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Donbass: le Nazioni Unite vogliono raccogliere fondi per la popolazione

Donbass: le Nazioni Unite vogliono raccogliere fondi per la popolazione

K metro 0 – Kyiv- Nel corso di una riunione del 29 gennaio con mecenati stranieri ed esponenti di ambasciate estere, le Nazioni Unite hanno delineato la situazione nelle zone di conflitto del Donbass, al confine tra Russia e Ucraina, stabilendo la decisione di raccogliere 158mln di dollari da destinare ad aiuti umanitari per i

K metro 0 – Kyiv- Nel corso di una riunione del 29 gennaio con mecenati stranieri ed esponenti di ambasciate estere, le Nazioni Unite hanno delineato la situazione nelle zone di conflitto del Donbass, al confine tra Russia e Ucraina, stabilendo la decisione di raccogliere 158mln di dollari da destinare ad aiuti umanitari per i due milioni di abitanti di Luhansk e Donetsk e per i numerosi sfollati.

La proposta fa parte di un più esteso piano speciale deciso dalle Nazioni Unite per aiutare l’intera zona, e coinvolge 56 organizzazioni umanitarie internazionali, attive nel confine tra Ucraina e Russia sin dal 2014, anno in cui iniziò il conflitto nel Donbass. I finanziamenti serviranno per riparare le infrastrutture civili su entrambi i fronti, russo e ucraino, per portare acqua, riscaldamento e assistenza psicologica alla popolazione locale, far arrivare dei medici nelle zone colpite e fornire aiuti economici di prima necessità.

La precedenza negli aiuti, secondo il piano, andrà ad anziani, bambini, feriti, invalidi e sfollati, e si estendono anche agli individui che vivono entro i 20 km di distanza dal limite delle zone di conflitto. Si parla di 528.000 anziani, 327.000 bambini, 176.000 persone con disabilità e 220.000 sfollati interni.

L’appello è partito da Osnat Lubrani, coordinatrice umanitaria e residente delle Nazioni Unite in Ucraina, subito affiancata da Oleksii Illiashenko, Vice Ministro per l’integrazione europea del Ministero degli affari dei veterani, dei territori temporaneamente occupati e degli sfollati interni. “L’anno scorso abbiamo assistito a una serie di importanti sviluppi: la ripresa dei colloqui nel Quartetto Normandia (Francia, Germania, Russia e Ucraina, ndr), il disimpegno delle forze in diverse aree e il ripristino del piccolo ponte in legno al valico di Stanytsia Luhanska, hanno dato uno slancio che può aiutare a portare una pace duratura” ha affermato la Lubrani “Tuttavia, il conflitto nell’Ucraina orientale è ancora attivo e continua a incidere sulla vita di civili innocenti e a produrre importanti bisogni umanitari”.

La coordinatrice umanitaria ha poi proseguito con “Oggi 3,4 milioni di persone hanno bisogno di assistenza e protezione umanitaria per vivere una vita dignitosa nelle aree colpite dal conflitto. Speriamo ancora per il meglio e per i progressi sul fronte politico. Ma fino a quando non sarà così, la gente del Donbass conta su di noi”.

Il lavoro umanitario svolto finora è stato riconosciuto anche dallo stesso Oleksii Illiashenko: “Il governo ucraino adotta misure concrete per migliorare la vita delle persone colpite dal conflitto, sia nei territori temporaneamente occupati di Ucraina che aree controllate dal governo” ha infatti osservato il viceministro “Nel 2019 e all’inizio di quest’anno, abbiamo preso diverse decisioni governative per semplificare le procedure per l’attraversamento della linea di contatto. Abbiamo adottato un meccanismo di compensazione per gli alloggi danneggiati o distrutti dal conflitto. Abbiamo anche ripristinato i diritti di voto per gli sfollati interni che vivono nelle aree controllate dal governo”.

Ma al momento sembra ci siano poche possibilità di ottenere l’intera somma di 158mln: lo scorso anno le Nazioni Unite riuscirono a raccogliere 82mln di dollari, a fronte dei 164 previsti. Per questo Osnat Lubrani ha continuato a sottolineare l’importanza del progetto: “Senza la fine delle ostilità, i bisogni umanitari dovrebbero rimanere elevati. La nostra risposta, pertanto, svolge un ruolo cruciale nel salvare vite e nel sostenere le comunità. Siamo grati ai nostri donatori per il loro continuo supporto, ma facciamo appello per maggiori finanziamenti in quanto il Piano che abbiamo presentato oggi, può fare la differenza solo se è sufficientemente finanziato”.

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