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TAJANI, dal Mediterraneo ai Balcani cresce la voglia d’Italia

TAJANI, dal Mediterraneo ai Balcani cresce la voglia d’Italia

K metro 0 – Roma – Antonio Tajani, dal 22 ottobre, è ministro degli affari esteri e Vicepresidente del Consiglio dei ministri nel governo Meloni. A Kmetro0 ha risposto su diversi fronti: politica nazionale, europea ed estera. Intervista di Enrico Singer La politica estera è al centro dell’iniziativa del nuovo governo. Per la guerra in Ucraina, naturalmente, ma

K metro 0 – Roma – Antonio Tajani, dal 22 ottobre, è ministro degli affari esteri e Vicepresidente del Consiglio dei ministri nel governo Meloni. A Kmetro0 ha risposto su diversi fronti: politica nazionale, europea ed estera.

Intervista di Enrico Singer

La politica estera è al centro dell’iniziativa del nuovo governo. Per la guerra in Ucraina, naturalmente, ma non solo. Quali sono le direttrici dell’azione internazionale dell’Italia?

L’obiettivo del governo è rendere l’Italia sempre più protagonista. Un obiettivo che sento essere condiviso dalle diverse articolazioni del Paese. Lavoreremo per promuovere il nostro ruolo nel mondo a tutti i livelli, daremo impulso alle opportunità di internazionalizzazione delle nostre imprese e offriremo servizi sempre più efficienti per i connazionali. In queste prime settimane ci siamo concentrati sul Mediterraneo e sui Balcani, dove c’è una grande voglia d’Italia. Intendiamo ora puntare sull’Africa e sull’America Latina. Nel corso delle mie prime missioni, ho riaffermato il saldo ancoraggio ai tre assi portanti della nostra politica estera: europeismo, atlantismo, multilateralismo. Inoltre, abbiamo consolidato il peso dell’Italia in aree prioritarie per i nostri interessi nazionali, intensificando i rapporti con Paesi fornitori di gas che possono mettere in sicurezza l’Italia anche sotto il profilo migratorio.

Nessuno può prevedere quando e come finirà la guerra in Ucraina. Ma prima o poi quel giorno arriverà e si dovrà allora vincere la pace. Con un grande impegno per la ricostruzione. Quale sarà il futuro possibile?

Mettere l’Ucraina nelle condizioni di difendersi per rimanere libera e indipendente è l’unico modo per arrivare alla pace. Naturalmente, continueremo a sostenere tutti gli sforzi di mediazione per una soluzione del conflitto. Tuttavia, nell’immediato, saranno le armi a continuare a parlare. La guerra in Ucraina rappresenta uno spartiacque nella storia europea e occidentale. La Nato è oggi più compatta e l’Unione europea sta dando una grande prova di unità. L’Italia continuerà a svolgere un ruolo primario all’interno dell’Europa a sostegno dell’Ucraina, anche attraverso l’invio delle armi per difendersi. E ci prepariamo a sostenere la ricostruzione del Paese con ogni mezzo disponibile, mobilitando risorse pubbliche e private.

L’ingresso della Croazia nell’euro e nell’area Schengen è stato un primo segnale di rilancio dell’Unione dopo lo shock della Brexit. Quali le prossime tappe per rafforzare l’Unione?

L’ingresso della Croazia nell’area euro e nello spazio Schengen è un enorme successo e un simbolo del suo profondo attaccamento ai valori europei. Di questo risultato beneficerà anche l’Italia, poiché faciliterà il commercio con un Paese amico a noi vicino e rafforzerà ulteriormente il progetto europeo. L’Italia ha bisogno dell’Unione europea cosi come l’Ue ha bisogno dell’Italia. Credo che la risposta migliore alle sfide che ci attendono sia un’Unione più forte, più equa, più solidale e responsabile. Per questo bisogna lavorare su alcuni settori. Primo, è necessario controllare in modo più efficace le frontiere esterne dell’Ue e sviluppare una vera politica comune in materia di migrazione e asilo, basata su un giusto equilibrio fra responsabilità degli Stati di primo ingresso e solidarietà da parte di tutti gli Stati membri. Secondo, è necessario rivedere le regole su cui si basano i fondamentali dell’Unione economica. La pandemia e la guerra hanno mostrato che senza un’attenzione maggiore verso la crescita economica e senza maggiore flessibilità sui conti pubblici, rischiamo la disintegrazione dello spazio economico europeo. Terzo, dobbiamo investire per preservare i sistemi ambientali e agricoli locali, e creare progressivamente un mercato dell’energia comunitario a prezzi accessibili. Infine, è fondamentale investire maggiori risorse verso il nostro vicinato immediato, Balcani e Mediterraneo, e impostare un partenariato globale con l’Africa.

Sull’atteggiamento nei confronti di un governo di centrodestra in Italia ci sono state molte speculazioni. In questi primi cento giorni che riscontri ha avuto dai suoi interlocutori?

L’atteggiamento degli altri Paesi verso il governo, di qualsiasi colore, in Italia dipende dalle politiche che si decide di adottare. Alcuni Paesi potrebbero essere d’accordo con le nostre misure, mentre altri potrebbero muovere critiche. Tuttavia, ho sempre ricevuto dai miei interlocutori attesati sinceri di profondo rispetto e fiducia per il governo che è il risultato del voto degli italiani. L’Italia è considerata un paese importante in Europa e nel mondo, e le sue scelte politiche hanno sempre un impatto significativo sulla comunità internazionale. La vittoria del centrodestra e di Giorgia Meloni ha rappresentato una svolta storica, e non soltanto perché, per la prima volta, è una donna a ricoprire il ruolo di Presidente del Consiglio, ma anche perché per la prima volta nella storia del Paese, un leader politico espressione della destra ha ricevuto dagli italiani l’incarico di guidare l’esecutivo.

A Trieste lei ha organizzato alla fine di gennaio la conferenza “l’Italia e i Balcani”. Quale il significato di questa iniziativa e quali i risultati?

L’obiettivo della Conferenza di Trieste – città che rappresenta la porta di ingresso dell’Italia nei Balcani occidentali – è stato di rilanciare la presenza istituzionale e commerciale dell’Italia nella regione, attraverso un rinnovato sostegno al processo di integrazione europea. L’Italia punta ad affermarsi quale piattaforma di dialogo e di cooperazione con i Balcani per facilitare la riconciliazione regionale e la sua integrazione nell’Ue. Il governo è pertanto impegnato a sviluppare una strategia di lungo periodo nella regione che è di interesse per la politica estera e di sicurezza del nostro Paese, anche nell’ottica di ridurre i flussi migratori. La Conferenza è servita da apripista per le prossime iniziative. Organizzeremo nei prossimi mesi la Conferenza internazionale di alto livello sui Balcani Occidentali, un Business Forum con Serbia e Kosovo, una nuova riunione del Comitato economico congiunto con l’Albania, a cui affiancare anche un Business Forum, e una Conferenza internazionale sul corridoio paneuropeo VIII che è uno dei dieci progettati per favorire il trasporto di persone e merci tra Europa occidentale e orientale.

L’Italia si è subito mobilitata in aiuto di Turchia e Siria colpite dal terremoto. Quale è l’impegno del nostro Paese?

L’Italia si contraddistingue sempre per la sua solidarietà e, di fronte a questa immane tragedia, siamo stati tra i primi a intervenire con aiuti e squadre di soccorso. Sono vicino al popolo turco che ha avuto moltissime vittime e sono vicino al popolo siriano che subisce un altro duro colpo dopo anni di guerra. E la mia vicinanza va ai cinque cittadini italiani di origine siriana morti ad Antiochia e alla famiglia del nostro connazionale Angelo Zan che ha perso la vita in Turchia. Continueremo a fare tutto il possibile per aiutare le popolazioni colpite.

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