fbpx

Harkis, la Francia condannata dalla Corte europea dei diritti umani

Harkis, la Francia condannata dalla Corte europea dei diritti umani

K metro 0 – Strasburgo – La Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) ha condannato la Francia a pagare oltre 19.500 euro per le condizioni di vita “incompatibili con il rispetto della dignità umana” degli harkis nei campi di accoglienza dove hanno trascorso anni dopo il loro arrivo dall’Algeria negli anni Sessanta e Settanta. Gli

K metro 0 – Strasburgo – La Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) ha condannato la Francia a pagare oltre 19.500 euro per le condizioni di vita “incompatibili con il rispetto della dignità umana” degli harkis nei campi di accoglienza dove hanno trascorso anni dopo il loro arrivo dall’Algeria negli anni Sessanta e Settanta. Gli harkis sono ausiliari di origine algerina che hanno combattuto a fianco dell’esercito francese durante la guerra d’Algeria (1954-1962). Ne riferisce Franceinfo.

In realtà i tribunali amministrativi francesi avevano già riconosciuto la responsabilità dello Stato e il Paese di Macron aveva già versato loro 15.000 euro di risarcimento per i danni materiali e morali subiti. Ma la Cedu, pur “consapevole della difficoltà di quantificare il danno subito dai ricorrenti”, “ritiene che gli importi concessi (…) non costituiscano una riparazione adeguata e sufficiente”.

I cinque ricorrenti sono cittadini francesi nati tra il 1957 e il 1969, figli di harkis, appunto. Quattro di loro sono arrivati in Francia al momento dell’indipendenza dell’Algeria nel 1962 o ci sono nati negli anni successivi. Hanno vissuto nei campi di accoglienza per harkis, principalmente a Bias, nel dipartimento Lot-et-Garonne, fino al 1975. Hanno così intentato una serie di azioni legali relative alle loro condizioni di vita, in particolare al confinamento, all’apertura della loro posta da parte dell’amministrazione del campo, alla riassegnazione delle prestazioni sociali dovute alle loro famiglie alle spese del campo e l’iscrizione a una scuola interna al di fuori del sistema educativo generale.

Ma il risarcimento ottenuto è stato ritenuto insufficiente dalla Cedu. La Corte europea dei diritti dell’uomo ha difatti stabilito che la Francia ha violato il divieto di sottoporre i propri cittadini a trattamenti inumani o degradanti e il diritto dei ricorrenti al rispetto della vita privata e della corrispondenza. Ha così condannato la Francia a pagare più di 19.500 euro ai quattro ricorrenti, in proporzione al tempo trascorso nel campo di Bias. Il quinto ricorrente, il cui padre era stato giustiziato nel 1957 dal Fronte di liberazione nazionale algerino e che era tornato in Francia nel 1980, non ha invece avuto successo.

 

di Sandro Doria

Condividi su:

Posts Carousel

Latest Posts

Top Authors

Most Commented

Featured Videos

Che tempo fa



Condividi su: