Scozia, liberazione anticipata per 390 detenuti per il sovraffollamento

Scozia, liberazione anticipata per 390 detenuti per il sovraffollamento

K metro 0 – Edimburgo – In Scozia ha preso il via un’iniziativa volta a ridurre il sovraffollamento nelle carceri, con la liberazione anticipata di 390 detenuti. La legge emergenziale, approvata lo scorso anno, consente a chi è stato condannato a meno di quattro anni di uscire di prigione dopo aver scontato il 40% della

K metro 0 – Edimburgo – In Scozia ha preso il via un’iniziativa volta a ridurre il sovraffollamento nelle carceri, con la liberazione anticipata di 390 detenuti. La legge emergenziale, approvata lo scorso anno, consente a chi è stato condannato a meno di quattro anni di uscire di prigione dopo aver scontato il 40% della pena. Tuttavia, sono esclusi dal provvedimento coloro che hanno commesso reati di violenza domestica o di natura sessuale.

La ministra della Giustizia scozzese, Angela Constance, ha spiegato che la popolazione carceraria ha raggiunto livelli critici, rendendo difficile garantire condizioni dignitose e percorsi efficaci di riabilitazione. Attualmente, nelle prigioni scozzesi si trovano 8.344 detenuti, un numero superiore alla capacità massima prevista di 8.007 posti.

Ma questo non è un atto di clemenza, bensì un’azione responsabile e mirata. «Vogliamo alleggerire le prigioni per concentrarci sulla riabilitazione e sulla sicurezza reale», ha dichiarato Constance. Con questa misura, si prevede una riduzione del 5% della popolazione carceraria, contribuendo a migliorare la gestione degli istituti penitenziari.

Mentre la Scozia cerca di affrontare il problema con soluzioni concrete, la situazione italiana resta molto più complessa. Le carceri italiane sono in una condizione di cronico sovraffollamento, con oltre 10.000 detenuti in più rispetto alla capienza ufficiale. Un problema che si riflette anche sui dati del Consiglio d’Europa, secondo cui il tasso di suicidi nelle carceri italiane è di 7,6 ogni 10.000 detenuti, il triplo rispetto a quello scozzese. Un segnale allarmante di un sistema che fatica a garantire il diritto alla riabilitazione.

Per garantire un’uscita controllata e responsabile, la liberazione anticipata in Scozia seguirà un piano ben strutturato, articolato in tre fasi: la prima ondata di rilasci avverrà tra il 18 e il 20 febbraio, seguita da una seconda fase tra il 4 e il 6 marzo e infine la conclusione del piano tra il 18 e il 20 marzo. Ogni detenuto rilasciato sarà seguito con misure di supporto, tra cui alloggi temporanei, assistenza psicologica e percorsi di formazione professionale, per favorire il reinserimento nella società.

L’approccio scozzese rappresenta una scelta consapevole per ridurre la pressione sul sistema carcerario e al tempo stesso migliorare le condizioni di vita all’interno delle prigioni. Un sistema meno sovraffollato significa più risorse per programmi di riabilitazione, condizioni di lavoro migliori per gli agenti e, soprattutto, un cambiamento culturale: la sicurezza non si misura solo in anni di reclusione, ma nella capacità di reintegrare gli ex detenuti nella società. La Scozia sta dimostrando che un nuovo modello è possibile. Resta da vedere se anche l’Italia sarà in grado di seguire questo esempio.

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