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Gas serra: le emissioni dei paesi ricchi danneggiano quelli più poveri

Gas serra: le emissioni dei paesi ricchi danneggiano quelli più poveri

K metro 0 – Washington – Stati Uniti e Cina, i due maggiori emettitori di gas serra al mondo, hanno causato ciascuno perdite economiche globali di oltre 1,8 trilioni (1,8 milioni di miliardi) di dollari (un terzo dei danni climatici mondiali) dal 1990 al 2014. E’ il dato, sensazionale, che emerge da uno studio, condotto

K metro 0 – Washington – Stati Uniti e Cina, i due maggiori emettitori di gas serra al mondo, hanno causato ciascuno perdite economiche globali di oltre 1,8 trilioni (1,8 milioni di miliardi) di dollari (un terzo dei danni climatici mondiali) dal 1990 al 2014.

E’ il dato, sensazionale, che emerge da uno studio, condotto da Christopher Callahan e Justin Mankin del Dartmouth College, pubblicato martedì dalla rivista “Climatic Change”.

Negli ultimi anni, sempre più paesi hanno chiesto alle nazioni più ricche di pagare per le perdite derivanti dalle emissioni che alterano il clima.

Il cambiamento climatico ha danneggiato i raccolti agricoli, nei paesi meno sviluppati, riducendo la produttività del lavoro e frenando la produzione industriale.

“Abbiamo quantificato la responsabilità di ogni nazione per le variazioni storiche del reddito dovute alla temperatura in ogni altro paese”.

Secondo Callahan lo studio del Dartmouth College fornisce “una base scientifica per le affermazioni sulla responsabilità climatica”. E per le conseguenti richieste di risarcimenti. Ma gli Stati Uniti hanno respinto la possibilità che i paesi con più alti livelli di emissioni debbano risarcire quelli più vulnerabili per questi danni.

Storicamente, le cause legali intraprese per danni climatici hanno preso di mira le azioni delle compagnie petrolifere e del gas piuttosto che la responsabilità di un singolo paese.

Callahan e Mankin hanno calcolato il danno causato dalle emissioni di un singolo paese all’economia di un altro paese su un campione di 143 paesi per i quali sono disponibili dati.

Secondo lo studio, i paesi che subiscono perdite economiche dalle emissioni statunitensi hanno temperature più calde e sono più poveri della media globale. Si trovano generalmente nel sud del mondo o ai tropici.

Dal 1990 al 2014, gli Stati Uniti sono costati al Messico circa 80 miliardi di dollari di perdite economiche rispetto alle emissioni generate dal territorio statunitense. Le Filippine hanno subito perdite per 34 miliardi di dollari.

Al contrario, le emissioni prodotte dagli Stati Uniti hanno avuto un impatto economico positivo su paesi come Canada e Russia, contribuendo a guadagni rispettivamente di 247 e 341 miliardi di dollari.

I paesi che hanno beneficiato delle emissioni statunitensi hanno temperature più fresche e sono più ricchi della media globale. Questi paesi si trovano tipicamente alle latitudini nord o medie. Temperature più calde, in alcuni casi, possono aiutare ad accrescere la produzione aumentando i raccolti.

Anche la distribuzione dell’impatto sui cambiamenti climatici è diseguale, poiché i primi 10 paesi emittenti hanno causato più di due terzi delle perdite globali.

“I paesi che hanno emesso di meno sono anche quelli che tendono a essere danneggiati dall’aumento del riscaldamento globale”: una doppia iniquità secondo Callahan.

Esaminando la quantità di carbonio emessa da ciascuna nazione e il suo impatto sulle temperature globali, Callahan ha poi collegato questo dato a studi economici che hanno esaminato la relazione tra aumento della temperatura e danni in ciascun paese.

Le cinque nazioni che sono state colpite di più in termini di dollari complessivi sono state Brasile, India, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Indonesia, perché sono le maggiori economie nella zona calda più vulnerabile.

I paesi che hanno subito il maggior colpo in base al PIL sono gli Emirati Arabi Uniti, la Mauritania, l’Arabia Saudita, l’Oman e il Mali, ha affermato Callahan.

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