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L’UE sanziona i responsabili della violazione dei diritti delle donne in sei paesi

K metro 0 – Bruxelles – Una decisione simbolica. Martedì 7 marzo, alla vigilia della festa della donna, che si celebra ovunque l’8 marzo, l’Unione Europea ha adottato sanzioni contro i responsabili di violenze sessuali e violazioni dei diritti delle donne in sei paesi, tra cui Afghanistan, Iran e Russia. Sanzioni che riguardano anche Sud

K metro 0 – Bruxelles – Una decisione simbolica. Martedì 7 marzo, alla vigilia della festa della donna, che si celebra ovunque l’8 marzo, l’Unione Europea ha adottato sanzioni contro i responsabili di violenze sessuali e violazioni dei diritti delle donne in sei paesi, tra cui Afghanistan, Iran e Russia.

Sanzioni che riguardano anche Sud Sudan, Birmania e Siria. E’ la prima volta che l’UE si pronuncia contro gli autori di violenze sessuali, ha dichiarato il ministro degli Esteri olandese Wopke Hoekstra. Ed è un chiaro messaggio ai colpevoli che i loro crimini non rimarranno impuniti.

Tra i sanzionati, con il congelamento dei beni e il divieto di ingresso nell’UE, ci sono due alti funzionari talebani: il ministro dell’Istruzione superiore Neda Mohammad Nadeem, “responsabile della diffusa violazione del diritto delle donne all’istruzione” e il ministro per la Promozione della virtù e la prevenzione del vizio. Si chiama proprio così! Un nome che è già tutto un programma: tornati al potere, nell’agosto 2021, i talebani lo hanno sostituito al precedente ministero degli Affari Femminili.

In realtà, hanno riesumato un dicastero che già esisteva durante il precedente regime talebano cessato nel 2001. E come in passato, la sua struttura attuale si completa con la cosiddetta Polizia della Moralità (già, proprio come quella appena congelata in Iran, dopo la rivolta delle donne…) pronta all’uso della frusta, della carcerazione e della lapidazione.

La violenza sessuale come tattica di guerra

Le sanzioni dell’UE hanno colpito anche  un funzionario di polizia di Mosca, Alexander Fedorinov (già noto per le massicce e sistematiche violazioni dei diritti umani contro i leader dell’opposizione nella Russia di Putin)  e uno dei suoi subordinati, Ivan Ryabov, accusati di arresti arbitrari e torture di manifestanti contro la guerra. Oltre a due alti funzionari militari russi, Nikolai Kuznetsov e Ramil Ibatoullin, per violenza sessuale e stupro commessi da uomini al loro comando in Ucraina nel marzo e aprile 2022.

Due funzionari locali del Sud Sudan, a capo delle milizie filogovernative, Gatluak Nyang Hoth e Gordon Koang Biel, sono stati sanzionati per “l’uso sistematico della violenza sessuale come tattica di guerra”. Nel mirino dell’UE anche il viceministro dell’Interno birmano, Toe Ui. È accusato di aver consentito al personale di sicurezza militare sotto la sua autorità di denudare, stuprare, impartire scosse elettriche, provocare bruciature dei genitali, durante la detenzione arbitraria e l’interrogatorio di uomini, donne e, in particolare, “membri della comunità LGBTQI”.

Le sanzioni  sono un chiaro messaggio alle vittime: l’UE vi sosterrà, ovunque voi siate, in tutto il mondo.

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