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Cina: fantasmi e spiriti che pregnano da sempre la cultura cinese

Cina: fantasmi e spiriti che pregnano da sempre la cultura cinese

K metro 0 – Pechino – Uno spettro si aggira sulle città cinesi: la paura dei gui, spiriti terrestri, demoni-volpi, bassifondi del mondo dei trapassati. Una paura oggi molto più diffusa che in passato nei grandi agglomerati urbani. Anticamente, nella Città Proibita, il complesso degli edifici imperiali a Pechino, quando scendeva la notte, ognuno si

K metro 0 – Pechino – Uno spettro si aggira sulle città cinesi: la paura dei gui, spiriti terrestri, demoni-volpi, bassifondi del mondo dei trapassati. Una paura oggi molto più diffusa che in passato nei grandi agglomerati urbani.

Anticamente, nella Città Proibita, il complesso degli edifici imperiali a Pechino, quando scendeva la notte, ognuno si barricava in casa propria. Nella sua autobiografia, Pu Yi (1906-1967), l’ultimo imperatore, scriveva: “Un silenzio popolato di spettri pesava allora sulla Città Proibita, e la sera non osavo più uscire dai confini della mia stanza. Avevo l’impressione che una folla di fantasmi si fosse riunita davanti alla finestra per spiarmi”.

Il timore dei fantasmi, da sempre diffuso in Cina, si è intensificato con la sua rapida urbanizzazione. Le superstizioni fanno parte della vita quotidiana dei cinesi, punteggiata da comportamenti e rituali  volti a esorcizzare la paura e i segni premonitori di sfortuna o avversità.

Nelle grandi città, da Hong Kong a Pechino a Shanghai, serpeggia ovunque la paura della morte, ancor più dopo la pandemia del Covid. Nelle città, dove quasi tutti vivono in condomini, è credenza comune pensare che un cadavere in casa porti sfortuna a coloro che abitano nello stesso edificio.

La svolta verso il “paranormale”   

Credenze,  superstizioni,  fantasmi e spiriti maligni di cui è pregna da sempre la cultura cinese tornarono in auge,  come ci ricorda un esperto sinologo come Simone Pieranni, con il beneplacito del partito comunista  dopo la demaoizzazione, per ricreare uno spirito identitario in un periodo di grandi cambiamenti. Una svolta verso il paranormale iniziata  tra  fine anni 70’ e inizio anni ’80, che sfociò  nella febbre del Qigong (un’antica Arte Cinese,  di movimenti del corpo codificati per far fluire il Qi, o energia vitale, all’interno dei nostri meridiani energetici), con derive  irrazionaliste. Tanto da spingere, nel 1994,  il Partito comunista a dichiararlo una “pseudo-scienza”. E a promuovere nuove regole per lo studio della scienza nelle scuole riconoscendo che “negli ultimi anni l’istruzione pubblica” in questo campo “è andata in declino” parallelamente all’aumento della superstizione e dell’ignoranza.  

Ma fantasmi e spiriti maligni hanno continuato ad aleggiare sula Cina, dove ancor oggi, a capodanno, esplodono fuochi e petardi con lo scopo non tanto di fare “colore” quanto di far “rumore” per … scacciare gli spiriti maligni.  

A Pechino ci sono perfino dei percorsi nella “città dei fantasmi”, mentre periodicamente in alcuni di questi luoghi, come la Città Proibita, vengono denunciate presenze maligne o soprannaturali. Fantasmi, che non appaiono sotto forma di lenzuola svolazzanti, ma come presenze reali e minacciose.

A Tianjin (15 milioni di residenti), è diventato illegale allestire altari domestici con le immagini del defunto, pena una salatissima multa e l’insurrezione dei vicini. Le case funestate da un lutto vengono considerate colme di energia negativa.

Le “hongza” e i gonzi…

A Hong Kong, la città più superstiziosa di tutta la Cina, le “hongza, ovvero gli appartamenti in cui sono avvenute morti violente, perdono valore e nessuno vorrà più abitarci. Valgono fino al 40-60% in meno. E non solo quelli, ma anche gli appartamenti vicini o l’intero palazzo.

Sono tutte case registrate in misteriosi siti online che generano un mercato influenzato dai fantasmi. Una legge del governo di Hong Kong, varata nel 2004 impone alle agenzie immobiliari di tenere un database con la lista di tutte le “hongza” della città. E le condanna a risarcire gli acquirenti qualora omettano il macabro passato dell’immobile.

Ma negli ultimi anni la “hongza” è diventata un’arma a doppio taglio perché come fenomeno paranormale ha imposto i prezzi degli immobili di Hong Kong, fuori da ogni logica di mercato in uno dei mercati immobiliari più costosi al mondo. La polizia sospetta di assassinii su commissione per speculare sul mattone e vendere in fretta. Esistono migliaia di cause legali contro ex proprietari colpevoli di avere nascosto le maledizioni domestiche.

Abbandonato il culto degli antenati, che nel corso dei millenni si svolgeva in Cina nei templi o nelle case private, che possedevano tutte, nella zona più nobile e più centrale, un altare familiare eretto in loro onore, lo spettro della morte è tornato ad aleggiare, mentre l’antica cultura cinese non respingeva l’“ombra” fuori di sé, la introiettava, metabolizzandola  e inglobandola nella sua saggezza millenaria.

Così, oggi, nella Cina urbana, la repressione del pensiero della morte  e della  vista dei morti, “coincide, in qualche modo, con la repressione della memoria”, come ha scritto in un suo recente articolo Martina Melli, sul quotidiano “L’identità”. “Una repressione molto diffusa in Cina che rende il passato e i ricordi, più spaventosi, più spettrali. Come i fantasmi, i fantasmi del passato ripudiati dal Partito – il massacro di Piazza Tiananmen – non devono mai più essere nominati”.

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