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Russia: nuove pressioni sul caso dell’avvelenamento di Navalny

Russia: nuove pressioni sul caso dell’avvelenamento di Navalny

K metro 0 – Mosca – La Russia è stata sottoposta oggi a nuove pressioni per spiegare quanto è accaduto sul caso dell’avvelenamento di Alexei Navalny. Navalny si ammalò il 20 agosto durante un volo interno in Russia e due giorni dopo fu trasportato in Germania per essere curato. Test effettuati dai laboratori in Germania,

K metro 0 – Mosca – La Russia è stata sottoposta oggi a nuove pressioni per spiegare quanto è accaduto sul caso dell’avvelenamento di Alexei Navalny.

Navalny si ammalò il 20 agosto durante un volo interno in Russia e due giorni dopo fu trasportato in Germania per essere curato. Test effettuati dai laboratori in Germania, Francia e Svezia e dall’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche hanno stabilito che Navalny è stato esposto a un agente nervino Novichok dell’era sovietica.

Il direttore generale dell’organizzazione, Fernando Arias, riferisce AP, ha dichiarato all’incontro di oggi che, secondo la Convenzione sulle armi chimiche, l’avvelenamento di un individuo attraverso l’uso di un agente nervino equivale all’uso di un’arma chimica.

La Russia nega il coinvolgimento nell’avvelenamento dell’oppositore, Mosca fa sapere nella sua dichiarazione che invece di cercare di indagare su ciò che è accaduto, la Germania e i suoi alleati sono ricorsi alla diplomazia del megafono, scatenando una campagna di disinformazione di massa contro la Russia. A ottobre, Mosca ha chiesto agli esperti dell’OPCW di recarsi in Russia per fornire assistenza tecnica nelle indagini.

Nel frattempo, l’Unione europea ha imposto sanzioni a sei funzionari russi e a un istituto di ricerca statale per l’avvelenamento. Mosca ha risposto all’inizio di questo mese annunciando di aver adottato sanzioni contro un certo numero di funzionari tedeschi, francesi e britannici.

Infine, un agente dei Servizi di protezione del Presidente in Russia, un membro dell’unità direttamente coinvolta nella sicurezza personale di Vladimir Putin, si è tolto la vita mentre era in servizio al Cremlino. Secondo quanto hanno testimoniato i suoi colleghi al canale Telegram Baza, di solito bene informato sulle attività delle forze dell’ordine, a provocare il suicidio sarebbero stati i turni estenuanti e l’indifferenza dei vertici del Servizio alle sue richieste.

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