fbpx

Facebook blocca alcune pagine e account di partiti di estrema destra inglesi

Facebook blocca alcune pagine e account di partiti di estrema destra inglesi

K metro 0 – Londra – Facebook ha imposto il ban permanente nei confronti di una serie di organizzazioni e individui legati al mondo dell’estrema destra inglese. Alcune delle personalità provengono dal British National Party (BNP), dall’English Denfence League (EDL) e da Britain First. L’azione ha sortito i propri effetti a partire da mezzogiorno di

K metro 0 – Londra – Facebook ha imposto il ban permanente nei confronti di una serie di organizzazioni e individui legati al mondo dell’estrema destra inglese. Alcune delle personalità provengono dal British National Party (BNP), dall’English Denfence League (EDL) e da Britain First. L’azione ha sortito i propri effetti a partire da mezzogiorno di giovedì, ed è stata estesa ai post e i contenuti che “supportano o elogiano” questo tipo di organizzazioni.

Non è il primo procedimento di questo tipo da parte di Facebook, che a febbraio aveva già bannato Tommy Robinson, arrivista di destra, con le stesse motivazioni, e aveva seguito questa linea anche a marzo. In quell’occasione, Facebook ha invertito una delle proprie politiche storiche che permetteva ai “nazionalisti bianchi” e ai “separatisti bianchi” di postare materiale sul sito, a condizione che non promuovessero la “supremazia bianca”. Non solo, visto che nelle scorse settimane gli stessi provvedimenti erano stati mossi nei confronti della politica canadese Faith Goldy, dei Soldiers of Odin, del Fronte Nazionale canadese the Canadian Nationalist Front e il candidato del partito di destra italiano, Fratelli d’Italia, Caio Giulio Cesare Mussolini. Altri dodici personalità e account sono stati bannati dal sito: la pagina del BNP e del suo leader, Nick Griffin; quella di Britain First, di Paul Golding e dell’ex leader Jayda Fransen; della EDL e di Paul Ray, membro fondatore dell’organizzazione; la pagina del Fronte Nazionale e del suo leader, Tony Martin e dell’attivista di estrema destra Jack Renshaw, ex portavoce dell’organizzazione National Action.

Nel comunicato rilasciato nella giornata di giovedì dalla società guidata da Zuckerberg si legge: “Individui e organizzazioni che fomentano odio, o attaccano o tentanto di escludere l’altro sulla base dell’identità, non avranno piu’ spazio su Facebook. Porteremo avanti il ban, secondo la nostra politica riguardante le personalità e le organizzazioni pericolose, per chi inneggia a missioni violente o d’odio, o chi se ne macchia. Gli account bloccati oggi hanno violato questa nostra policy, e non potranno piu’ mettere piede su Instagram o Facebook. I post che esprimono elogio o supporto per queste figure o per questi gruppi verranno altresì bloccati. Il nostro impegno contro l’odio organizzato è totale e continueremo a valutare le personalità, le organizzazioni, le pagine, i gruppi e i contenuti che vanno contro gli standard della nostra community”.

Il governo britannico la scorsa settimana aveva annunciato un piano per rendere il Regno Unito “il posto più sicuro al mondo per andare su internet”. Nero su bianco, sono state avanzate delle proposte nei confronti di piattaforme come Facebook, che dovrebbero assumersi la responsabilità non solo di rimuovere contenuti illegali, come la promozione del terrorismo o l’abuso di minori, ma anche di quelli “legali ma dannosi”, come la disinformazione, il cyberbullismo e il materiale che promuove il suicidio e l’autolesionismo.  Facebook ha cambiato radicalmente la propria posizione nei confronti delle organizzazioni di estrema destra inglesi. Nel 2016, infatti, erano emerse varie preoccupazioni riguardanti la libertà concessa agli attivisti di estrema destra sul social network. La compagnia californiana aveva risposto così agli organi di stampa: “Il sito è utilizzato da partiti e sostenitori di varia natura politica per promuovere questioni che ritengono importanti”.

Condividi su:

Posts Carousel

Latest Posts

Top Authors

Most Commented

Featured Videos

Che tempo fa



Condividi su: