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Francia: due aziende di tecnologia sotto accusa per spionaggio e complicità in atti di tortura

Francia: due aziende di tecnologia sotto accusa per spionaggio e complicità in atti di tortura

K metro 0 – Parigi – Quattro dirigenti di due società francesi, Amesys e Nexa Technologies, sono sotto indagine giudiziaria per aver aiutato il leader libico Muammar Gheddafi e il presidente egiziano al-Sisi a spiare personaggi dell’opposizione in seguito detenuti e torturati. La notizia è stata diffusa oggi dalla Federazione internazionale dei diritti dell’uomo (FIDH),

K metro 0Parigi – Quattro dirigenti di due società francesi, Amesys e Nexa Technologies, sono sotto indagine giudiziaria per aver aiutato il leader libico Muammar Gheddafi e il presidente egiziano al-Sisi a spiare personaggi dell’opposizione in seguito detenuti e torturati.

La notizia è stata diffusa oggi dalla Federazione internazionale dei diritti dell’uomo (FIDH), un gruppo che si batte per la difesa dei diritti umani, e confermata da fonti giudiziarie. In particolare, l’ex capo di Amesys, Philippe Vannier, è stato accusato la settimana scorsa a Parigi di “complicità in atti di tortura“. E così, anche sul patron di Nexa Technologies, Olivier Bohot, insieme con altri due dirigenti, pende l’accusa di “complicità in atti di tortura e sparizioni forzate“. In sintesi, le due aziende di tecnologia informatica sono indagate per aver venduto dispositivi di sorveglianza su Internet rispettivamente alla Libia e all’Egitto, utilizzati per rintracciare gli oppositori del regime.

Nel 2007, Amesys aveva siglato un contratto con il governo della Libia per fornire tecnologie di sorveglianza per intercettare comunicazioni ed analizzare i dati con i quali il regime del dittatore libico avrebbe represso l’opposizione, commettendo gravi violazioni dei diritti umani. Nel marzo 2014, Nexa ha venduto un sistema di sorveglianza simile al governo egiziano, che avrebbero agevolato la repressione brutale diffusa da parte di al- Sisi.

Le accuse dei pubblici ministeri arrivano dopo che nel 2011 gli accordi di sorveglianza erano stati riportati dal Wall Stree Journal, proprio mentre le proteste della Primavera araba imperversavano in diversi paesi del Medio Oriente. Il rapporto del WSJ rivelava difatti che Amesys aveva fornito la tecnologia Deep Packet Inspection al governo di Muammar Gheddafi, permettendogli di intercettare di nascosto i messaggi Internet. Amesys ha riconosciuto l’accordo tecnologico con la Libia, concluso nel contesto dell’allentamento dei legami con l’Occidente a partire dal 2007, quando Gheddafi incontrò il presidente francese Nicolas Sarkozy a Parigi. E almeno sei presunte vittime dello spionaggio che si sono unite alla causa come parte civile sono state interrogate dai giudici francesi dal 2013 al 2015. Nel 2017, i giudici si sono poi concentrati su Nexa, accusata di aver venduto al governo del presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi una versione aggiornata del software Amesys chiamato “Cerebro”, in grado di tracciare messaggi o chiamate in tempo reale. La FIDH ha affermato che i giudici stanno anche indagando sulla vendita di tecnologie simili all’Arabia Saudita. Nel 2017, la società di informatica francese Qosmos ha presentato accuse di diffamazione contro France 24 e un ex dipendente diventato informatore per un rapporto sulla presunta complicità dell’azienda in atti di tortura nella Siria di Bashar al-Assad e nella Libia di Muammar Gheddafi. Qosmos ha perso però la causa per diffamazione.

Grande soddisfazione viene espressa in conclusione dai legali di FIDH, Clémence Bectarte e Patrick Baudouin: “E’ una svolta importante, perché dimostra che ciò che vediamo ogni giorno sul campo – i collegamenti fra le attività di queste società di sorveglianza e le violazioni dei diritti umani, può essere considerato criminale e portare ad accuse di complicità”.

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