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Cipro, Grecia e Israele: sì a gasdotto nel Mediterraneo orientale

Cipro, Grecia e Israele: sì a gasdotto nel Mediterraneo orientale

K metro 0 – Atene – I leader di Cipro, Grecia e Israele firmeranno un’intesa a inizio anno per costruire un gasdotto nel Mediterraneo orientale, lo ha annunciato il primo ministro greco domenica. L’accordo verrà siglato ad Atene il 2 gennaio dal premier Kyriakos Mitsotakis, dal presidente cipriota, Nikos Anastasiades e dal primo ministro israeliano,

K metro 0 – Atene – I leader di Cipro, Grecia e Israele firmeranno un’intesa a inizio anno per costruire un gasdotto nel Mediterraneo orientale, lo ha annunciato il primo ministro greco domenica. L’accordo verrà siglato ad Atene il 2 gennaio dal premier Kyriakos Mitsotakis, dal presidente cipriota, Nikos Anastasiades e dal primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu. Il gasdotto partirà dalle riserve di gas di Israele a largo del bacino del Levantino fino all’isola greca di Creta, passando per la terraferma e arrivando in Italia.

Intanto, una nuova legge emanata dagli Stati Uniti per migliorare la cooperazione nel campo energetico e della sicurezza ha confermato ancora una volta l’attenzione che Washington ripone nella regione, come ha sottolineato il ministro degli Esteri cipriota, Nikos Christodoulides. Il consenso sull’Eastern Mediterranean Security and Energy Partnership Act del 2019 manda “segnali diplomatici e politici” su come gli Usa la pensino su una partnership energetica tra Cipro, Grecia e Israele. I senatori Bob Mendez e Marco Rubio che hanno firmato la legge hanno descritto la mossa come una “ricalibrazione delle politiche diplomatiche, militari ed economiche nei confronti del Mediterraneo orientale, nonché una prosperosa alleanza tra Stati Uniti, Grecia, Israele e Cipro”. Per quanto riguarda i rapporti con la Turchia, per ora rimangono tesi.  Ankara non riconosce Cipro, membro dell’Ue, come stato e ha spesso sottolineato che parte delle acque su cui l’isola detiene diritti economici esclusivi ricadano in realtà nella propria piattaforma continentale. Ankara è critica anche della ricerca di gas naturale del governo cipriota, per questo ha inviato imbarcazioni (scortate dall’esercito) per esplorare a largo della costa, anche nell’area per cui Eni e Total hanno acquisito licenze di trivellazione.

Sabato, invece, i leader dei Balcani orientali si sono riuniti nella capitale albanese di Tirana per discutere come unire le forze nella cooperazione regionale per l’obiettivo comune di entrare nell’Unione europea. Si tratta del terzo meeting negli ultimi tre mesi per l’iniziativa, inizialmente denominata “piccola Schengen” – un richiamo all’area di libera circolazione dell’Ue. I premier di Albania e Macedonia del Nord, Edi Rama e Zoran Zaev, insieme al presidente serbo Aleksandar Vucic e a quello del Montenegro, Milo Djukanovic, si sono incontrati per discutere le prossime mosse per stabilire una zona di libera circolazione delle merci per promuovere la crescita economica e l’investimento dai Paesi esteri. “L’iniziativa dei Balcani orientali metterà in atto alcuni processi iniziati anni fa e manderà in porto intese strette anni fa”, ha dichiarato Rama. “Dobbiamo essere coraggiosi e collaborare per il nostro futuro”

Tra gli ultimi fatti di cronaca nella regione, se ne sono registrati due nel fine settimana legati al flusso di migranti. Domenica alcuni agenti di polizia ciprioti hanno tratto in salvo 34 siriani dopo aver avvistato la loro barca a largo della costa nord-occidentale dell’isola. La polizia ha scortato l’imbarcazione, salpata da Alanya in Turchia, al porto più vicino. A bordo della stessa c’erano solamente uomini, tra cui un 17enne; il gruppo è stato portato in un centro migranti fuori la capitale di Nicosia. Un 19enne, inoltre, è stato fermato, sospettato di traffico di essere umani. Sempre nella giornata di ieri, le autorità della Macedonia del Nord hanno rivelato che due migranti e due agenti di polizia sono rimasti feriti dopo lo scontro avvenuto tra le loro auto. L’incidente si è verificato la sera prima, quando il veicolo della polizia ha cercato di fermare l’auto con all’interno 10 migranti afghani nei pressi di un casello della città macedone di Veles. I trafficanti, tre macedoni, hanno tentato la fuga e sono poi stati successivamente arrestati.

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