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Medio Oriente. Gaza, escalation con bilancio tragico 22 morti e 69 e feriti

Medio Oriente. Gaza, escalation con bilancio tragico 22 morti e 69 e feriti

K metro 0 – Gaza – C’è confusione sotto il cielo di Gaza, Palestina, sul ruolo tenuto da Hamas nella crisi in corso. Notizie discordanti si sono rincorse nelle ultime 24 ore dopo che l’uccisione da parte di Israele del comandante militare della Jihad Islamica (Pij) nella Striscia, Baha Abu al-Ata, ha provocato la dura reazione

K metro 0 – Gaza – C’è confusione sotto il cielo di Gaza, Palestina, sul ruolo tenuto da Hamas nella crisi in corso. Notizie discordanti si sono rincorse nelle ultime 24 ore dopo che l’uccisione da parte di Israele del comandante militare della Jihad Islamica (Pij) nella Striscia, Baha Abu al-Ata, ha provocato la dura reazione dell’organizzazione palestinese, che da allora lancia decine e decine di missili su Israele, che ha risposto bombardando l’enclave. Solo che il sistema di difesa israeliano basato sullo scudo Iron Drome ne blocca più del 90%, mentre le bombe di Tel Aviv colpiscono anche i civili. Infatti, a poco più di 24 ore dall’inizio dell’escalation, il bilancio a Gaza è arrivato ad almeno 22 palestinesi uccisi e 69 feriti, mentre in Israele in 49 hanno ricevuto cure mediche, 23 dei quali sono caduti mentre cercavano di raggiungere i rifugi, e due sono rimasti lievemente feriti dalle schegge di un razzo. Resta grave la bimba di 8 anni vittima di infarto mentre si trovava in un rifugio. Aprendo la riunione di governo, il premier Benjamin Netanyahu in carica è tornato a minacciare la Jihad islamica: “credo che il messaggio stia cominciando a passare, continueremo a colpirli senza pieta’, siamo determinati a combattere e proteggere noi stessi”.

Ieri, dal Movimento islamico avevano assicurato che le Brigate Ezzedin al-Qassam, l’ala militare di Hamas, sono al fianco delle Brigate al-Quds, l’ala militare della Jihad Islamica. Finora però la stampa, sia araba che israeliana, ha riferito del mancato coinvolgimento diretto di Hamas nel lancio di missili. Poco fa, un esponente non identificato del Movimento islamico, citato da Fox News, ha minacciato Israele, sostenendo che “se i raid e l’aggressione continueranno, Hamas e i gruppi della resistenza avranno il dovere morale di rispondere e proteggere il popolo palestinese”. Israele è intervenuta, tramite intermediari, mettendo in guardia Hamas: se parteciperà direttamente alle violenze, l’esercito comincerà a radere al suolo i grattacieli, come accaduto nella guerra del 2014. Un’eventualità di conflitto su larga scala che la leadership del Movimento islamico, al potere nella Striscia dal 2007, vuole accuratamente evitare. Intanto, l’inviato Onu per il Medio Oriente, Nikolay Mladenov, è al Cairo per incontrare l’intelligence egiziana, al lavoro per cercare di raggiungere un cessate il fuoco. In serata è previsto un incontro del segretario generale di Pij, Ziad al-Nakhala, con gli 007 egiziani.

L’ambasciata palestinese in Italia ha emesso un comunicato di condanna delle “aggressioni compiute da Israele sulla Striscia di Gaza”. La sede diplomatica denuncia la “pratica di ‘omicidi mirati’ che hanno colpito intere famiglie” e “bombardamenti a raffica che hanno portato all’uccisione, sin qui, di almeno 20 persone”. Secondo il ministero della Sanità di Gaza, 22 persone sono morte, tra cui una donna, e altre 69 sono rimaste ferite nei raid israeliani sulla Striscia di Gaza, in seguito al lancio di 220 razzi dall’enclave sullo Stato ebraico. “Gli attacchi militari sono solo uno dei tanti modi con cui Israele sottopone a continue sofferenze il popolo palestinese di Gaza, composto per due terzi da rifugiati rinchiusi in una prigione a cielo aperto”, aggiunge il comunicato dell’ambasciata. “La leadership palestinese è compatta nel ritenere Israele responsabile della violenza di queste ore e si appella alla comunità internazionale perché finalmente reagisca”, prosegue la nota. Il ministero degli Esteri palestinese “lamenta che alcune voci internazionali equiparino la vittima al carnefice”, esortando a “non cadere nella trappola di chi utilizza l’idea della sicurezza di Israele per allontanare la prospettiva dei due Stati e privare di qualsiasi sicurezza il popolo palestinese, negandogli persino il diritto alla vita”.

 

di Beppe Pisa

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