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UE, le donne continuano a guadagnare meno degli uomini

K metro 0 – Bruxelles – Il  divario salariale tra uomini e donne nell’UE resta alto: dal 20,1% in Romania all’1,4% in Lituania.  Le donne nell’UE continuano a guadagnare meno degli uomini a parità di lavoro, con un divario retributivo medio di genere del 10,8% nell’insieme dei paesi dell’Unione. Per ogni euro guadagnato da un uomo,

K metro 0 – Bruxelles – Il  divario salariale tra uomini e donne nell’UE resta alto: dal 20,1% in Romania all’1,4% in Lituania. 

Le donne nell’UE continuano a guadagnare meno degli uomini a parità di lavoro, con un divario retributivo medio di genere del 10,8% nell’insieme dei paesi dell’Unione. Per ogni euro guadagnato da un uomo, una donna guadagnerà 0,87 euro. E sebbene il divario tenda a ridursi, il progresso, pur costante, è ancora troppo lento.

In estrema sintesi, le donne, nell’Unione europea,  lavorano gratis 44 giorni all’anno rispetto agli uomini. Un divario lento a diminuire. Negli ultimi 10 anni si è ridotto solo dell’1,7%. Un “progresso minimo” che suggerisce solo la necessità di “continuare a combattere”, sostiene María Eugenia Rodríguez Palop, vicepresidente della Commissione per i diritti della donna del parlamento europeo. La situazione tuttavia cambia a seconda dello Stato membro. Il divario maggiore si registra in Romania e Grecia, come risulta dai dati forniti da Lucía  Gonzáles nella sua inchiesta condotta per RTVE (il più importante gruppo radiotelevisivo in Spagna).  

Quando si parla di differenziale salariale, non si intende che le aziende paghino salari base diversi ai propri dipendenti in funzione del genere, ma che i lavori con le stesse responsabilità non vengono pagati allo stesso modo.

Il divario, pertanto, si crea premiando alcune categorie o occupazioni rispetto ad altre attraverso integrazioni salariali e straordinari che generano  discriminazione in base al genere. Qualcosa che “succede perché gran parte delle donne si dedica al lavoro domestico e di cura”, osserva Maria Rodríguez Palop.

Una primo sguardo sul divario salariale nei paesi europei rivela grandi differenze tra di essi. In Romania, il divario si attesta al 20,1%, e questo la colloca in testa ai Ventisette paesi membri UE, (secondo i dati della Commissione Europea). Segue a ruota la Grecia, con un tasso del 19,8%.

Il divario salariale in Spagna è leggermente inferiore alla media europea, al 10,6%. Un dato lontano dal Portogallo (con il 5,9%) e dalla Francia (con il 6,2%), ma vicino al 10% dell’Irlanda o al 10,1% del Belgio.

All’estremo opposto, la Lituania, con un divario salariale dell’1,4%, il più basso dell’Unione. Vicino alla Lituania e sotto il 5% troviamo la Finlandia con il 2%, l’Estonia con il 3,7% e Norvegia e Lettonia con il 4,8%.

Piccoli progressi negli ultimi anni

La situazione è migliorata nell’Unione nel suo complesso, ma  solo a piccoli passi. E in alcuni casi è peggiorata.  In Bulgaria, il divario era del 5,8%, mentre oggi è dell’8,4%. Un peggioramento che è stato registrato anche anche da altri  paesi come Cipro, Irlanda o Ungheria.

Dati che stridono con quanto accaduto a Malta, dove il differenziale salariale è diminuito del 18,8% (dal 35,2% del 2011 al 16,4%). Un altro forte calo è stato registrato in Lussemburgo, paese in cui è sceso dell’8%.

Nel resto dei paesi il divario è diminuito solo in piccole misure, come nel caso di Germania, Belgio, Grecia o Paesi Bassi, con diminuzioni di circa il 3%.

In Spagna, sebbene la disuguaglianza non sia aumentata, il divario salariale è diminuito di un solo punto dal 2011.

Stipendi medi: le  donne sempre in coda

Il gap salariale appare chiaramente dagli ultimi dati sulle retribuzioni medie nei Ventisette paesi UE pubblicati da Eurostat. In Danimarca,  un uomo guadagna in media  36.447 euro all’anno, una donna guadagna 1.398 euro in meno.

Nonostante i progressi, in nessun paese dell’Unione le donne guadagnano in media quanto gli uomini. Una situazione manifestamente iniqua e discriminatoria. Per correggere questa stortura, a Bruxelles ritengono sia decisiva una maggiore trasparenza salariale da parte delle aziende, per poter verificare in modo chiaro questo divario e prendere le misure adatte a ridurlo nettamente.

Più di 100 anni per raggiungere una vera uguaglianza

Nonostante la Spagna registri un divario minore rispetto alla media europea, i progressi non sono incoraggianti. Se continuano a questo ritmo, ci vorranno più di 100 anni (almeno tre generazioni) per raggiungere una vera uguaglianza.

Secondo gli ultimi dati dell’Istituto nazionale di statistica (INE), gli uomini in  guadagnano 27.642,52 euro all’anno in Spagna, mentre le donne guadagnano 22.467,48 euro. Una differenza di oltre 5.000 euro l’anno a favore degli uomini, superata in alcune regioni.

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