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Libano, si indaga su nuovi casi sospetti di colera

Libano, si indaga su nuovi casi sospetti di colera

K metro 0 – Beirut – Il ministro della Sanità libanese Firas Abiad ha dichiarato oggi che le autorità stanno indagando su alcuni casi sospetti di colera il giorno dopo la conferma del primo caso di malattia dal 1993. Il primo caso era un rifugiato siriano di mezza età che viveva nella provincia settentrionale di

K metro 0 – Beirut – Il ministro della Sanità libanese Firas Abiad ha dichiarato oggi che le autorità stanno indagando su alcuni casi sospetti di colera il giorno dopo la conferma del primo caso di malattia dal 1993.

Il primo caso era un rifugiato siriano di mezza età che viveva nella provincia settentrionale di Akkar, poverissima, seguito da un secondo caso nella zona. Tutto questo accade quasi un mese dopo un’epidemia di colera nella vicina Siria, devastata dalla guerra. Circa un milione di rifugiati siriani fuggiti dalla guerra civile del loro Paese risiede difatti nel vicino Libano. La maggior parte vive in condizioni di estrema povertà in insediamenti fatti di tende o in appartamenti sovraffollati.

A partire da mercoledì, i funzionari sanitari siriani hanno così documentato almeno 594 casi di colera e 39 decessi. Nel frattempo, nel nord-ovest del Paese, controllato dai ribelli, le autorità sanitarie hanno documentato 605 casi sospetti, decine di casi confermati e almeno un decesso.

Richard Brennan, direttore regionale per le emergenze della regione del Mediterraneo orientale dell’OMS, ha dichiarato ieri all’Associated Press che l’organizzazione si sta coordinando con gli altri Paesi confinanti con la Siria per aiutare a rispondere a una possibile epidemia. Tuttavia, ha precisato che i vaccini scarseggiano a causa della domanda globale.

Le Nazioni Unite e il Ministero della Salute siriano hanno comunicato che la fonte dell’epidemia è probabilmente legata al fatto che è stata bevuta acqua non sicura dal fiume Eufrate e utilizzata acqua contaminata per irrigare le colture, con conseguente contaminazione degli alimenti. Anche per molti libanesi la povertà si è aggravata: molte famiglie spesso razionano l’acqua, non potendo permettersi serbatoi privati per l’acqua potabile e per uso domestico. Abiad ha aggiunto che “ci sono diversi altri casi sospetti; il colera è una malattia facilmente trasmissibile”.

Il ministro della Sanità libanese ha precisato che le autorità stanno lavorando da settimane con il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia e l’Organizzazione Mondiale della Sanità per garantire che il Paese, che soffre di ristrettezze economiche, sia in grado di rispondere a un’eventuale epidemia e di espandere le capacità di analisi negli ospedali e nei laboratori. “Ci stiamo assicurando che ci sia acqua sicura e un buon sistema fognario”, ha detto. Secondo l’OMS, l’infezione da colera è causata dal consumo di cibo o acqua infettati dal batterio Vibrio cholerae e, sebbene la maggior parte dei casi sia lieve o moderata, il mancato trattamento della malattia può portare alla morte. Abiad ha confermato che il Libano ha comunque le attrezzature e i farmaci necessari per curare i pazienti.

I nuovi casi si verificano mentre l’economia libanese continua a perdere colpi, facendo sprofondare tre quarti della popolazione nella povertà. Le interruzioni di corrente, la carenza d’acqua e l’inflazione alle stelle hanno peggiorato le condizioni di vita di milioni di persone soprattutto dall’esplosione avvenuta nel porto di Beirut nell’agosto 2021.

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