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Frontiere, cooperazione turco-bulgara per gestire la sicurezza

Frontiere, cooperazione turco-bulgara per gestire la sicurezza

K metro 0 – Ankara – Mentre l’Ue, respinge la richiesta di Bulgaria e Romania di entrare nell’area di Schengen, Turchia e Bulgaria sottolineano la necessità di un’efficace cooperazione per garantire la sicurezza delle frontiere nella gestione della migrazione irregolare. Lo ha affermato ieri  il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, in una conferenza stampa congiunta

K metro 0 – Ankara – Mentre l’Ue, respinge la richiesta di Bulgaria e Romania di entrare nell’area di Schengen, Turchia e Bulgaria sottolineano la necessità di un’efficace cooperazione per garantire la sicurezza delle frontiere nella gestione della migrazione irregolare. Lo ha affermato ieri  il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, in una conferenza stampa congiunta con il suo omologo bulgaro Rumen Radev a Istanbul.

“Ci siamo concentrati sulla necessità di una cooperazione efficace nella gestione della migrazione irregolare”, ha detto il presidente turco, aggiungendo che questa cooperazione bilaterale si svilupperà ulteriormente con il completamento della modernizzazione dei valichi di frontiera sul lato bulgaro e il rafforzamento delle infrastrutture per le ispezioni alimentari. I colloqui con la Turchia, sono stati “molto utili”, ha affermato Radev, citato dall’agenzia Anadolu, sottolineando l’importanza di aumentare la sicurezza dei valichi di frontiera con l’adozione di misure congiunte, e salutando gli sforzi di Ankara per prevenire la crescente immigrazione clandestina.

Intanto il volume degli scambi turco-bulgari ha raggiunto i 6 miliardi di dollari l’anno scorso, e l’obiettivo comune deciso nei colloqui di venerdì – ha precisato Erdogan – è di portarlo in breve tempo a 10 miliardi di dollari. Altro tema all’ordine del giorno, le opportunità di cooperare nella sicurezza energetica per la quale Ankara adotterà le misure necessarie per soddisfare la domanda da parte di Sofia.

Dal canto suo, il presidente bulgaro Radev, ha apprezzato gli sforzi di Ankara per rafforzare l’accordo con la Russia sul corridoio del grano dall’Ucraina e il sostegno al bisogno di gas liquefatto del suo Paese.

A luglio scorso, infatti, le Nazioni Unite, la Russia e l’Ucraina hanno firmato a Istanbul un accordo per riprendere le esportazioni di grano da tre porti ucraini del Mar Nero, che erano state sospese a febbraio a causa della guerra russo-ucraina.

Infine, i ministri dell’Interno dell’Unione Europea hanno votato per accettare la Croazia nella zona Schengen, respingendo però le domande di Romania e Bulgaria. Il ministro degli Esteri tedesco ha commentato la vicenda definendola una brutta giornata per l’Europa.

Austria e Paesi Bassi, invece, hanno votato contro l’ammissione di Romania e Bulgaria, adducendo la preoccupazione che entrambi i Paesi, risultino deboli nei confronti dell’immigrazione clandestina.

La Commissione europea sostiene il principio che tutti e tre i paesi soddisfino i criteri necessari per entrare a far parte di Schengen, area che comprende 420 milioni di persone. “Anch’io sono deluso”, ha detto il commissario europeo per gli affari interni Ylva Johansson.

Tuttavia, Romania e Bulgaria sostengono che relativamente pochi migranti attraversano il loro territorio e che il loro tentativo di aderire a Schengen è deragliato per motivi politici.

Quest’anno l’agenzia europea per le frontiere Frontex ha segnalato 128.000 “ingressi irregolari” nell’UE dai Balcani occidentali, un aumento del 77% rispetto al 2021, con 22.300 nel solo mese di ottobre. Sembra, però, che questi numeri, includano più tentativi d’ingresso da parte delle stesse persone.

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Nizar Ramadan
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