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Opzione strategica per un’Unione europea di buona volontà

Opzione strategica per un’Unione europea di buona volontà

K metro 0 – Roma – Scongiurando l’evenienza dell’insegnamento dello scrittore latino Tito Livio, “ Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur (mentre Roma discute Sagunto è espugnata” – Storie, XXI, 7,1) inganniamo l’attesa delle definitive decisioni dell’Eurogruppo sulla proposta avanzata al Presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, da nove Stati membri dell’eurozona – tra cui l’Italia

K metro 0 – Roma – Scongiurando l’evenienza dell’insegnamento dello scrittore latino Tito Livio, “ Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur (mentre Roma discute Sagunto è espugnata” – Storie, XXI, 7,1) inganniamo l’attesa delle definitive decisioni dell’Eurogruppo sulla proposta avanzata al Presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, da nove Stati membri dell’eurozona – tra cui l’Italia – con la lettera del 25 marzo scorso, in cui  si auspicano strumenti di debito comune (eurobond), ricordando gli organismi finanziari già esistenti nell’ordinamento dell’Unione Europea.  Deputati a finanziare, per l’appunto, lo sviluppo degli investimenti in situazioni di ordinarietà e, forse, utili anche in situazioni di straordinarietà, come l’attuale. Il primo di essi – previsto fin dalla nascita dell’allora Comunità Europea (1957) – è rappresentato dalla Banca Europea degli Investimenti (Bei) che – senza utilizzare fondi degli Stati membri, poiché reperisce fondi attraverso emissione di obbligazioni – finanzia investimenti diretti all’attuazione di obiettivi di politica comunitaria. Finanziamenti a sostegno, per la precisione, sia di programmi del settore privato che del settore pubblico. A seguire c’è il Fondo europeo investimenti che per volontà della stessa Bei, di cui detiene circa il 60% del capitale, dal 1993 supporta il sistema delle piccole e medie imprese, con agevolazioni di accesso al credito, facilitando così l’acquisizione dei capitali. Nel 2015, inoltre, al fine di stimolare il Pil dei paesi europei a seguito della recessione che – a partire dagli Stati Uniti dal 2008 – aveva colpito anche l’Europa veniva promosso un ampio programma di investimenti (Piano Juncker) denominato Fondo Europeo per gli Investimenti Strategici (Feis), gestito dalla stessa Banca Europea degli Investimenti e prorogato fino al 31 dicembre 2020. Ai finanziamenti di questi organismi e programmi va unita, infine, l’ormai deliberata e consistente prosecuzione del programma della facilitazione quantitativa (quantitative easing) da parte della Banca Centrale Europea (Bei) mirata all’acquisto, seppur sul mercato secondario, di titoli del debito pubblico dei paesi dell’eurozona, con un piano da 750 miliardi di euro. Sarebbe, quindi – insieme all’avvenuta sospensione del Patto di stabilità e Crescita – auspicabile una strategia che includa l’implementazione della dotazione finanziaria a sostegno di ampi programmi di sviluppo ed investimenti di questi organismi, poiché si rivelano utili ad affrontare senza indugio la inaspettata, ma epocale, recessione economica in corso. Ciò anche in considerazione del fatto che nei relativi consessi decisionali non occorre l’unanimità dei consensi, tanto complessa da conseguire, purtroppo, negli altri organismi competenti per le altre misure proposte con la lettera. Come stiamo assistendo, infatti, dall’immediato dissenso espresso dalla parte anseatica dell’Europa, appena circolata nelle rispettive cancellerie. Questi organismi già in esercizio, invece, applicano in prevalenza la regola della maggioranza qualificata. Una prima strategia, dunque, per recuperare tempo rispetto alle incessanti richieste dell’economia reale e per recuperare il tempo necessario a raccogliere le più ampie condivisioni sugli strumenti finanziari a carattere straordinario richiesti.

Tempo necessario per indurre gli scettici a maturare decisioni importanti. Come dimostra, infatti, in tale senso, il cammino in avanti fatto dalla stessa Presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen con l’annuncio, proprio oggi, dell’avvio della nuova iniziativa di solidarietà “Sure”, in favore dei paesi in recessione a causa della pandemia. Un sostegno diretto a scongiurare la disoccupazione ed a sostenere il reddito dei lavoratori, secondo le parole della Presidente, con il proposito di mantenerli in azienda a fare formazione e preparazione nell’attesa della ripresa di ordinativi e commesse.

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