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Pasqua nel mondo: Usi e tradizioni tra sacro e profano dalle antiche origini

Pasqua nel mondo: Usi e tradizioni tra sacro e profano dalle antiche origini

K metro 0 – Roma – La Pasqua viene festeggiata in tutto il mondo seguendo tradizioni diverse, sia pagane del risveglio della natura che religiose con la passione e crocifissione di Cristo. L’uovo di Pasqua è il simbolo più diffuso, divenuto nel tempo uno dei simboli della stessa festività cristiana, assieme alla colomba. Nel cristianesimo simboleggia la risurrezione di Gesù dal sepolcro. La tradizione

K metro 0 – Roma – La Pasqua viene festeggiata in tutto il mondo seguendo tradizioni diverse, sia pagane del risveglio della natura che religiose con la passione e crocifissione di Cristo.

L’uovo di Pasqua è il simbolo più diffuso, divenuto nel tempo uno dei simboli della stessa festività cristiana, assieme alla colomba. Nel cristianesimo simboleggia la risurrezione di Gesù dal sepolcro. La tradizione del classico uovo di cioccolato è recente, ma il dono di uova vere, decorate con qualsiasi tipo di disegni o dediche, è correlato alla festa pasquale sin dal Medioevo.

L’uovo ha avuto tratti simbolici sin dai tempi antichi. Le uova, infatti, hanno spesso rivestito il ruolo del simbolo della vita in sé, ma anche della sacralità: secondo alcune credenze pagane e mitologiche del passato, il cielo e il pianeta erano considerati due emisferi che andavano a creare un unico uovo, mentre gli antichi Egizi consideravano l’uovo come il fulcro dei quattro elementi dell’universo (acqua, aria, terra e fuoco).

La tradizione del dono di uova è documentata già fra gli antichi persiani dove era diffusa la tradizione dello scambio di semplici uova di gallina all’avvento della stagione primaverile, seguiti nel tempo da altri popoli antichi quali i Cinesi, i Greci e gli Egizi. Quest’ultimi consideravano il cambio di stagione una sorta di primo dell’anno. Spesso le uova venivano rudimentalmente decorate a mano.

Mircea Eliade, antropologo e storico del secolo scorso, scrisse sulla cosmogonia: “Il motivo dell’uovo cosmogonico, attestato in Polinesia, è comune all’India antica, all’Indonesia, all’Iran, alla Grecia, alla Fenicia, alla Lettonia, all’Estonia, alla Finlandia, ai Pangwe dell’Africa occidentale, all’America centrale e alla Costa occidentale dell’America del Sud”.

In Russia ed in Svezia sono state trovate uova di creta in molti sepolcri. Le statue di Dionisio trovate nelle tombe in Beozia portano un uovo in mano, segno del ritorno alla vita. Era invece vietato mangiare uova agli adepti dell’orfismo in quanto questo culto misterico ricercava l’uscita dal ciclo infinito delle reincarnazioni, cioè l’abolizione del ritorno periodico all’esistenza. L’uovo rappresenta quindi la “ripetizione della nascita esemplare del Cosmo, l’imitazione della cosmogonia”.

Il Cattolicesimo riprese le tradizioni che vedevano nell’uovo un simbolo della vita, rielaborandole nella nuova prospettiva del Cristo risorto. L’uovo infatti somiglia a un sasso e appare privo di vita, così come il sepolcro di pietra nel quale era stato sepolto Gesù. Dentro l’uovo c’è però una nuova vita pronta a sbocciare da ciò che sembrava morto. In questo modo, l’uovo diventa quindi un simbolo di risurrezione.

L’usanza dello scambio di uova decorate si sviluppò, nel Medioevo come regalo alla servitù. Nel medesimo periodo l’uovo decorato, da simbolo della rinascita primaverile della natura, divenne con il Cristianesimo il simbolo della rinascita dell’uomo in Cristo. La diffusione dell’uovo come regalo pasquale sorse probabilmente in Germania, dove si diffuse la tradizione di donare semplici uova in occasione di questa festività.

In origine, le uova venivano bollite avvolte con delle foglie, o insieme a dei fiori, in modo da assumere una colorazione dorata.

Sempre nel Medioevo si sviluppò anche una nuova tradizione: la creazione di uova artificiali fabbricate o rivestite in materiali preziosi quali argento, platino ed oro, ovviamente destinata agli aristocratici ed ai nobili. Edoardo I, re d’Inghilterra dal 1272 al 1307, commissionò la creazione di circa 450 uova rivestite d’oro da donare in occasione della Pasqua.

La ricca tradizione dell’uovo decorato è però dovuta all’orafo Peter Carl Fabergé, che nel 1883 ricevette dallo zar il compito di preparare un dono speciale per la zarina Maria; l’orafo creò per l’occasione il primo uovo Fabergé, un uovo di platino smaltato di bianco contenente un ulteriore uovo, creato in oro, il quale conteneva a sua volta due doni: una riproduzione della corona imperiale ed un pulcino d’oro. La fama che ebbe il primo uovo di Fabergé contribuì anche a diffondere la tradizione del dono interno all’uovo.

In tempi più recenti l’uovo di Pasqua maggiormente celebre e diffuso è il classico uovo di cioccolato, che ha conosciuto largo successo nell’ultimo secolo.

In diverse tradizioni pasquali l’uovo continua a mantenere un ruolo durante tutto il periodo delle festività. Durante il periodo di Quaresima, in virtù del digiuno, le uova vengono spesso non consumate ed accumulate per il periodo successivo. Nella tradizione balcanica e greco ortodossa l’uovo, di gallina, cucinato sodo, da secoli viene colorato, tradizionalmente di rosso, simbolo della Passione, ma in seguito anche di diversi colori, in genere durante il Giovedì Santo, giorno dell’Ultima cena, e consumato a Pasqua e nei giorni successivi. Il giorno di Pasqua, in molti riti, si compie la benedizione pubblica delle uova, simbolo di resurrezione e della ciclicità della vita, e la successiva distribuzione tra gli astanti.

Prima del consumo, in particolare nella tavolata di Pasqua, ognuno sceglie il proprio uovo e ingaggia una gara con i commensali, scontrandone le estremità, fino ad eleggere l’uovo più resistente. Questo viene considerato di buon augurio. Le colorazioni vengono effettuate attualmente con coloranti alimentari tipici della pasticceria, ma in passato si utilizzavano prodotti vegetali, tra cui la buccia esterna delle cipolle di varietà rossa.

Successivamente, prevalentemente nel XX secolo, ma con prototipi torinesi risalenti al Settecento, è invalsa la moda dell’uovo di cioccolata arricchito al suo interno da un piccolo dono. Se fino a qualche decennio fa la preparazione delle classiche uova di cioccolato era per lo più affidata a maestri artigiani, oggi l’uovo di Pasqua è un prodotto diffuso soprattutto in chiave commerciale. La preparazione delle uova di Pasqua delle più svariate dimensioni trova inizio anche più di un mese prima del giorno della Pasqua, come effettivamente accade anche per l’albero di Natale nel periodo natalizio. La produzione delle uova di cioccolato, in Italia, è affidata per la maggiore alle grandi ditte dolciarie. Attualmente, però, sembrano trovare ampi campi di diffusione le uova a tema, cioè uova di Pasqua incentrate su un cartone animato, un film o una squadra di calcio.

Ciò nulla toglie alle classiche uova di cioccolato preparate artigianalmente che sono tuttora molto diffuse in vari Paesi. In alcuni di essi, come la Francia, è tradizione istituire in aree verdi delle cacce pasquali al tesoro, in cui le uova, preparate artigianalmente e di dimensioni ridotte, vengono nascoste fra gli alberi e vengono poi ritrovate dai bambini. Tale tradizione sta oggi però affievolendosi per via della diffusione globale dell’uovo pasquale prodotto e distribuito commercialmente.

In molti altri paesi, infine, all’uovo di cioccolato viene ancora anteposto l’uovo di gallina solitamente cucinato sodo. Anche nei paesi di religione ortodossa, tuttavia, permane la tradizione delle uova di gallina, in risposta alla diffusione delle uova prodotte commercialmente, giudicate dagli ortodossi una strumentalizzazione consumistica della Pasqua. In Italia l’uovo sodo come simbolo pasquale è rimasto presente soprattutto accompagnato dalla tradizionale colomba pasquale o durante il pranzo. Anche in Arabia l’uovo di Pasqua rappresenta la resurrezione di Gesù.

Non tutti al mondo festeggiano la Pasqua come la festeggiamo noi, anzi: ci sono una miriade di tradizioni diverse, legate alla religione e non, che nemmeno possiamo immaginarci se non siamo curiosi abbastanza da andare al di là del nostro naso e di ciò a cui siamo abituati.

In Germania, durante il Gründonnerstag, il loro Giovedì Santo, si mangiano solo cose verdi. Il piatto che maggiormente viene consumato è la zuppa alle sette erbe (crescione, erba cipollina, prezzemolo, acetosa, spinaci, dente di leone e porro verde). Niente uova di cioccolato in Germania: si consuma l’Osterlamm, una torta che ha la forma di agnello con sopra cacao e zucchero a velo. Le uova in Germania vengono utilizzate per decorare gli alberi del giardino e delle strade a significare che la primavera è arrivata. Per i bambini il simbolo della Pasqua è rappresentato da un “coniglietto “. Le finestre vengono abbellite con disegni di coniglietti, uova e altri motivi. Nei vasi si mettono alcuni rami che vengono poi addobbati. La domenica di Pasqua è il giorno in cui i bambini vanno alla ricerca delle uova (I genitori nascondono nel giardino o in casa delle uova di cioccolato). Altra tradizione sono i fuochi di Pasqua, il cui costume vive ancora specialmente nella Germania settentrionale, e che offrono uno spettacolo notturno veramente affascinante. I contadini fanno dei fuochi per bruciare tutti i rami secchi che trovano: si attribuisce, infatti, all’acqua e al fuoco la proprietà di purificare, di favorire la fertilità dei campi e di sventare i malefici. Particolare curioso è che il fuoco di Pasqua deve essere acceso con mezzi naturali, cioè con la silice o strofinando due pezzi di legno, o con una grossa lente; qualche volta i lumi delle chiese vengono spenti e poi riaccesi con la fiamma di questo “fuoco sacro”. Anche alle ceneri vengono attribuite proprietà soprannaturali: esse vengono sparse dai contadini per i campi per propiziare il buon raccolto e simboleggiano la fine dell’inverno e l’inizio della primavera.

Il pranzo pasquale è quasi sempre a base di agnello e anche il dolce tradizionale ha la forma di un agnello. Il termine tedesco che indica la Pasqua (Ostern) deriva dal nome dell’antica divinità germanica della primavera: Eostre. La festività ha mantenuto il carattere pagano, di festeggiamento dell’arrivo della primavera e del rinnovarsi della natura. Nel periodo pasquale le case vengono decorate: alla vigilia della Pasqua in molte città ci sono dei mercati dove si possono trovare decorazioni, dolci e tutto quello che serve per abbellire le case.

In Danimarca, il giorno di Pasqua è dedicato alla caccia al tesoro: i conigli nascondono le uova e i bambini devono andare a cercarle. Chi ne trova di più se le tiene e ne vince uno extra. Per gli adulti c’è la birra, non una qualsiasi bensì la Påskebryg, una sorta di birra di Pasqua che viene prodotta solo in questo periodo. La Pasqua danese ha anche un colore specifico: il giallo! Facilmente troverete moltissime cose gialle se andate a festeggiare in Danimarca, dagli abiti alle tovaglie.

In Bulgaria, nei giorni precedenti la Pasqua si fanno grandi pulizie nelle case, si cucinano i “kozunaks” e si colorano uova: il primo uovo deve essere colorato di rosso, perché possa portare la salute. A mezzanotte del Sabato Santo la gente si scambia gli auguri e le uova di Pasqua.

In Francia, le campane della chiesa sono silenziose dal venerdì fino a Pasqua, un segno di dolore per il Cristo crocifisso. Ai bambini francesi si dice che le campane sono volate via a Roma. La mattina di Pasqua i bambini corrono veloci all’esterno per guardare le campane che volano nuovamente verso casa. Intanto che i piccoli sono occupati a guardare il cielo per scoprire se riescono a vedere le campane, i genitori nascondono le uova di cioccolato, affinché i bambini le trovino più tardi.

In Israele a Pasqua, arrivano da tutto il mondo gruppi di pellegrini dove festeggiano due tradizioni: la Pasqua cristiana e la festa ebraica del “Pesah”.

In Polonia, Ungheria e in quella che una volta era la Cecoslovacchia, durante la Pasqua, i giovani, mediante un antico rito di fertilità, spruzzano le ragazze con l’acqua di sorgente.

In Spagna, la tradizione pasquale a Barcellona è sentita soprattutto durante la Domenica delle Palme, in cui si ricorda l’ingresso di Gesù nella città di Gerusalemme, dove fu accolto con palme e rami d’ulivo. Una volta i rami di palma venivano tagliati, le foglie intrecciate e conservate lontano dalla luce, quindi veniva mantenuto il loro originale colore bianco con lo zolfo, l’oscurità e l’umidità. Le palme sono rami intrecciati, ma ci sono anche i “palmons” cioè i rami interi. Questi vengono portati dai bambini in chiesa perché siano benedetti. Le palme vengono decorate con un rosario di zucchero e dolci. E’ usanza appendere alle porte e alle finestre palme e “palmons” per proteggere la casa da streghe e spiriti maligni. In Catalogna, è tradizione mangiare una torta pasquale, chiamata “Mona “, decorata con uova di cioccolato, piume e una piccola figura di cioccolato che rappresenti o un personaggio noto ai bambini o uno proveniente dal mondo delle fiabe. Questo dolce viene tradizionalmente dato al proprio figlioccio dal padrino.

In Svezia la Pasqua è un po’ come Halloween! La tradizione infatti vuole che i bambini si travestano da streghe di Pasqua, ovvero påskkärringar.  Dipingono il loro viso e vanno in giro con una scopa a bussare alle porte delle persone chiedendo, proprio come ad Halloween, caramelle o cioccolato. Nelle case svedesi, inoltre, le decorazioni pasquali sono rami di salice e betulla. Durante il giorno delle Palme vengono benedetti i gattici (rami del pioppo bianco con le gemme che assomigliano alla coda di gatto). Queste usanze risalgono al medioevo, quando si aveva il terrore delle streghe. Durante il pranzo pasquale si mangiano uova sode con il guscio colorato. Un’antica credenza popolare voleva che nel periodo immediatamente precedente alla Pasqua le streghe volassero verso la montagna di “Blakulla“, per trovare il diavolo. Da quell’antica credenza ha avuto origine la tradizione delle “streghette di Pasqua “: si tratta di gruppetti di bambine che nel periodo pasquale, imbacuccate con scialli e lunghe sottane, vanno in giro con un bricco da caffè dove la gente deve mettere un soldino o una caramella. Gli svedesi conservano altre vecchie usanze legate a credenze di stregoneria: nella Svezia occidentale le notti pasquali sono illuminate da grandi falò e dallo scoppio di petardi, vecchi metodi per tenere lontano le streghe.

In Finlandia, la Pasqua ha gli stessi riti e tradizioni della vicina Svezia. Durante il pranzo pasquale, si mangiano il “Pasha” a base di formaggio e il “Mammi “, il tradizionale budino pasquale di segale. Il significato della Pasqua cristiana non è molto sentito in Finlandia, in quanto l’86% della popolazione appartiene alla chiesa Evangelica Luterana. La tradizione pasquale finnica, perciò, più che altro celebra l’arrivo della primavera, anche se a marzo o ad aprile in questa terra regna ancora l’inverno. Nel giorno di Pasqua è tradizione, in tutta la Finlandia accendere dei grandi falò, kokko in finlandese, per spaventare le streghe e i mostri della foresta. A Helsinki, sull’isola di Seurasaari, potrete ammirare i bambini vestiti da streghe che cantano canzoni e recitano poesie per il pubblico. Qualche tempo prima della Pasqua i bambini piantano alcune sementi in piccoli vasi. I bimbi finlandesi usano anche disegnare delle streghette su biglietti di carta, su cui poi scrivono i loro desideri. Vestiti da streghe, distribuiscono i biglietti ai loro amici. La tradizione vuole che le notti tra il venerdì e la domenica di Pasqua, le streghe escano dai loro nascondigli e volino nel cielo.

In Olanda, la Pasqua viene celebrata come una festa primaverile. La maggior parte della gente appende una corona decorata alla porta di casa. Si pitturano le uova che poi vengono appese ad un albero nel giardino. In casa si mettono dei fiori gialli.

Il coniglietto pasquale nasconde in giardino le uova sode colorate che poi i bambini cercheranno per tutta la mattinata. Per quel che riguarda la cucina una delle specialità è il “Paasbrod“, un buonissimo pane dolce pieno di uvetta.

In Russia, per la Chiesa ortodossa la Pasqua è la festa più importante dell’anno e la si celebra con grande solennità, in una data diversa da quella cattolica. A Pasqua si guarda alla cittadina di Sagorsk, dove risiede il Pope di Mosca e di tutta la Russia, cioè la massima autorità della religione ortodossa. La mattina del giorno di Pasqua la famiglia russa si reca sulla tomba di un parente e lì consuma un picnic. Alla sera si fa un banchetto con diversi tipi di carne, pesce e funghi, dove non manca il Pabcha, un piatto sostanzioso a base di formaggio quark. Il dolce tipico è il Kulitch, un panettone di ricotta dolce. Durante la messa di mezzanotte il Pope toglie simbolicamente il sudario dal sepolcro. Non trovandovi più il corpo di Cristo, con il corteo sacerdotale esce dalla chiesa per ricercarlo, finché ritorna e annuncia ai fedeli il miracolo con la tradizionale esclamazione: “Christos voskrèse!” (Cristo è Risorto!) e la folla risponde: “Vo istinu voskrèse!” (In verità è Risorto!). Solo allora tutti si scambiano il triplice bacio rituale; poi si cantano inni di esultanza, si accendono ceri e si fanno fuochi d’artificio. Per il popolo russo le festività legate alla Pasqua sono anche un saluto alla primavera. I ragazzi si recano in campagna per spogliare le betulle. Con i rami di betulla le ragazze intrecciano delle corone con cui ornano la testa. In alcune regioni della Russia è ancora vivo l’antico rito di bruciare fieno o altre vecchie cose rimaste sotto la neve durante l’inverno. Nel passato lontano i contadini facevano un pupazzo di paglia che simboleggiava la morte, lo bruciavano o lo buttavano nel fiume. La radice di questo rito precristiano, legato alla morte e al rinnovo della vita con la primavera, ricorda il rito che si faceva in tempi lontani a Roma, dove in maggio si usava gettare nel Tevere pupazzi di paglia. Anche in Russia Pasqua non è tale senza il rituale scambio dell’uovo, seguito da tre abbracci e baci. Il tipo d’uovo offerto varia moltissimo: il valore venale dipende dalle risorse del donatore e dal destinatario del dono. Ma l’uovo di gallina decorato resta il più popolare. In Russia vanno però ricordate anche le deliziose pysanky ucraine: uova augurali ritualmente e magicamente decorate in casa, il cui guscio ha fori finissimi per consentire, poggiandovi delicatamente l’occhio e ponendo l’uovo sotto una sorgente di luce, di godere anche “dall’interno” l’effetto dei motivi ornamentali. In Russia le uova sode vengono colorate di rosso, simbolo di nuova vita ottenuta mediante il sacrificio di Cristo.

In Grecia si festeggia la Pasqua con i riti greco-ortodossi. Con il suono delle campane nella notte di Pasqua e la celebrazione del rito della Resurrezione, termina la Quaresima. Ogni fedele accende nella chiesa la candela che ha con sé e che porterà a casa ancora accesa. Dopo giorni di rigoroso digiuno, si pranza con la “soupa mayeritsa” accompagnata da riso alla greca, con le uova colorate di rosso, con il pane pasquale e la tipica “Maghiritsa “, una zuppa fatta con le interiore dell’agnello. Anche in Grecia, infatti, come in molti altri paesi slavi, c’è la consuetudine di regalare per Pasqua delle uova colorate. L’origine dell’usanza di regalare uova colorate di rosso è molto antica. La tradizione racconta che, dopo la Resurrezione di Cristo, Maria di Magdala, la peccatrice redenta, si sia recata a Roma e abbia offerto all’imperatore Tiberio un uovo rosso, dicendogli: “Cristo è risorto”. Anche se l’episodio non si trova nei Vangeli, è rappresentato da alcune icone, una delle quali si trova nella chiesa di Maria di Magdala a Gerusalemme. Il colore rosso acceso delle uova intende ricordare ai fedeli il sangue versato da Cristo per l’espiazione dei loro peccati.

Nel Regno Unito, una delle cerimonie più vive è quella del Giovedì Santo, giorno dedicato all’attività caritativa e si svolge secondo un rituale tradizionale.

A Londra, l’uso del Royal Maundy Gifts è ricordato nell’abbazia di Westminster dove vengono donate ai poveri borse di denaro. Le borse vengono distribuite dal sovrano su di un vassoio d’argento, dopo la cerimonia religiosa. Il Venerdì Santo vive ancora l’usanza dei dolci, di antichissima tradizione, che un tempo si usava mangiare come protezione contro il fuoco. Nel pub di Londra chiamato “Il Figlio della Vedova” si conservano quasi duecento esemplari di questi dolci, secondo quanto descritto da una leggenda: “Una vedova che attendeva il figlio marinaio disperso in mare non volle mai disperare e continuò ogni anno a cuocergli gli hot-cross buns”.
Questi dolcetti sono delle brioches fatte con la cannella e uvetta. Sopra a questi dolci vi è una croce di glassa di zucchero per ricordare la passione di Cristo. Sembra che, durante le incursioni aeree dell’ultima guerra mondiale, questa curiosa collezione sia stata messa in salvo tra gli altri cimeli preziosi. Un’usanza curiosa è quella di far rotolare le uova colorate su di un prato o lungo una strada, fino a quando tutti i gusci non siano stati spezzati; questo avviene a Preston, dove le uova rotolano su un pendio erboso. Un’altra tradizione divertente è quella di contendersi le uova e le torte con battaglie, combattute principalmente da ragazzi.

In Romania, come in Italia, la Pasqua si festeggia in famiglia con una serie di tradizioni culinarie da rispettare. Qui si mangiano le uova normali e non solo si mangiano…ci si gioca. La tradizione vuole che tutta la famiglia partecipi alla gara delle uova. Le regole sono semplici: si fanno scontrare tra loro due uova sode e vince l’uovo che ha il guscio più duro. Quello che perde deve mangiarsi tutte le uova che vengono rotte. Inoltre la mattina di Pasqua la tradizione vuole che ci si lavi il viso con dell’acqua nella quale sono stati messi a mollo una moneta d’argento e un uovo dipinto di rosso poiché essi simboleggiano, rispettivamente, la purezza e la salute.

Anche in Romania si sono sovrapposti antichi riti pagani alle celebrazioni religiose. Con l’avvicinarsi della Pasqua finiscono le feste popolari invernali ed iniziano quelle di primavera. Il Giovedì Santo è per i rumeni il Giorno dei Morti ed è chiamato il “gioia mare” (in italiano “giovedì grande”). In questo giorno si portano in chiesa dolci fatti con farina o con grano bollito ricoperto di zucchero e noci, del vino e della frutta, che sono offerti in memoria dei morti e distribuiti ai vecchi e ai poveri.

Il Venerdì Santo, si pone davanti alla Croce un tavolo molto alto, in modo che vi si possa passare sotto. Sul tavolo si mette l’epitaffio, un pezzo di stoffa che porta ricamato o dipinto il seppellimento di Cristo, e i fedeli, recandosi in chiesa, portano fiori al Cristo e ai loro morti, passando per tre volte sotto il tavolo sul quale è sistemato l’epitaffio. A sera si svolge il canto Prohod, una cerimonia affascinante alla quale partecipa tutto il villaggio, diviso in gruppi seguendo il cammino della Croce. Qualcosa che rassomiglia alla nostra Via Crucis. Al sabato mattina donne e bambini fanno la Comunione, mentre gli uomini intervengono alla messa di mezzanotte portando in chiesa un gallo bianco e uova colorate. La cerimonia si conclude con una processione intorno alla chiesa, con le candele accese.

L’Italia nel periodo pasquale è uno spettacolo da non perdere, dato che le città, da Nord a Sud, sono animate da feste popolari, processioni, riti religiosi, rappresentazioni sacre, sagre e tradizioni folcloristiche per ricordare la Passione di Cristo. La Pasqua nella tradizione italiana prevede quattro giorni fondamentali nella nostra Pasqua, ovvero Giovedì Santo, Venerdì Santo, domenica di Pasqua e lunedì di Pasquetta. Il giovedì è la giornata in cui si celebrano i sepolcri, il venerdì si è in lutto, il sabato si aspetta la mezzanotte, quando le campane suonano a festa per la resurrezione di Gesù. La mattina di Pasqua ci sono processioni per ricordare la gioia dell’incontro tra Gesù e la Madonna. Nel corso della Settimana Santa vengono rappresentati, di volta in volta: l’Ultima Cena, la Lavanda dei Piedi, il Trasferimento all’Orto del Getsemani, il tradimento di Giuda con la cattura di Gesù, il processo, il Calvario, la morte di Gesù, la Deposizione, la Sepoltura e la Resurrezione. La serata del Giovedì Santo è dedicata alla “celebrazione eucaristica” con la visita ai Sepolcri (il Sepolcro racchiude il Corpo di Cristo), realizzati in ogni parrocchia e il momento ricorda la ricorrenza dell’Ultima Cena; il Venerdì Santo è il giorno di lutto assoluto, le strade si illuminano di fiaccole e vengono attraversate da processioni e vie crucis; il Sabato Santo, a mezzanotte, le campane suonano a festa, annunciandoci la Resurrezione; un momento di grande gioia che culmina nella Domenica.

In Etiopia, durante il Venerdì Santo iniziano le celebrazioni della Pasqua (la Fasika), i credenti digiunano e pregano. E’ una ricorrenza molto sentita, una delle più sacre, indossando gli abiti bianchi della tradizione, le persone affollano le chiese. Molto suggestive le ricostruzioni delle scene bibliche, vengono infatti rievocate le scene della Pasqua dai fedeli incorniciate dai loro paesaggi mozzafiato. Per quel che riguarda la cucina, troviamo molti piatti a base di manzo, pesce, pollo e agnello. Il tutto viene accompagnato dal pane locale: ambasha, kocho e difo dabo. Tradizione vuole che venga arrostita una gran quantità di grani di caffè così nelle case si può apprezzarne il buonissimo aroma rinfrescante.

In Messico, come in Spagna, la festa è incentrata su processioni religiose e sfilate dei santi ma non solo. Un’usanza davvero carina, da realizzare magari con i vostri bimbi, sono los cascarones, i gusci delle uova, che per l’occasione vengono riempiti di coriandoli e poi chiusi con un pezzo di carta velina. Una tradizione portata addirittura da Marco Polo dalla Cina (dove i gusci venivano riempiti con le spezie) in Europa, dunque è arrivata anche in Messico. Tradizione vuole che si rompano poi sulla testa di amici e parenti, come buon auspicio.

 

 

di Salvatore Rondello

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