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Regno Unito: ostacoli del post-Brexit e turbolenze da “Black Lives Matter”

Regno Unito: ostacoli del post-Brexit e turbolenze da “Black Lives Matter”

K metro 0 – Londra – Quest’oggi il Presidente francese Emmanuel Macron si è recato a Londra per celebrare gli 80 anni dello storico appello lanciato dalla capitale britannica il 18 giugno 1940 da Charles De Gaulle, invitando i francesi alla resistenza al nazifascismo. Quella di Macron rappresenta la prima visita ufficiale di un capo di

K metro 0 – Londra – Quest’oggi il Presidente francese Emmanuel Macron si è recato a Londra per celebrare gli 80 anni dello storico appello lanciato dalla capitale britannica il 18 giugno 1940 da Charles De Gaulle, invitando i francesi alla resistenza al nazifascismo. Quella di Macron rappresenta la prima visita ufficiale di un capo di Stato all’estero dall’inizio della pandemia di coronavirus.

Dopo un incontro iniziale con il principe Carlo, la visita è proseguita con un faccia a faccia a Downing Street con il primo ministro britannico Boris Johnson. Molti i temi toccati dai due leader: dalla cooperazione contro la pandemia, al tema dei confini nazionali e della quarantena temporanea imposta da Londra a chi arriva nel Regno Unito dall’estero. Parte del confronto si è infine spostato sul complesso negoziato post-Brexit. “Abbiamo concordato da entrambe le parti di intensificare i colloqui, non aspetteremo che questo venga trascinato in autunno e in inverno”, ha dichiarato il segretario agli Esteri britannico Dominic Raab con riferimento alla definizione degli accordi commerciali con la Ue.

È bene ricordare che la Gran Bretagna ha lasciato l’Unione Europea a fine gennaio e – secondo quanto dichiarato dall’influente ministro del Governo Johnson, Michael Gove – se non dovessero esserci progressi significativi e tangibili negli accordi entro il mese di ottobre, sarà presumibilmente inattendibile una chiusura del processo per fine 2020, slittando al nuovo anno. Tra i molteplici accordi, quelli che consentono l’accesso dei membri Ue alle acque britanniche ai fini dell’attività di pesca.

La partita è invece ancora aperta per quanto riguarda l’Irlanda del Nord: precedentemente il governo britannico aveva ipotizzato che le movimentazioni di merci in entrata sarebbero state necessarie specifiche dichiarazioni di importazione. Naturalmente questo graverebbe in modo oneroso sulle imprese irlandesi.

Sempre a Londra, al margine della complessa operazione post-Brexit e sulla scia delle proteste anti-razzismo scaturite dalla morte di George Floyd a Minneapolis, nella campagna per la rimozione delle statue legate concettualmente al tema del razzismo, a breve potrebbe “cadere” anche quella che a Oxford commemora Cecil Rhodes, discusso colonialista britannico fondatore della Rhodesia, attuale Zimbabwe.

“É arrivato il tempo di rivedere la storia britannica e il suo passato razzista […] cerchiamo solo di imparare dal momento che stiamo vivendo”, afferma la studentessa Beth Kitson, facendosi portavoce del movimento #RhodesMustFall, partito in Africa già dal 2015. I sostenitori chiedono inoltre una variazione al nome della borsa di studio intitolata a Rhodes.

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Daniele Sireus
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