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Australia, la Difesa investirà in missili per contrastare la minaccia della Cina

K metro 0 – Sidney – Il governo australiano spenderà circa 19 miliardi di dollari australiani (12 miliardi di sterline) per acquistare missili a più lunga gittata per contrastare la crescente minaccia della Cina. Secondo un’importante revisione della difesa, infatti, “il Paese non può più essere protetto dal suo isolamento geografico nell’era dei missili”. Ne

K metro 0 – Sidney – Il governo australiano spenderà circa 19 miliardi di dollari australiani (12 miliardi di sterline) per acquistare missili a più lunga gittata per contrastare la crescente minaccia della Cina. Secondo un’importante revisione della difesa, infatti, “il Paese non può più essere protetto dal suo isolamento geografico nell’era dei missili”. Ne ha riferito la Bbc.com.

Lo studio di 110 pagine della Defence Strategic Review (DSR) è descritto come la più grande revisione della difesa australiana dalla Seconda guerra mondiale. E arriva in un momento di crescente tensione regionale per la posizione di Pechino nei confronti di Taiwan, che ha ripetutamente giurato di conquistare con la forza l’isola indipendente, se necessario.

Il primo ministro Anthony Albanese ha così dichiarato che la revisione “darà forma al futuro piuttosto che aspettare che il futuro dia forma a noi” e che le sue raccomandazioni renderanno l’Australia “più autosufficiente, più preparata e più sicura”. Il documento raccomanda espressamente alle forze armate australiane di spostare l’attenzione dai mezzi corazzati terrestri alla “capacità di attacco a più lungo raggio, con munizioni costruite in Australia”, ha affermato il ministro della Difesa Richard Marles.

Ha poi precisato che l’acquisizione di “missili d’attacco di precisione” con gittate superiori a 500 km (310 miglia) darà all’esercito “la potenza di fuoco e la mobilità di cui ha bisogno in futuro”. Un rapporto del 2022 di un think tank aveva già messo in guardia da uno “scenario peggiore” per le forze armate australiane nel caso in cui la Cina prendesse il controllo del territorio nella regione vicina durante un’eventuale guerra per Taiwan.

Il nuovo assetto di difesa del Paese dei canguri mira pertanto a tenere “una grande potenza avversaria come la Cina… il più lontano possibile”, ha dichiarato Malcolm Davis, analista dell’Australian Strategic Policy Institute (ASPI). L’Australia accelererà anche i piani per l’acquisizione del sistema Himars (High Mobility Artillery Rocket) terrestre, utilizzato con grande efficacia dall’esercito ucraino per arginare l’avanzata russa. Per finanziare le nuove priorità saranno accantonati diversi progetti, tra cui quelli relativi a nuovi cannoni semoventi e veicoli per il rifornimento di munizioni per l’esercito. Marles ha detto che la revisione ha anche evidenziato l’importanza di mantenere una “capacità di costruzione navale continua in questo Paese”.

Nel frattempo, Stati Uniti, Regno Unito e Australia hanno svelato i dettagli del loro piano per la creazione di una nuova flotta di sottomarini a propulsione nucleare, sempre con l’obiettivo di contrastare l’influenza della Cina nella regione indo-pacifica. In base al patto Aukus, dunque, l’Australia riceverà i suoi primi sottomarini a propulsione nucleare – almeno tre – dagli Stati Uniti. Gli alleati lavoreranno anche per creare una nuova flotta che utilizzi tecnologie all’avanguardia, tra cui i reattori Rolls-Royce prodotti nel Regno Unito.

Pechino ha subito criticato l’importante accordo navale. Oggi il suo ministero degli Esteri ha accusato le tre nazioni di “camminare sempre più sulla strada dell’errore e del pericolo”. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha risposto che l’accordo mira a rafforzare la pace nella regione e ha sottolineato che i sottomarini saranno “a propulsione nucleare, non armati con armi nucleari”.

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