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Covid-19. la situazione nel mondo, dall’Africa all’Asia

Covid-19. la situazione nel mondo, dall’Africa all’Asia

K metro 0 – Agenzie – Roma – È salito a 242.105 il numero delle persone contagiate dal coronavirus in Africa e a 6.464 quello di chi ha perso la vita dopo aver contratto l’infezione. Lo ha reso noto il Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie dell’Unione africana (Ua), spiegando che sono invece

K metro 0 – Agenzie – Roma – È salito a 242.105 il numero delle persone contagiate dal coronavirus in Africa e a 6.464 quello di chi ha perso la vita dopo aver contratto l’infezione. Lo ha reso noto il Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie dell’Unione africana (Ua), spiegando che sono invece 109.977 le persone guarite. Questo dato fa sì che siano 125.664 i casi attivi nei 54 Paesi del continente africano. A essere maggiormente colpito è il Sudafrica, con oltre 70mila contagi secondo il Cdc dellUa, riporta l’Adnkronos.

”La pandemia da Covid-19 sta mettendo il sistema sanitario nella regione del Medio Oriente e Nord Africa sotto una pressione senza precedenti. I servizi di assistenza sanitaria di base sono o diminuiti o sono stati interrotti in diversi Paesi. Nonostante non ci siano molti casi di Covid-19 fra i bambini nella regione, è evidente che la pandemia stia colpendo la salute dei bambini in prima persona. Ulteriori 51.000 bambini con meno di 5 anni potrebbero morire nella regione entro la fine del 2020 se l’attuale interruzione di servizi essenziali per la salute e la nutrizione si protrarrà e la malnutrizione fra i bambini aumenterà. Se ciò succederà, ci sarà un aumento di quasi il 40% rispetto ai dati pre-Covid, invertendo di circa due decenni i progressi compiuti per la sopravvivenza dei bambini nella regione”. Lo hanno dichiarato in una nota Ted Chaiban, direttore regionale dell’Unicef per il Medio Oriente e il Nord Africa, e Ahmend Al-Mandhari, direttore regionale dell’Oms per la Regione del Mediterraneo Orientale.

Il dato di riferimento per la mortalità dei bambini sotto i cinque anni nella regione in sei mesi è di quasi 133mila morti. Gli ulteriori 51mila decessi porterebbero il totale a quasi 184mila bambini morti sotto i 5 anni. Lo studio riguarda dieci Paesi, tra cui Algeria, Gibuti, Egitto, Iraq, Giordania, Marocco, Siria, Sudan, Tunisia e Yemen. La popolazione di bambini sotto i cinque anni in questi dieci Paesi è di quasi 41 milioni di persone, quasi il 75% del numero totale di bambini sotto i cinque anni nella regione di Medio Oriente e Nord Africa.

In Sudafrica, dove le scuole sono state riaperte all’inizio di questo mese, 98 insegnanti e 1.800 studenti sono stati infettati da COVID-19. Le scuole saranno disinfettate nella provincia del Capo Occidentale questa settimana, ha detto lunedì Debbie Schafer, ministro dell’istruzione della provincia. Schafer comunque ha affermato che la riapertura delle scuole non ha comportato un aumento dei casi. Il numero di casi nel paese è salito a 70.038, mentre 1.480 sono i morti finora e oltre 38.500 i guariti.

Sono oltre 8 milioni i casi di Covid-19 registrati nel mondo. Secondo i dati riportati dalla Johns Hopkins University mentre il numero delle vittime ha raggiunto 435.619 dall’inizio della pandemia. Gli Usa hanno registrato 382 nuovi decessi per il coronavirus nelle ultime 24 ore, il bilancio giornaliero più basso da alcune settimane, secondo la Hopkins University. Il totale delle vittime per il Covid-19 nel Paese è salito a 115.732. Gli Stati Uniti tengono il più alto numero di contagi, con almeno 2.094.069 persone infettate dal coronavirus, con un incremento giornaliero che si aggira ormai da giorni intorno ai 20mila contagi.  Ha superato il milione e 650mila casi invece il bilancio totale dei contagiati in America Latina e Caraibi, con quasi 80 mila vittime accertate. Secondo la ricognizione effettuata dal Sir sui dati ufficiali, infatti, il totale dei contagi al 14 giugno è di 1.657.717 persone finora contagiate e di 79.905 morti. Il Brasile, che ha il maggior numero di casi COVID-19 e decessi in America Latina, ha il secondo numero più alto di infezioni al mondo con oltre 888.200, seguito dalla Russia con circa 536.400 e dall’India con oltre 332.400. Si registra un aumento notevole di contagiati anche in Cile, dove sta iniziando la stagione invernale (ieri circa 7mila casi e circa 220 vittime).

Il coronavirus continua a diffondersi nei paesi eurasiatici: La Bielorussia ha visto 707 nuovi casi di virus nelle ultime 24 ore, Azerbaigian 364, Moldavia 139, Tagikistan 62 e Uzbekistan con altri 51 nuovi casi.

I casi registrati a Pechino, “circa un centinaio, per ora senza morti registrate correlate a Covid-19”, mostrano che “tutti devono essere preparati a possibili nuovi focolai, che ci preoccupano sempre. Bisogna considerare infatti che la maggioranza della popolazione mondiale è ancora oggi suscettibile all’infezione, dunque bisogna essere pronti” afferma Maria Van Kerkhove, responsabile tecnico dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per il coronavirus, in conferenza stampa a Ginevra. “Pechino – assicura – ha attivato tutte le misure necessarie, come fecero anche Singapore, Corea del Sud e Giappone”. “Ci aspettiamo un’immediata risposta – ha aggiunto Michael Ryan, capo del programma per le emergenze sanitarie dell’Oms – anche se è sempre preoccupante osservare nuovi cluster. Stiamo monitorando la situazione con i nostri esperti basati in Cina e se sarà necessario invieremo altri esperti, siamo in contatto con le autorità cinesi e daremo tutto il supporto necessario. In ogni caso – conclude – la Cina, così come altri paesi, ha imparato molte lezioni negli ultimi 6 mesi e ha costruito una significativa capacità di contenere i contagi, ciò non toglie che continueremo a monitorare”.

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Joseph Villeroy
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