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Russia: Navalny accusa il Cremlino di scoraggiare il suo rientro

Russia: Navalny accusa il Cremlino di scoraggiare il suo rientro

K metro 0 – Berlino – Il Cremlino sta cercando di intimidire il politico dell’opposizione Alexei Navalny per scoraggiarlo dal tornare in Russia, ha riferito uno dei suoi stretti collaboratori. Poiché il 44enne è convalescente in Germania, dove è stato trasportato in aereo per cure mediche dopo essersi ammalato in Siberia ad agosto, la squadra

K metro 0 – Berlino – Il Cremlino sta cercando di intimidire il politico dell’opposizione Alexei Navalny per scoraggiarlo dal tornare in Russia, ha riferito uno dei suoi stretti collaboratori.

Poiché il 44enne è convalescente in Germania, dove è stato trasportato in aereo per cure mediche dopo essersi ammalato in Siberia ad agosto, la squadra di Navalny afferma che gli ufficiali giudiziari russi hanno congelato i suoi conti bancari e la cancellazione della sua residenza. Un membro della squadra di Navalny, Leonid Volkov, ha dichiarato a Reuters: “Vediamo ogni tipo di intimidazione da parte loro. È chiaro che sono tutti falsi, pronti ad azioni di intimidazione”.

Intanto, Navalny afferma che tornerà in Russia e il Cremlino ha riposto che è libero di farlo. Ha respinto l’accusa di Navalny secondo cui il presidente Vladimir Putin era dietro il suo avvelenamento. Navalny si lamenta da anni di essere escluso dai media statali e sistematicamente preso di mira con cause legali e false indagini penali volte a reprime le sue attività.

La settimana scorsa, Mosca aveva risposto a Bruxelles per le sanzioni decise dai 27 Paesi dell’Unione Europa dopo l’avvelenamento dell’oppositore russo, l’escalation del sentimento anti-russo non giova “alla stabilità in Europa”. La stoccata è ovviamente indirizzata a Francia e Germania, che sull’affaire Navalny hanno tirato la volata agli altri partner.

A recapitare il messaggio è stato il ministro degli Esteri Serghiei Lavrov, che ha avuto una conversazione telefonica con l’alto rappresentante dell’Ue per gli Affari Esteri Josep Borrell (su iniziativa europea, ci tiene a precisare la parte russa).

Borrell, infatti, ha chiamato il suo omologo a Mosca per aggiornarlo sui risultati del Consiglio Affari Esteri – in cui si è deciso di procedere con le sanzioni, ribadendo la richiesta al governo russo di “indagare a fondo su questo crimine in piena trasparenza” e di “cooperare pienamente con l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche”.

Poi per uno scambio di vedute su altri temi scottanti dell’agenda internazionale, come l’attuazione degli accordi di Minsk sul fronte ucraino, lo sviluppo della tregua (traballante) nel Nagorno-Karabakh e il dossier bielorusso. Tutti capitoli – tranne forse il conflitto tra Armenia e Azerbaigian – dove i rapporti fra Mosca e Unione Europa sono al minimo storico.

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