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Un milione di euro a scuole, comuni e associazioni per promuovere “la dimensione europea dello sport”

Un milione di euro a scuole, comuni e associazioni per promuovere “la dimensione europea dello sport”

K metro 0 – Roma –  È una calda mattinata di giugno quando gli studenti di un istituto tecnico professionale di una cittadina a vocazione turistica dell’Abruzzo montano disputano la finale del Primo torneo di pallavolo, organizzato dalle insegnanti in collaborazione con la dirigenza scolastica e interamente autofinanziato, dal rinfresco alle coppe che i ragazzi

K metro 0 – Roma –  È una calda mattinata di giugno quando gli studenti di un istituto tecnico professionale di una cittadina a vocazione turistica dell’Abruzzo montano disputano la finale del Primo torneo di pallavolo, organizzato dalle insegnanti in collaborazione con la dirigenza scolastica e interamente autofinanziato, dal rinfresco alle coppe che i ragazzi alzano con entusiasmo al sole. Il risultato è sorprendente, perché la competizione sportiva appassiona e unisce. Iniziative come questa sono l’oggetto del bando europeo EAC/S14/2018, che stanzia un milione di euro ad associazioni pubbliche e private del settore, circoli, scuole e università, federazioni e amministrazioni che presentino proposte per la “Promozione dei valori europei attraverso iniziative sportive a livello comunale”. L’obiettivo è diffondere i valori positivi dello sport e creare una rete di contatti. Il bando segue la decisione C(2018) 1602/1 della Commissione del 21 marzo 2018 in tema di istruzione, sport e cultura; la sovvenzione europea va da 230 a 700 euro per ogni ente e coprirebbe fino all’80% delle spese, scade il 26 luglio 2018.

Tra i temi prioritari della strategia Europa 2020, l’attività fisica è stata definita presupposto indispensabile per una popolazione attiva e sana, in particolare per quanto riguarda la crescita, la produttività e la salute. In questo ambito, soprattutto, si accoglie quanto raccomandato dall’Organizzazione mondiale della Sanità sui benefici di un esercizio sportivo regolare per migliorare e rafforzare le proprie condizioni fisiche e cognitive e prevenire alcune patologie, considerati i numeri «inaccettabilmente alti» che vedono quasi due cittadini europei su tre non praticare alcuno sport, o assai raramente. A non dedicare il proprio tempo libero all’attività fisica sono indifferentemente i più e i meno benestanti: se è vero infatti che questa tendenza è molto frequente tra i gruppi svantaggiati sul piano socioeconomico, è anche vero che la sedentarietà è stata individuata dall’OMS tra i più gravi fattori di rischio di mortalità precoce nei paesi ad alto reddito, e i suoi effetti provocano nella sola Europa un milione di decessi l’anno. Al contrario, la salute dei cittadini giova alle casse pubbliche, dal momento che nell’UE circa il 7% dei bilanci sanitari nazionali viene speso ogni anno per malattie legate all’obesità. Viceversa, secondo le conclusioni del Consiglio Europeo sullo «sport come motore di innovazione e crescita economica» (2014), il settore gode, è il caso di dirlo, di ottima salute e rappresenta l’1,76% dell’economia europea, con un’incidenza del 2,12% sulla disoccupazione, in particolare giovanile.

Lo sport è anche un potente strumento di democrazia, si legge nel bando, «fornendo un senso di appartenenza e un forte attaccamento ai principi e alle tradizioni che costituiscono il cuore delle società aperte». È per questo che l’UE fa riferimento ai valori positivi dello sport in uno dei trattati fondamentali che ne stabiliscono il funzionamento (art. 165 TFUE, versione consolidata 2010); nonché all’argomento la Commissione Europea ha dedicato un intero contributo, il Libro bianco sullo sport (2007), che per la prima volta ha riconosciuto il ruolo dello sport sul piano economico, sociale ed etico nel diffondere e sostenere valori essenziali come la solidarietà, la correttezza, l’inclusione e la partecipazione, secondo l’altissimo “ideale olimpico” di pace e comprensione fra popoli e culture. Ed è un percorso che inizia da piccoli: proprio ai ragazzi da 0 a 12 anni è dedicata un’altra serie di conclusioni del Consiglio sulle abilità motorie e di apprendimento nei bambini (2015), dove si invita alla «massima sensibilizzazione» nella creazione di opportunità per i più giovani che spesso risentono di stili di vita non adeguati, mancanza di tempo e carenza di strutture.

 

di Anna Maria Baiamonte

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