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Governo francese: “La qualità sanitaria delle acque del gruppo Nestlé non è garantita”

Governo francese: “La qualità sanitaria delle acque del gruppo Nestlé non è garantita”

K metro 0 – Parigi – Acqua contaminata, ma trattata come normale acqua del rubinetto. La multinazionale Nestlé era arrivata a nascondere i filtri nei quadri elettrici per anni per ingannare gli ispettori sanitari. Secondo l’azienda in causa, però, tale inganno era stato messo in atto per garantire la sicurezza dei suoi prodotti. Ma una

K metro 0 – Parigi – Acqua contaminata, ma trattata come normale acqua del rubinetto. La multinazionale Nestlé era arrivata a nascondere i filtri nei quadri elettrici per anni per ingannare gli ispettori sanitari. Secondo l’azienda in causa, però, tale inganno era stato messo in atto per garantire la sicurezza dei suoi prodotti. Ma una valutazione effettuata per conto dell’Agence nationale de sécurité sanitaire de l’alimentation (Anses) dal laboratorio di idrologia di Nancy, che franceinfo e il quotidiano Le Monde hanno rivelato giovedì 4 aprile, è molto meno positiva al riguardo.

Gli esperti parlano difatti di “un livello di fiducia insufficiente”. La perizia commissionata dal governo è iniziata con una richiesta di supporto tecnico-scientifico alle agenzie sanitarie regionali del Grand Est e dell’Occitania, dove si trovano i due stabilimenti di imbottigliamento del gruppo Nestlé in Francia.

In una lettera del giugno 2023, allegata alla perizia, Didier Jaffre, direttore dell’ARS Occitanie, aveva richiesto i servizi dell’agenzia sanitaria “in considerazione della vulnerabilità” delle risorse idriche del sito di Vergèze, dove è prodotta l’acqua Perrier. Nella missiva egli citava la “presenza di trattamenti vietati” nello stabilimento, la “regolare contaminazione dell’acqua grezza in almeno cinque dei sette pozzi” e la “presenza di microinquinanti”.

Gli esperti dell’Anses, che hanno presentato le loro conclusioni al ministero della Salute, dichiarano di aver avuto accesso solo a informazioni “tronche e frammentarie” per svolgere il loro compito ispettivo. Conclusioni definitive: le non conformità rilevate attestano un “livello di fiducia insufficiente” per “garantire la qualità sanitaria dei prodotti finiti”, ovvero le acque minerali naturali commercializzate dal gruppo Nestlé.

La contaminazione delle risorse è pertanto diffusa sia nella regione del Grand Est (Hépar, Vittel e Contrex) sia nella regione dell’Occitania (Perrier). La nota riporta una regolare contaminazione microbiologica (batteri coliformi, Escherichia coli, enterococchi) in molti pozzi “che ha raggiunto in più occasioni concentrazioni elevate”, nonostante la normativa sulle acque minerali naturali non tolleri la presenza di alcun batterio nell’acqua, né dopo né prima dell’imbottigliamento.

Tali sorgenti, dunque, non dovrebbero più essere sfruttate per l’acqua in bottiglia. Il rapporto segnala anche la presenza di contaminanti chimici, in particolare i Pfas, cosiddetti inquinanti utilizzati in misura notevole dall’industria, pesticidi e loro prodotti di degradazione, la cui somma può, per alcune captazioni, “superare gli 0,1 microgrammi per litro”, cioè la soglia normativa per le acque minerali naturali.

Gli esperti raccomandano così alle autorità di attuare un piano di monitoraggio rafforzato per gli stabilimenti Nestlé, “visti i molteplici risultati di contaminazione di origine fecale”, “la notevole presenza cronica di microinquinanti” e “l’assenza di parametri per il monitoraggio della contaminazione virale dell’acqua”. Le sorgenti contaminate non dovrebbero più essere utilizzate per produrre acqua minerale naturale, come sembra ancora accadere.

Non è la prima volta che si manifesta un potenziale rischio per la salute. In un rapporto presentato al governo nel luglio 2022, ma rimasto riservato fino alle rivelazioni dell’inchiesta Cellule di Radio France e del quotidiano Le Monde, gli ispettori dell’Ispettorato generale degli affari sociali (Igas) avevano già dichiarato che “non sarebbe prudente concludere che il rischio sanitario”, in particolare quello “microbiologico”, rappresentato dall’acqua del gruppo Nestlé sia stato perfettamente controllato.

Ad oggi, però, mentre Nestlé continua a utilizzare i microfiltri vietati dalle normative europee, con il consenso del governo, l’azienda insiste sul fatto di aver ritirato tutti gli altri trattamenti illegali (filtri a carbone, UV) necessari per garantire un’efficace disinfezione dell’acqua. Sullo scandalo dell’acqua contaminata è intervenuta anche Ingrid Kragl, direttore dell’informazione di Foodwatch ed esperta di frodi alimentari, infuriata del fatto che “nessuna informazione sia stata comunicata ai consumatori né da Nestlé né dalle autorità”.

Il governo francese viene dunque chiamato in causa direttamente, perché non ha mai dato alcuna spiegazione. “Siamo chiaramente di fronte a pratiche fraudolente da parte della più importante multinazionale del mondo”, sottolinea la Kragl. L’autrice deplora l'”opacità” e il “silenzio assordante” del governo. Foodwatch ha così contattato il Commissario europeo per la Salute, che sta obbligando la Francia a dare spiegazioni agli Stati membri e ha programmato “una riunione del comitato il 30 aprile”.

“Nestlé continua a commercializzare questi prodotti fraudolenti”? si chiede così la Kragl; “la direttiva europea sull’acqua e il codice di sanità pubblica sono chiarissimi: quando l’acqua minerale è inquinata, senza alcun dubbio l’imbottigliamento e la commercializzazione devono essere sospesi. Ma non è quello che è successo, oggi Nestlé continua a commercializzare i suoi prodotti fraudolenti”?

Contattata dal sito di informazione francese, la direzione di Nestlé ha ribadito che la qualità della sua acqua è conforme alle normative e ha affermato di aver ritirato tutti gli altri trattamenti illeciti messi in atto negli ultimi anni. Eppure, non appena è stato notato il primo inquinamento delle sue sorgenti, Nestlé Waters avrebbe dovuto interrompere immediatamente l’attività e la commercializzazione in base alla legge. Ma l’acqua fraudolenta non è stata ritirata.

di Sandro Loria

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