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Bbc: “Medici di Gaza umiliati dall’Idf dopo incursione all’ospedale Nasser di febbraio”

Bbc: “Medici di Gaza umiliati dall’Idf dopo incursione all’ospedale Nasser di febbraio”

K metro 0 – Gaza – Bendati, detenuti, picchiati, torturati. Costretti a stare ore in piedi senza vestiti. Sono solo alcuni dei maltrattamenti subiti dal personale medico palestinese di Gaza il 15 febbraio, dopo un’incursione dell’’Idf nell’ospedale della città gazanese meridionale di Khan Younis – uno dei pochi ancora funzionanti nella Striscia- perché secondo l’intelligence

K metro 0 – Gaza – Bendati, detenuti, picchiati, torturati. Costretti a stare ore in piedi senza vestiti. Sono solo alcuni dei maltrattamenti subiti dal personale medico palestinese di Gaza il 15 febbraio, dopo un’incursione dell’’Idf nell’ospedale della città gazanese meridionale di Khan Younis – uno dei pochi ancora funzionanti nella Striscia- perché secondo l’intelligence il nosocomio avrebbe ospitato agenti di Hamas. Maltrattamenti rivelati in esclusiva alla Bbc e divulgati solo oggi, dopo un accurata verifica incrociata,

Medici che hanno voluto rimanere anonimi, ovviamente, per paura di rappresaglie, trattenuti per giorni prima di essere rilasciati. Nessuna risposta diretta, per ora, dalle forze israeliane sulle gravi accuse, documentate, fra l’altro, da immagini inequivocabili. L’esercito israeliano ha tuttavia negato che il personale medico sia stato abusato durante l’operazione. Dicono che “qualsiasi abuso sui detenuti è contrario agli ordini dell’Idf ed è quindi severamente proibito”.

L’Idf ha anche aggiunto che gli ostaggi israeliani presi da Hamas il 7 ottobre erano stati tenuti lì e alcuni ostaggi stessi hanno ammesso pubblicamente di essere stati tenuti nel nosocomio in questione. Ma Hamas ha negato che i suoi combattenti operino all’interno di strutture mediche.

I filmati girati di nascosto dalle vittime nell’ospedale il 16 febbraio, giorno in cui i medici sono stati arrestati, e condivisi con l’emittente britannica, mostrano una fila di uomini lasciati solo con la biancheria intima davanti all’edificio di emergenza dell’ospedale, inginocchiati e con le mani dietro la testa.

Un esperto di diritto umanitario le considera “estremamente preoccupanti”. Alcuni dei resoconti forniti “sconfinano chiaramente nella categoria dei trattamenti crudeli e disumani” ha aggiunto. Resoconti che sono stati approfonditi in dettaglio per settimane, fino ad essere resi pubblici oggi, dopo incontri con medici, infermieri, farmacisti e sfollati accampati nel cortile.

Compresi i nomi 49 membri del personale medico del Nasser che sarebbero stati detenuti. Di questi, 26 sono stati citati da più fonti, tra cui sanitari sul campo, il ministero della Sanità gestito da Hamas, gruppi internazionali e le famiglie dei dispersi.

Le famiglie di altri cinque specialisti dell’ospedale hanno comunicato che i loro cari sono scomparsi. Inoltre, il Comitato Internazionale della Croce Rossa ha confermato all’emittente britannica di aver ricevuto decine di telefonate da persone che affermano che i membri della famiglia, compresi i medici, che si trovavano al Nasser, sono ora dispersi.

Il personale medico a cui è stato permesso di rimanere ha così raccontato di aver ricevuto l’ordine di spostare i pazienti gravemente malati da un edificio all’altro, di essere stato sottratto ai propri compiti per essere interrogato e di essere stato assegnato a pazienti di cui non era addestrato a occuparsi. Il tutto mentre lavorava in condizioni anguste e insalubri.

Diversi medici hanno dichiarato che 13 pazienti sono venuti a mancare nei giorni successivi alla presa di potere da parte di Israele. Molti di questi pazienti sono pertanto morti a causa delle condizioni dell’ospedale, tra cui la mancanza di elettricità, acqua e altri elementi essenziali necessari per far funzionare il Nasser.

Un medico palestinese ha dichiarato, ad esempio, di essere stato messo su una sedia, che era come una forca. “Poi hanno rotto una bottiglia e il vetro mi ha tagliato la gamba e l’hanno lasciata sanguinare”.

Come unica risposta, l’Idf si è limitata a dichiarare che “non esegue e non ha eseguito finte esecuzioni di detenuti e respinge tali affermazioni”.

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