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Repubblica Ceca: al via l’asta delle frequenze 5G

Repubblica Ceca: al via l’asta delle frequenze 5G

K metro 0 – Praga – La Repubblica Ceca ha lanciato una gara d’appalto sulle frequenze per le reti 5G di prossima generazione. L’annuncio è arrivato dal regolatore ceco delle telecomunicazioni (CTU), suscitando diverse critiche dai potenziali offerenti, per la poca trasparenza e chiarezza delle condizioni. Il termine ultimo stabilito CTU per la partecipazione alla

K metro 0 – Praga – La Repubblica Ceca ha lanciato una gara d’appalto sulle frequenze per le reti 5G di prossima generazione. L’annuncio è arrivato dal regolatore ceco delle telecomunicazioni (CTU), suscitando diverse critiche dai potenziali offerenti, per la poca trasparenza e chiarezza delle condizioni. Il termine ultimo stabilito CTU per la partecipazione alla gara è fissato al prossimo 30 settembre.

L’asta sulle frequenze per le bande da 700 MHz ha l’obiettivo di incrementare la concorrenza in un mercato – come riportato da Reuters – in cui i prezzi elevati sono stati a lungo oggetto di critiche da parte della politica e dell’opinione pubblica.

Il CTU, a garanzia dei nuovi soggetti entranti sul mercato interno delle telecomunicazioni, ha determinato che i tre operatori esistenti – O2 Czech Republic (SPTT.PR), T-Mobile di Deutsche Telekom e Vodafone (VOD.L) – qualora dovessero aggiudicarsi la gara, dovranno garantire servizi di roaming nazionale alle nuove telco.

“Dati gli errori e i problemi nelle condizioni – ha dichiarato Vodafone in una nota, in riferimento all’organizzazione dell’imminente gara – ci si può aspettare che l’asta provochi scontri presso i tribunali e anche presso la Commissione europea”.

Anche T-Mobile, per mezzo sul suo portavoce Jiri Janecek, ha criticato duramente l’operato del regolatore delle telecomunicazioni: “Dobbiamo studiare le condizioni – ha dichiarato Janecek – e ponderare i nostri prossimi passi, comprese possibili denunce”.

A luglio scorso la O2 Czech Republic – accodandosi alle posizioni degli altri 2 operatori concorrenti presenti sul territorio – ha presentato un reclamo direttamente alla Commissione europea per alcune condizioni d’asta 5G.

Sul fronte europeo, a causa della pandemia di Coronavirus – secondo nuove stime di fine luglio della PwC Strategy – per le reti 5G si prospettano slittamenti nell’implementazione delle infrastrutture tra i 15 e i 18 mesi: secondo l’analisi, nei prossimi due anni gli investimenti da parte delle telco in infrastrutture di rete in Ue si ridurranno tra i 6 e i 9 miliardi di euro. Questo perché, sebbene durante il periodo di lockdown si sia registrato un improvviso e forte aumento della domanda di connettività e di device elettronici, derivante dai tanti cittadini europei costretti a lavorare in smart working e a svolgere didattica a distanza, il blocco delle attività economiche e il distanziamento sociale stanno pesando sempre più sull’economia di ogni singolo Stato.

A livello globale nel 2020, per gli investimenti in nuove infrastrutture di rete è previsto un raddoppio a oltre 8 miliardi di dollari. La domanda mondiale è sostenuta dalla Cina: nel primo semestre 2020 sono state attivate 257.000 nuove stazioni radio 5G – secondo i dati ufficiali del ministero dell’Industria e dell’Information technology (Miit) – portando così il dato complessivo a oltre 410.000 basestation installate su tutto il territorio cinese. Inoltre, i device 5G venduti in Cina hanno rappresentato il 33% del totale, con oltre 66 milioni di utenti cinesi fruitori di servizi 5G.

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Daniele Sireus
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