K metro 0 – Mountain View – Giovedì 22 febbraio, Google ha annunciato il divieto temporaneo di creare immagini di persone utilizzando il suo strumento di intelligenza artificiale generativa (AI) Gemini.

Il Messaggero riporta che la pausa momentanea deriva da segnalazioni relative a errori nella generazione di foto storiche. Gli utenti hanno difatti riscontrato imprecisioni nelle rappresentazioni di figure storiche americane e soldati tedeschi della Seconda guerra mondiale. Insomma, errori che includono divise naziste non accurate e rappresentazioni di etnie sbagliate.

“Siamo consapevoli che Gemini offra inesattezze in alcune rappresentazioni storiche della generazione di immagini” ha affermato il colosso di Mountain View in una nota pubblicata su X. “Siamo al lavoro per risolvere il problema”. E ha poi aggiunto: “Nel frattempo, sospenderemo la generazione di immagini di persone e presto sarà disponibile una versione migliorata di questa funzionalità”.

Da alcuni giorni il software del gigante tecnologico (lanciato all’inizio di febbraio negli Stati Uniti, ma non ancora disponibile in Europa) è oggetto di critiche da parte di alcuni internauti. I quali fanno notare che Gemini aggiunge la diversità di genere o di origine alle domande degli utenti, anche quando il contesto storico richiesto non si presta a questo. In un esempio ampiamente riportato, il software genera difatti immagini di “un soldato tedesco nel 1943” includendo donne, volti asiatici o pelle nera, riferisce Franceinfo. Elon Musk, proprietario di X e fondatore di un’altra azienda di IA generativa, ha descritto Gemini come un “giogo razzista” in un post.

In definitiva, dalla fine del 2022 e dal successo di ChatGPT, l’IA generativa, che è in grado di produrre ogni tipo di contenuto (testo, suono, immagini o video) sulla base di una semplice domanda nel linguaggio quotidiano, ha suscitato un enorme interesse da parte dei giganti della tecnologia. Ma queste tecnologie sempre più impressionanti presentano anche dei rischi, che hanno spinto molti specialisti a chiedere l’adozione di misure di salvaguardia.