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Serbia, migliaia in protesta contro le due sparatorie che hanno causato 17 morti

Serbia, migliaia in protesta contro le due sparatorie che hanno causato 17 morti

K metro 0 – Belgrado – Decine di migliaia di persone hanno sfilato a Belgrado lunedì sera per chiedere le dimissioni dei leader politici. La manifestazione è stata organizzata dopo che due sparatorie, tra cui una in una scuola, hanno causato 17 morti in meno di 48 ore la settimana scorsa, incluso molti bambini e

K metro 0 – Belgrado – Decine di migliaia di persone hanno sfilato a Belgrado lunedì sera per chiedere le dimissioni dei leader politici. La manifestazione è stata organizzata dopo che due sparatorie, tra cui una in una scuola, hanno causato 17 morti in meno di 48 ore la settimana scorsa, incluso molti bambini e il ferimento di diverse altre. I manifestanti si sono riuniti davanti al Parlamento, convocati da diversi partiti di sinistra e di destra dell’opposizione, con lo slogan “Serbia contro la violenza”. Lo ha riferito franceinfo.

Le proteste, pacifiche, si sono concentrate soprattutto a Belgrado, la capitale, e a Novi Sad, città nel nord della Serbia. Come riferisce il post.it, sono state indette da una serie di partiti di opposizione al governo populista del Partito Progressista Serbo, di centrodestra.

I partiti hanno chiesto “la fine immediata della promozione della violenza nei media e nello spazio pubblico”, nonché la partenza del ministro degli Interni e del capo dei servizi segreti. Entrambi sono accusati di inazione di fronte alla violenza. L’opposizione chiede anche le dimissioni del presidente Aleksandar Vucic.

Dopo le sparatorie, Aleksandar Vucic ha promesso di lanciare un piano di disarmo su larga scala. Secondo il progetto di ricerca Small Arms Survey (SAS), il 39% degli abitanti della Serbia possiede difatti un’arma da fuoco, il tasso più alto in Europa. Occorre ricordare, fra l’altro, che venerdì scorso Vucic ha concesso un’amnistia a tutte le persone che possiedono illegalmente armi, invitandole a riconsegnarle alla polizia senza venire punite. L’amnistia è iniziata lunedì e durerà 30 giorni: la polizia serba ha detto che solo nel primo giorno sono state consegnate circa 1.500 armi da fuoco. In passato iniziative del genere avevano funzionato: nel 2012, per esempio, un’amnistia di questo tipo aveva portato alla consegna volontaria di oltre 170mila armi.

Vucic, da parte sua, ha accusato l’opposizione di servirsi delle sofferenze causate dai due attacchi armati della settimana scorsa a fini politici, definendo i suoi avversari degli «avvoltoi».

Nonostante le sue norme per la detenzione di armi siano piuttosto rigide e prevedano una serie di requisiti e accertamenti, la Serbia è tuttavia il primo paese in Europa e il terzo al mondo per armi possedute: secondo un sondaggio realizzato nel 2018 dal Graduate Institute di Ginevra, un istituto di ricerca, in Serbia ci sono 39 armi ogni cento persone, la maggior parte delle quali detenute senza una valida licenza. Molte sono armi conservate da chi aveva combattuto nelle guerre jugoslave degli anni Novanta.

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