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Scattano i dazi Usa contro i prodotti Made in Europe

Scattano i dazi Usa contro i prodotti Made in Europe

K metro 0 – Bruxelles – Sono partiti i dazi americani contro i prodotti europei voluti dal presidente americano Donald Trump. Nel Bel Paese, i prodotti made in Italy, colpiti dai dazi sono i formaggi (a partire da pecorino e parmigiano), liquori e amari. Tasse previste anche alla Francia con il 25% per i vini, stessa

K metro 0 – Bruxelles – Sono partiti i dazi americani contro i prodotti europei voluti dal presidente americano Donald Trump. Nel Bel Paese, i prodotti made in Italy, colpiti dai dazi sono i formaggi (a partire da pecorino e parmigiano), liquori e amari. Tasse previste anche alla Francia con il 25% per i vini, stessa cosa per le olive greche e il whisky scozzese. Nel totale, la pressione Usa sulle importazioni dal Vecchio continente, riguarda beni per un valore di 7,5 miliardi di dollari.

L’avvio di queste nuove imposte è legato alla decisione dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, che dopo una battaglia legale di anni, ha giudicato non a norma alcuni aiuti pubblici erogati a Airbus. Tra i beni colpiti da dazi al 10% ci sono infatti aerei commerciali e componenti di aerei, in attesa del verdetto Wto su Boeing, la somma complessiva di 7 miliardi e mezzo, fissata dal Wto, ha l’obiettivo di compensare il danno subito dal sistema economico americano.

Intanto le tariffe sono scattate al 10% per quel che riguarda la produzione di grandi velivoli da parte di Francia, Germania, Spagna e Gran Bretagna, che animano il consorzio.

Per quanto riguarda l’Italia si prevede un calo del 20% delle vendite dei prodotti agroalimentari, secondo quanto ha stimato la Coldiretti. Dal Parmigiano Reggiano al Grana Padano fino al Gorgonzola, ma anche salumi, agrumi, succhi e liquori: nella lista nera degli Usa ci sono beni alimentari per un valore delle esportazioni di circa mezzo miliardo di euro. Il dazio per il Parmigiano Reggiano e per il Grana Padano ad esempio passa – specifica la Coldiretti – dagli attuali 2,15 dollari al chilo a circa 6 dollari al chilo. Il risultato è che il consumatore americano lo dovrà acquistare sullo scaffale ad un prezzo che dagli attuali circa 40 dollari al chilo, salirà ad oltre 45 dollari.

Sempre sulla situazione italiana, il consigliere economico di Trump, Larry Kudlow, ha dichiarato che: “non può essere l’ultima parola. Il presidente Trump ha sottolineato che esaminerà le istanze dell’Italia e che vorrebbe scongiurare queste tariffe, anche perché Roma non è direttamente coinvolta negli aiuti di Stato al consorzio Airbus, ma non è entrato nei dettagli”.

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