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Riccardo Illy: L’Italia deve essere partner dell’Unione europea

Riccardo Illy: L’Italia deve essere partner dell’Unione europea

K metro 0 – Milano – L’Italia staccata dall’Europa non avrebbe senso nemmeno per Riccardo Illy, imprenditore e politico italiano (PD), ex sindaco di Trieste ed ex Presidente del Friuli-Venezia Giulia. Innanzi tutto, intanto, suggerisce ai nostri governanti un approccio “zero base”, programmazione a base zero, sistema di budgeting molto in voga negli States (in

K metro 0 – Milano – L’Italia staccata dall’Europa non avrebbe senso nemmeno per Riccardo Illy, imprenditore e politico italiano (PD), ex sindaco di Trieste ed ex Presidente del Friuli-Venezia Giulia. Innanzi tutto, intanto, suggerisce ai nostri governanti un approccio “zero base”, programmazione a base zero, sistema di budgeting molto in voga negli States (in sostanza consiste nel ripartire sempre da zero riformulando piani e programmi in base ai ricavi previsti). «Ormai dobbiamo confrontarci e calarci in un contesto mondiale in cui la prima potenza economica sono gli Stati Uniti tallonati dalla Cina, che presto li scalzeranno; e in mezzo c’è l’Europa, che è un coacervo: né federazione di stati né confederazione. È più di un’alleanza, insomma, ma meno di una confederazione, con una struttura di governance fra l’altro strana. Non c’è un Parlamento difatti che fa le leggi ma un Consiglio che potrebbe essere assimilato al nostro Senato».

Insomma, l’Italia come Stato- Nazione da sola potrebbe dialogare con Cina e Usa? «No – risponde Illy -. La seconda economia produttiva dell’Ue può dialogare con le grandi potenze solo all’interno dell’Europa, anche in termini di popolazione (512 milioni circa di fronte ai 60 milioni dell’Italia da sola). Non bisogna dimenticare poi i paesi in forte sviluppo o sulla via giusta. Come l’Asia, la Corea del Sud, e l’Africa, che cresce e diventerà la nuova Asia; la Colombia stessa, raggiunta la stabilità politica, ha avviato un processo di crescita indicativo. In questo quadro l’Italia fuori dall’Europa ricoprirebbe un ruolo subordinato».

Cosa succederebbe se uscissimo dall’euro?

«Tornare alla vecchia lira significherebbe svalutare e dunque ‘fregare’ il prossimo, soprattutto chi ha acquistato i nostri titoli di Stato, che non comprerebbe più nessuno a quel punto. Del periodo lira ricordo l’inflazione alta e i tassi d’interesse sostenuti. Proviamo a pensare a un’impresa che si trova di nuovo con la lira e deve fare degli investimenti. Ci penserebbe su 50 o 100 volte prima di farli. L’unico modo per non fare la fine della Turchia è mantenere l’euro».

 

di Alessandro Luongo

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