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Portogallo: generi alimentari prezzi alle stelle, confronto con Spagna, Francia e Germania

K metro 0 – Lisbona – In Portogallo, l’impegno complessivo dei cittadini per la spesa alimentare è quasi il doppio di quello, ad esempio, dei francesi. Nonostante l’ultimo leggero rallentamento del tasso di inflazione, informa la testata lusitana bomdia, i prezzi dei prodotti alimentari continuano a salire, e ci sono beni che, anzi, nei supermercati portoghesi (supermercati,

K metro 0 – Lisbona – In Portogallo, l’impegno complessivo dei cittadini per la spesa alimentare è quasi il doppio di quello, ad esempio, dei francesi. Nonostante l’ultimo leggero rallentamento del tasso di inflazione, informa la testata lusitana bomdia, i prezzi dei prodotti alimentari continuano a salire, e ci sono beni che, anzi, nei supermercati portoghesi (supermercati, non negozi specializzati!) sono venduti a prezzi addirittura al di sopra di quelli dei Paesi europei con economie più forti. I supermercati negano la presenza di alti margini di profitto, ma il governo insiste sulla loro esistenza, e promette vigilanza e severe misure contro possibili manovre speculative.

L’altra testata “Jornal de Notícias” ha confrontato il costo di 13 prodotti essenziali, concludendo che, tenuto conto di quello che è il salario minimo medio di un lavoratore portoghese, oggi nel Paese si fronteggiano “un portafoglio povero e prezzi alti”: per alcuni generi alimentari, superiori addirittura a quelli di Spagna, Francia e persino Germania (dal confronto, notiamo, restano fuori l’Italia e il Regno Unito, il quale da tempo è alle prese con un’ondata inflattiva che ha poco da invidiare a quella portoghese).

Esattamente – informa la testata specialistica “MarketScreener” – i prezzi al consumo nel Paese lusitano complessivamente sono aumentati dell’8,2% su base annua a febbraio scorso, con un leggero rallentamento rispetto all’8,4% registrato nel mese precedente: secondo i dati dell’Istituto Nazionale di Statistica (INE), annunciati a fine febbraio. Tuttavia, l’inflazione “core”, che esclude, cioè, i prezzi volatili di cibo ed energia, riguardando altri beni e servizi, ha registrato il 7,2% su base annua, cioè un valore minore (anche se in aumento rispetto alla lettura del 7,0% di gennaio).

L’inflazione, comunque, in Portogallo, in realtà, complessivamente  si è raffreddata, dopo aver raggiunto un picco del 10,1% in ottobre: il ritmo più veloce di aumento dei prezzi al consumo sin dal 1992, alimentato dalla generale impennata dei prezzi dell’energia e degli alimenti dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, con tutte le relative conseguenze economiche.

Il capo economista della Banca Centrale Europea (BCE), Philip Lane, ha dichiarato tuttavia alla Reuters, in un’intervista di fine febbraio che, sebbene le pressioni inflazionistiche della zona euro abbiano iniziato ad allentarsi (come riscontrato, anche in Italia, dagli ultimi studi dell’ISTAT), la BCE non porrà fine ai rialzi dei tassi sino a quando non sarà certa che la crescita dei prezzi stia tornando verso il 2%. “Hic Rhodus”, hic salta”…

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