante i progressi moderni, molte persone vivono in condizioni di difficoltà. Il tasso di suicidi è tra i più alti al mondo, e la speranza di vita per gli uomini è inferiore ai 70 anni. La popolazione, in gran parte Inuit, deve fare i conti con una serie di problemi sociali, come l’alto numero di aborti e la disoccupazione.
L’industria mineraria, che potrebbe rappresentare una fonte di reddito significativo, è ancora in fase di sviluppo e non è ancora un motore economico stabile. Sebbene le risorse naturali dell’isola siano un’opportunità, il loro sfruttamento è ancora lontano dall’essere pienamente realizzato.
Le elezioni di martedì prossimo rappresentano una fase decisiva per il futuro della Groenlandia. Sebbene la maggior parte dei partiti sia favorevole all’indipendenza, la strada da percorrere è complessa. Il territorio dovrà affrontare importanti decisioni economiche e politiche per diventare davvero autonomo.