fbpx

Portogallo, controlli ristretti su prodotti confezionati e tassa sul sale

Portogallo, controlli ristretti su prodotti confezionati e tassa sul sale

K metro 0 – Lisbona – In Portogallo l’attenzione ad un’alimentazione sana ed equilibrata è molto alta e il governo ha sempre posto il binomio salute-alimentazione in cima alla sua agenda: la associazione portoghese per la tutela dei consumatori (DECO) si è focalizzata in uno studio sul tasso di tossicità di alcuni prodotti, mentre da

K metro 0 – Lisbona – In Portogallo l’attenzione ad un’alimentazione sana ed equilibrata è molto alta e il governo ha sempre posto il binomio salute-alimentazione in cima alla sua agenda: la associazione portoghese per la tutela dei consumatori (DECO) si è focalizzata in uno studio sul tasso di tossicità di alcuni prodotti, mentre da quest’anno la tassa sul sale si applica anche al pane.

La cucina portoghese può definirsi una cucina salutare, tanto che nel 1977 venne istituita la Roda dos Alimentos (ruota alimentare), riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che ha permesso alla dieta portoghese di entrare nella dieta mediterranea: sono presenti 7 categorie di cibo, ognuna indicata con la percentuale da assumere quotidianamente. Inoltre, nel 2015 il parlamento ha istituito la Giornata Nazionale della Gastronomia Portoghese, che si svolge ogni anno l’ultima domenica di maggio e ha lo scopo di promuovere l’importanza del cibo sano. Sulla tavola portoghese, infatti, troviamo alimenti di stagione che vengono cucinati in modo semplice e frugale per conservarne i valori nutritivi.

Tuttavia, non mancano prodotti confezionati; ma se è impossibile eliminarli dal mercato, per lo meno si può cercare di diminuire il loro impatto dannoso alla salute con controlli serrati sulla composizione degli ingredienti. Infatti, dopo l’entrata in vigore del regolamento della Commissione europea sulle buone pratiche nel settore dell’alimentazione, nell’aprile del 2018, la DECO ha deciso di testare – insieme con Francia, Germania, Paesi Bassi, Norvegia, Belgio, Slovenia, Danimarca, Italia e Spagna – più di 500 prodotti disponibili sul mercato. L’obiettivo è stato quello di valutare quanto acrilamide – una sostanza chimica che si forma naturalmente in alimenti cotti ad alta temperatura – sia presente nei prodotti più venduti ai consumatori. Dei 60 campioni testati, tra le diverse marche di caffè tostato, patatine, pane e biscotti, fortunatamente, meno della metà ha mostrato livelli di acrilamide superiori ai valori di riferimento: i prodotti di sottomarca sono risultati quelli che maggiormente sfuggono ai controlli. Sorprendentemente, i biscotti Maria, tra i più diffusi in Portogallo, hanno rilevato livelli superiori a quelli indicati dal regolamento UE. L’azienda, di conseguenza, si è detta pronta a cambiare la ricetta per diminuire il contenuto di zucchero e l’emergenza dell’acrilamide.

La scoperta della formazione di questa sostanza chimica in alcuni alimenti ricchi di amido e asparagina (un amminoacido) con bassa umidità, che sono sottoposti a temperature elevate, è avvenuta nel 2002 da ricercatori svedesi e, da allora, la comunità scientifica ha iniziato a testare diversi prodotti. Dal 2007, infatti, sulla base dei dati elaborati dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), l’Unione Europea ha stabilito valori indicativi per le imprese alimentari.

Nello specifico, il governo portoghese, per una maggiore attenzione alla sana alimentazione dei suoi cittadini, ha deciso di adottare, dal primo gennaio 2018, anche una tassa sul sale per alcuni alimenti, come snack salati, patatine fritte corn flakes, crackers e biscotti. La proposta è avvenuta nel novembre di due anni fa, quando il governo ha presentato la proposta di bilancio per il 2018: un’imposta di 0,80 euro al chilo per i prodotti che contengono più di un grammo di sale ogni 100 grammi. Il progetto portoghese è unico in Europa e segue l’introduzione della tassa sulle bevande zuccherate del 2017. Secondo le dichiarazioni su varie testate nazionali dei produttori di snack salati, però, “non ci sono motivi per il trattamento discriminatorio di snack poiché contribuiscono in modo marginale alla quantità di sale assorbita nella giornata. Inoltre, non esistono prove scientifiche o empiriche che le tasse discriminatorie alimentari riducano i tassi di obesità o migliorino la salute pubblica”. Nonostante le reazioni negative, il governo non si è fermato, anzi dall’inizio di quest’anno la tassa è applicata anche sui prodotti della panificazione. La decisione è stata presa per prevenire le malattie cardiovascolari e si inquadra, in generale, nell’ambizioso progetto governativo di ridurre i livelli di obesità e le malattie non trasmissibili, come infarto e diabete: il pane non dovrà contenere più di 1, 2 grammi di sale entro il 2020, non più di 1,1 nel 2021 ed entro gennaio 2022 si dovrà arrivare a 1 grammo di sale in 100 grammi di pane. Questa prima stretta europea sulla presenza di sodio sui prodotti della panificazione, inoltre, riguarderà tutti i tipi di pane prodotti o commercializzati in Portogallo, indipendentemente dal paese in cui sono stati confezionati.

“Un’alimentazione non sana contribuisce a una quota significativa di decessi e patologie cardiovascolari, diabete e cancro; ciò ha un impatto negativo sulla qualità di vita negli ultimi 10 anni di vita stessa” si legge nella lettera della direttrice per l’Europa dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Zsuzsanna Jakab, inviata al Ministero della Salute. Persino l’OMS, infatti, si è congratulata con il governo portoghese per gli sforzi compiuti per la promozione di una sana alimentazione.

 

di Mara Di Fuccia

Condividi su:
Mara Di Fuccia
CONTRIBUTOR
PROFILE

Posts Carousel

Latest Posts

Top Authors

Most Commented

Featured Videos

Che tempo fa



Condividi su: