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L’Armenia rinuncia all’incontro di pace di Mosca con l’Azerbaigian

L’Armenia rinuncia all’incontro di pace di Mosca con l’Azerbaigian

K metro 0 – Mosca – Il Ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, ha riferito oggi che i dirigenti armeni si rifiutano di prendere parte all’ incontro previsto per domani a Mosca per stendere un ulteriore accordo tra Yerevan e Baku. Lavrov, ha sottolineato l’importanza di continuare “il lavoro programmato” per attuare le dichiarazioni trilaterali

K metro 0 – Mosca – Il Ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, ha riferito oggi che i dirigenti armeni si rifiutano di prendere parte all’ incontro previsto per domani a Mosca per stendere un ulteriore accordo tra Yerevan e Baku. Lavrov, ha sottolineato l’importanza di continuare “il lavoro programmato” per attuare le dichiarazioni trilaterali dei leader di Russia, Azerbaigian e Armenia, firmate nel 2020, 2021 e 2022.

In una nota, il Ministro Lavrov riferisce di aver informato “con rammarico” il suo omologo azero Jeyhun Bayramov della decisione dell’Armenia, sottolineando la “necessità di un rigoroso rispetto degli accordi trilaterali per garantire una comunicazione senza ostacoli tra il Nagorno-Karabakh e l’Armenia lungo il corridoio di Lachin”. “È stata discussa la situazione nell’area di responsabilità del contingente di mantenimento della pace russo, che è peggiorata a causa della chiusura del corridoio di Lachin e dei disaccordi tra le parti sul controllo dei giacimenti di minerale nella regione”.

Il corridoio di Lachin è una strada utilizzata dall’Armenia per accedere a zone della regione del Karabakh. Le organizzazioni non governative azere presenti nel corridoio hanno protestato contro lo “sfruttamento illegale delle risorse naturali” denunciando altre attività illegali da parte armena,  ma non hanno “chiuso” o bloccato il corridoio, afferma l’Azerbaigian.

L’Azerbaigian è impegnato nei suoi obblighi e si è dichiarato pronto a fornire assistenza agli armeni che vivono nel suo territorio in caso di necessità. Una di queste è la creazione di una linea di assistenza per i bisogni umanitari nella regione del Karabakh, sottolinea in una nota inviata a kmetro0, Sabina Aliyeva, Commissario per i Diritti umani dell’Azerbaijan. “Non ci sono ostacoli al libero passaggio dei beni necessari e alla circolazione per scopi umanitari. Anche i familiari delle forze di pace potevano attraversare questa strada. Inoltre – prosegue la nota – attraverso la strada Khankendi-Lachin sono state create tutte le condizioni per il libero passaggio delle ambulanze, nonché dei veicoli del Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR)”.

Dal 12 dicembre, gli ecologisti azeri e le ONG hanno protestato contro lo sfruttamento illegale delle risorse naturali da parte dell’Armenia nella regione del Karabakh, dove le forze di pace russe sono di stanza dall’indomani del conflitto dell’autunno 2020. Le proteste pacifiche sulla strada Khankendi-Lachin vanno comunque avanti da 10 giorni.

Oggi, intanto, in una dichiarazione separata, il primo ministro armeno Nikol Pashinyan ha accusato la missione di mantenimento della pace russa in Karabakh di non aver adempiuto ai propri doveri.

Le relazioni tra le due ex repubbliche sovietiche di Armenia e Azerbaigian sono tese dal 1991, quando l’esercito armeno occupò il Nagorno-Karabakh, territorio internazionalmente riconosciuto come parte dell’Azerbaigian, e sette regioni adiacenti. Nell’autunno del 2020, dopo 44 giorni di duri scontri, l’Azerbaigian ha liberato diverse città, villaggi e insediamenti dall’occupazione armena. L’accordo di pace mediato dalla Russia è stato accolto a Baku come un trionfo.

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Joseph Villeroy
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