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Biden e Sunak insieme sui rischi dell’Intelligenza Artificiale

Biden e Sunak insieme sui rischi dell’Intelligenza Artificiale

K metro 0 – Washington – Il Segretario al Commercio statunitense, Gina Raimondo, e il suo omologo britannico alla Tecnologia, Michelle Donelan, hanno firmato a Washington un memorandum d’intesa per sviluppare assieme test avanzati sui modelli di intelligenza artificiale. Un’azione congiunta, dunque, per affrontare i rischi dell’Ia. “Il tempo è essenziale perché sta per essere

K metro 0 – Washington – Il Segretario al Commercio statunitense, Gina Raimondo, e il suo omologo britannico alla Tecnologia, Michelle Donelan, hanno firmato a Washington un memorandum d’intesa per sviluppare assieme test avanzati sui modelli di intelligenza artificiale. Un’azione congiunta, dunque, per affrontare i rischi dell’Ia. “Il tempo è essenziale perché sta per essere rilasciata la prossima serie di modelli, che saranno molto più capaci”, ha dichiarato Donelan.

La partnership fra Gran Bretagna e gli Stati Uniti prevede almeno un’esercitazione di prova congiunta su un modello accessibile al pubblico e la possibilità di esplorare lo scambio di personale tra gli istituti. Entrambi lavorano per sviluppare accordi simili con altri Paesi per promuovere al massimo la sicurezza dell’Ia.

“Questo è il primo accordo di questo tipo al mondo”, ha messo in evidenza Donelan. “L’IA è già una forza straordinaria per il bene della nostra società e ha un vasto potenziale per affrontare alcune delle più grandi sfide del mondo, ma solo se siamo in grado di tenere sotto controllo questi rischi”. L’Ia generativa, che può creare testi, foto e video in risposta a richieste aperte, ha difatti suscitato entusiasmo ma anche timori che possa rendere obsoleti alcuni lavori, sconvolgere le elezioni e potenzialmente sopraffare gli esseri umani con effetti catastrofici.

Entrambi i Paesi intendono pertanto condividere informazioni chiave sulle capacità e sui rischi associati ai modelli e ai sistemi di Ia e sulla ricerca tecnica in materia di sicurezza e protezione della nuova tecnologia.

A ottobre, Biden ha firmato un ordine esecutivo che mira a ridurre i rischi dell’Ia. A gennaio, il Dipartimento del Commercio ha dichiarato di voler richiedere alle aziende statunitensi di cloud di determinare se entità straniere accedono ai centri dati statunitensi per addestrare i modelli di IA.

A febbraio la Gran Bretagna ha dichiarato che avrebbe speso più di 100 milioni di sterline (125,5 milioni di dollari) per lanciare 9 nuovi centri di ricerca e formare i regolatori sull’Ia. Raimondo si è detta particolarmente preoccupata per la minaccia dell’Ia applicata al bioterrorismo o alla simulazione di una guerra nucleare. “Queste sono le cose in cui le conseguenze potrebbero essere catastrofiche e quindi dobbiamo davvero avere tolleranza zero per alcuni di tali modelli che sono utilizzati per questa capacità”, ha detto.

Anche l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato a fine marzo una risoluzione, la prima nel suo genere che sottolinea la necessità di sistemi di Ia sicuri, protetti e affidabili. L’iniziativa mira appunto a gestire i rischi dell’Ia e a sfruttarne i vantaggi.

L’amministrazione Biden ha dichiarato di aver impiegato in verità più di tre mesi per negoziare quello che ha definito un “insieme di principi di base” sull’Ia, impegnandosi con 120 Paesi e incorporando il feedback di molti di essi, tra cui la Cina, che era uno dei 123 co-sponsor del testo. Le risoluzioni dell’Assemblea Generale, è bene ricordarlo, non sono legalmente vincolanti, ma riflettono il consenso politico della comunità internazionale. La risoluzione riconosce così le disparità nello sviluppo tecnologico tra i Paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo e sottolinea la necessità di colmare il divario digitale in modo che tutti possano accedere equamente ai benefici dell’Ia.

Soddisfatta la vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris, secondo la quale tutte le nazioni devono essere guidate da un insieme comune di intenti sull’uso dei sistemi di Ia. “Troppo spesso, nelle passate rivoluzioni tecnologiche, i benefici non sono stati condivisi equamente e i danni sono stati avvertiti da pochi sproporzionati”, ha dichiarato in un comunicato.

A gennaio, in occasione del Forum economico mondiale di Davos, in Svizzera, il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres aveva tuttavia espresso notevole preoccupazione per il rischio di conseguenze indesiderate con “ogni nuova interazione dell’Ia generativa”. Aveva detto che ha un “enorme potenziale” per lo sviluppo sostenibile, ma anche il potenziale per peggiorare le disuguaglianze. Aggiungendo poi: “E alcune potenti aziende tecnologiche stanno già perseguendo profitti con un chiaro disprezzo per i diritti umani, la privacy personale e la sicurezza”. Nel 2023, il capo delle Nazioni Unite ha creato un organo consultivo sull’Ia, che pubblicherà il suo rapporto finale prima del vertice del Futuro delle Nazioni Unite in programma a settembre. Ne ha riferito Voanews.

Intanto si continua a dibattere della ricaduta della nuova tecnologia sulle nostre vite, sulle conseguenze che potrebbe avere sul mercato del lavoro. Gi esperti ritengono che l’impatto sia oggi ancora limitato, ma destinato a crescere in futuro. Ad esempio, per svolgere la professione di avvocato è necessario saper “ordinare le informazioni”. Secondo uno studio riportato dal fattoquotidiano.it, gli autori hanno valutato che l’intelligenza artificiale è in grado di interagire con tale abilità in misura elevata e quindi, stando al loro metodo, un avvocato viene considerato come  abbastanza esposto all’intelligenza artificiale, almeno per questa mansione.

Da notare che, il concetto di esposizione non implica di necessità una sostituzione, ma è da intendere più in generale come una interrelazione, vale a dire un rapporto di complementarità con possibili vantaggi in produttività del lavoratore. In questo senso, poiché l’intelligenza artificiale è più connessa con le abilità cognitive, le occupazioni dove maggiore è il loro utilizzo sono generalmente le più esposte.

 

di Sandro Doria

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