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Spagna, la Corte Suprema indaga contro Puigdemont per terrorismo

Spagna, la Corte Suprema indaga contro Puigdemont per terrorismo

K metro 0 – Madrid  – La Corte Suprema spagnola ha deciso all’unanimità di aprire un procedimento per indagare l’ex presidente della Catalogna Carles Puigdemont, attuale deputato europeo, per il reato di terrorismo in relazione ai fatti indagati nel caso “Tsunami Democràtic”. L’indagine si concentra così sulla piattaforma anonima che avrebbe istigato le proteste esplose

K metro 0 – Madrid  – La Corte Suprema spagnola ha deciso all’unanimità di aprire un procedimento per indagare l’ex presidente della Catalogna Carles Puigdemont, attuale deputato europeo, per il reato di terrorismo in relazione ai fatti indagati nel caso “Tsunami Democràtic”. L’indagine si concentra così sulla piattaforma anonima che avrebbe istigato le proteste esplose nella regione spagnola nel 2019, dopo che era stata resa nota la sentenza del Tribunale supremo contro i leader indipendentisti coinvolti nel processo per il referendum illegale del 2017. Per lo stesso reato, è stato aperto un procedimento nei confronti di Rubén Wagensberg, membro del Parlamento catalano. La Corte Suprema ha nominato il giudice Susana Polo come giudice istruttore. Ne riferisce Rtve.

L’Alta Corte ha adottato la decisione dopo aver analizzato le motivazioni presentate dal giudice dell’Alta Corte Nazionale, Manuel García Castellón, in cui ha esposto le prove che, a suo parere, accreditavano la partecipazione dei due membri della Corte Nazionale spagnola agli eventi. Per l’accusa, insomma, Puigdemont sarebbe una delle “menti” dietro i disordini messi in atto in diverse parti della regione.

Contro i criteri del sostituto procuratore della Corte Suprema si è tuttavia espressa María Ángeles Sánchez Conde, che ha respinto l’indagine sull’ex presidente della Catalogna nel caso “Tsunami Democràtic”, dopo non aver trovato “prove sufficienti di criminalità”. La Corte Suprema però non ha dubbi: i fatti “rientrano nel reato di terrorismo”.

Secondo la testata spagnola, che ha analizzato l’ordinanza, il tribunale “non nutre alcun dubbio sul fatto che i fatti imputati a ‘Tsunami Democràtic’ rientrino nel reato di terrorismo” e include almeno una dozzina di sentenze sul terrorismo di strada che consolidano la sua dottrina su questo reato.

L’ordinanza si concentra appunto sui fatti avvenuti il 14 ottobre 2019 all’aeroporto El Prat di Barcellona. Essa specifica che “il servizio di aviazione internazionale e i servizi aeroportuali e il traffico aereo sono stati interrotti e l’accesso degli utenti e degli equipaggi è stato impedito e la torre di controllo dell’aeroporto è stata isolata, dove volevano costringere i controllori del traffico aereo a rimanere, con l’idea di provocare la paralisi dell’aeroporto e la sospensione massiccia dei voli, in una situazione di caos assoluto e di violenza in cui T. D. (Tsunami Democràtic), agendo con perfetta coordinazione e indossando passamontagna che coprivano il volto, hanno utilizzato strumenti pericolosi e dispositivi con potere distruttivo simile a quello degli esplosivi, come estintori, vetri, lastre di alluminio, recinzioni, carrelli metallici o portabagagli, che hanno lanciato contro gli agenti di polizia”.

La Corte Suprema spiega che per configurare il reato di “terrorismo di strada” è necessario uno dei seguenti scopi: sovvertire l’ordine costituzionale, turbare gravemente la pace pubblica, destabilizzare gravemente il funzionamento di un’organizzazione internazionale o provocare uno stato di terrore nella popolazione o in una parte di essa.

L’ordinanza afferma che esistono diversi indizi che accreditano la partecipazione di Puigdemont agli eventi oggetto di indagine. Tra questi, si fa riferimento al fatto che “fin dall’inizio è stato informato della costituzione del gruppo organizzato per la sovversione dell’ordine costituzionale e la grave destabilizzazione delle istituzioni democratiche, impedendo ai poteri pubblici di adempiere alle loro risoluzioni”.

Non appena la decisione del tribunale è stata resa nota, lo stesso Puigdemont ha reagito sul suo account Twitter (ora X) per denunciare la “matrice giudiziaria spagnola”. La decisione arriva, fra l’altro, nel bel mezzo dei negoziati tra PSOE e Junts per portare avanti la legge sull’amnistia, dopo che il 30 gennaio il partito di Puigdemont aveva paralizzato il processo, proprio perché riteneva che la legge fosse “selettiva” e non garantisse che tutti gli imputati sarebbero stati coperti dalla misura di grazia.

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