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Rassegna internazionale. Settimana di fuoco per l’Europa e gli Usa, tra crisi economica e pandemia

Rassegna internazionale. Settimana di fuoco per l’Europa e gli Usa, tra crisi economica e pandemia

K metro 0 – Parigi – Così come finora delineato a Bruxelles, il Recovery Fund “avrà un impatto fiscale minuscolo” e potrebbe finire per essere poco più di “un grido d’allarme”, sostiene Wolfgang Munchau dalle colonne del Financial Times, criticando la validità delle soluzioni sul tavolo Ue. Un fondo azionario per intervenire a sostegno delle

K metro 0 – Parigi – Così come finora delineato a Bruxelles, il Recovery Fund “avrà un impatto fiscale minuscolo” e potrebbe finire per essere poco più di “un grido d’allarme”, sostiene Wolfgang Munchau dalle colonne del Financial Times, criticando la validità delle soluzioni sul tavolo Ue. Un fondo azionario per intervenire a sostegno delle piccole e medie imprese, invece, “tirerebbe fuori l’Ue dall’acceso dibattito che contrappone i prestiti alle sovvenzioni”. Ma andare sul mercato “non è una caratteristica delle istituzioni Ue” ed è una soluzione “più appropriata per contrastare una crisi del debito societario”. Inoltre, la Bce da sola non potrà risolvere tutto a causa dei suoi “vincoli di mandato”, aggiunge Munchau, che esclude anche l’efficacia di un programma d’investimenti simile a quello messo in piedi negli scorsi anni da Jean-Claude Juncker perché “la crisi odierna è caratterizzata da uno shock simultaneo di domanda e offerta”. L’unico scampato alla pandemia da coronavirus è il capitale, quello sociale, che è statisticamente invisibile ma che in questo momento è aumentato, fa notare ancora in un lungo editoriale il Financial Times, di Andy Haldane, capo economista della Banca d’Inghilterra, il quale citando Beveridge, sintetizza così la grande lezione che ci ha impartito l’emergenza sanitaria ed economica che stiamo vivendo: “Dobbiamo investire nella ricca dotazione di capitale sociale, ripensando e ricostruendo il sistema immunitario istituzionale che è il nostro settore sociale”. L’analisi di Haldane parte da una base storica: le pandemie erodono il capitale su cui si costruisce il capitalismo, danneggiano le vite e i mezzi di sussistenza delle persone, abbassano i prezzi dei beni, deprimono il capitale finanziario che alimenta la crescita. “E minacciano l’attività economica, e spesso la redditività, causando la sospensione o lo smantellamento del capitale fisico”. Per questo motivo, le pandemie hanno causato nella storia “grandi perdite di posti di lavoro e di tenore di vita” e in questo senso “è improbabile che la crisi del coronavirus sia un’eccezione”. Eppure, sostiene Haldane, c’è una fonte di capitale, quello relativo alla rete di relazioni tra le comunità che si sostengono, cioè quello sociale che va controtendenza.

Ampio spazio sulla stampa francese all’esito del vertice europeo per giungere ad una risposta comune alla crisi economica e sociale che seguirà la crisi sanitaria legata al coronavirus e che rischia di frantumare l’Europa. “Accordo dei Ventisette sul principio di un piano di rilancio”, scrive Le Figaro, riferendosi alla prima intesa raggiunta. “Gli Stati membri – precisa il giornale – restano però divisi sulle modalità. La Commissione farà una proposta nel mese di maggio”. Da parte sua Le Monde ritiene che “malgrado la forte volontà di progredire insieme le divisioni che si erano espresse con violenza meno di un mese fa tra Sud e Nord dell’Europa permangono”. Anche se, ad esempio, prosegue il quotidiano parigino, “i Ventisette hanno ratificato le misure d’urgenza da 540 miliardi di euro concordate dai ministri delle Finanze il 9 aprile e che completeranno, a partire dal primo giugno, i 1.000 miliardi di euro che la Bce si è impegnata a iniettare nell’economia”. “Il che, ricordandosi delle prime trattative, non è proprio niente…”, osserva Le Monde. Su Liberation: “Confinamento: sulla strada delle vacanze. Da Parigi a Mentone, lungo la nazionale 7 deserta, il fotografo Mathias Depardon ha attraversato una Francia fantomatica. Viaggio in un Paese fermo, tra sbigottimento e consapevolezza”.

La Spagna per l’Italia. “Sostieni l’Italia” è il titolo dell’editoriale con il quale il quotidiano spagnolo El Paìs chiede all’Unione europea di rafforzare la solidarietà nei confronti di un paese già duramente messo alla prova dalla politiche europee. La delusione per la lentezza con la quale le istituzioni europee si sono mosse per risolvere i problemi dell’Italia minaccia infatti di lasciare uno dei fondatori dell’Ue in balìa della demagogia populista. “Sostenere gli italiani – che hanno dovuto affrontare varie battute d’arresto – sorge per una questione di giustizia (…). L’Italia è stata trascurata, in primo luogo, durante la crisi migratoria”, scrive il quotidiano spagnolo, sottolineando come quella ferita trasudi ancora sotto forma di euroscetticismo e alimentando i movimenti di estrema destra. Una ferita che si è riaperta proprio nelle prime fasi dell’attuale crisi sanitaria. Intanto, le aziende europee che hanno avuto danni dall’epidemia di coronavirus potranno chiedere prestiti governativi fino al 5% del loro fatturato del 2019: è una proposta su cui sta lavorando la Commissione Europea, scrive il Guardian sul suo sito citando fonti europee. Per quanto riguarda l’entità del prestito, secondo un’altra ipotesi, il limite potrebbe essere il 40% della spesa annua dell’azienda beneficiaria per i salari.

Stati Uniti, l’Amministrazione Trump sta valutando la sostituzione del segretario di Stato alla Salute e ai Servizi umani. Lo hanno riferito al Wall Street Journal diverse fonti a conoscenza della vicenda. Gli errori del segretario alla Salute e ai servizi umani degli Stati Uniti, Alex Azar, avrebbero ritardato la risposta del governo federale Usa alla pandemia di coronavirus. Wall Street Journal ricostruisce la condotta del funzionario nelle prime fasi dell’emergenza sanitaria sulla base delle testimonianze di “decine” di funzionari anonimi. Azar avrebbe anche interrotto il direttore dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc), Robert Redfield, durante un incontro tra funzionari governativi sull’organizzazione dei test diagnostici, assicurando a Trump che l’apparato sanitario nazionale si era mosso in tale senso con una velocità senza precedenti, e che “oltre un milione di test” sarebbero stati disponibili nell’arco di poche settimane. Tale promessa – scrive il Wall Street Journal – venne però disattesa: i Cdc avviarono effettivamente la distribuzione dei test diagnostici ai laboratori nazionali, ma dovettero sospenderla dopo la scoperta di un difetto. Azar supervisiona anche la distribuzione di 100 miliardi di dollari di fondi emergenziali al sistema sanitario statunitensi: secondo il quotidiano Usa, molto ospedali e specialisti medici sostengono che il segretario non abbia distribuito i fondi col dovuto tempismo.

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Joseph Villeroy
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