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Usa: dazi – L’UE annuncia contromisure

Usa: dazi – L’UE annuncia contromisure

K metro 0 –  Washington – A partire da giugno 2018 entrano in vigore i dazi degli USA sulle importazioni di acciaio e alluminio da Europa, Canada e Messico. I controversi dazi su acciaio e alluminio sono rispettivamente del 25% e del 10% e mirano a proteggere e sviluppare l’industria metallurgica americana a danno però di

K metro 0 –  Washington – A partire da giugno 2018 entrano in vigore i dazi degli USA sulle importazioni di acciaio e alluminio da Europa, Canada e Messico. I controversi dazi su acciaio e alluminio sono rispettivamente del 25% e del 10% e mirano a proteggere e sviluppare l’industria metallurgica americana a danno però di quella europea. Questi sono dei settori strategici dell’economia mondiale e questi dazi porteranno sicuramente dei cambiamenti significativi.

Queste misure statunitensi sono state decise dall’amministrazione Trump e annunciate dal segretario al commercio Usa Wilbur Ross. Secondo quanto dichiarato da Trump: “I dazi sono delle misure inevitabili perché i prodotti di acciaio e alluminio importati negli Usa sono cosi’ tanti ed entrano in tali circostanze che minacciano di indebolire la sicurezza nazionale”. L’annuncio di questa iniziativa ha provocato delle inevitabili reazioni a livello internazionale, tra cui quella del presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker che ha affermato: “Questo è protezionismo puro e semplice, quindi gli Usa non ci lasciano nessun’altra scelta che l’imposizione di contromisure”. Tra le altre reazioni alle misure di Trump c’è anche quella della commissaria Ue al commercio Cecilia Malmstroem che ha affermato: “Abbiamo fatto tutto il possibile per evitare questo esito ma gli USA hanno voluto usare la minaccia delle restrizioni commerciali come leva per ottenere concessioni dall’Ue, questo non è il modo in cui noi facciamo affari, e certamente non tra partner, amici e alleati di lunga data”. Prosegue poi con una frase emblematica: “E’ un brutto giorno per il commercio mondiale”. Un’altra voce autorevole è quella  del presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani che ha commentato, tramite Twitter, la decisione degli Stati Uniti sui dazi: “Sono molto deluso dalla decisione del presidente Trump di imporre dazi sulle importazioni di acciaio e alluminio. Noi siamo al fianco dei nostri lavoratori e della nostra industria europea e risponderemo con tutti gli strumenti disponibili per difendere i nostri interessi. Le tariffe commerciali unilaterali sono sempre un gioco a somma negativa”. Il portavoce della Commissione europea Margaritis Schinas ha invece affermato sempre sul tema dei dazi: “Siamo pronti a far fronte a qualsiasi tipo di scenario e a difendere gli interessi dell’Ue e il diritto commerciale internazionale”.

Per quanto riguarda invece le reazioni dei singoli stati membri, queste non sono meno animate.

Il cancelliere tedesco Angela Merkel, ha definito le tariffe “illegali”, affermando che “le misure portano alla minaccia di una spirale di escalation che risulterà dannosa per tutti” e invita l’UE a dare una risposta “decisa e unita”. E dal punta di vista di francese Emmanuel Macron ha telefonato alla Casa Bianca annunciando una “dura reazione” da parte dell’Unione europea e lo stesso ministro francese delle Finanze Le Maire ha espresso ragionevoli preoccupazioni per le misure protezionistiche degli USA.

Dal mondo finanziario c’è anche la dichiarazione del direttore del Fondo Monetario Internazionale (Fmi), Christine Lagarde che ha commentato la decisione di Trump con queste parole: “I piu’ poveri e meno privilegiati sono quelli che risentiranno di piu’ in caso di distruzione degli scambi commerciali. Le aziende e la societa’ civile devono essere coinvolte sul fronte del commercio”.

Dall’Oriente la Cina è anch’essa critica con i dazi di Trump e tramite il portavoce del ministero del Commercio Gao Feng ha dichiarato: “la parte cinese valuterà con attenzione le mosse Usa riservandosi il diritto di adottare misure relative” e rende noto che “è’ una proposta contraria alle regole e allo spirito di base dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto)”. Anche il Giappone sta sulla stessa linea della Cina e tramite il ministro dell’economia Hiroshige Seko fa sapere di non condividere le misure americane e anzi ha espresso serie preoccupazioni per le ripercussioni di queste nel campo del commercio internazionale:  “Se gli Usa impongono dazi anche sulle auto e pezzi di ricambio, questo causerebbe gravi turbolenze sul mercato globale e potrebbe portare alla fine del sistema commerciale multilaterale basato sulle regole del Wto”.

Oltre all’Europa e all’Oriente anche il Messico rende noto che vi saranno contromisure verso gli USA, il ministero dell’Economia messicano ha annunciato infatti tasse sull’importazione dagli Usa di una serie di prodotti, che vanno dall’acciaio alla carne suina, passando per prodotti agricoli come l’uva o i mirtilli.

Il primo ministro canadese Justin Trudeau ha dichiarato invece “inconcepibile” il discorso sulla sicurezza di Trump, dichiarando: “potrebbe essere considerato una minaccia per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti”. Inoltre, il Canada ha annunciato dazi corrispondenti su un ampio elenco di esportazioni americane, tra cui acciaio e alluminio, nonché dozzine di prodotti di consumo di base come ketchup, insetticidi e macchine per il bucato. Le tariffe canadesi, che entreranno in vigore il 1 ° luglio, colpiranno $ 12,8 miliardi di beni americani, il valore delle esportazioni canadesi di acciaio e alluminio negli Stati Uniti nel 2017.

In Italia invece  il presidente si Federacciai Antonio Gozzi ha dichiarato: “Prezzi Usa acciaio sono talmente alti che il nostro acciaio reggera’ anche a un dazio del 25%. Fra i prezzi dell’acciaio Usa e quelli italiani su prodotti analoghi la differenza è di circa 200 dollari a tonnellata. Certo – prosegue – bisogna vedere l’andamento dei prezzi americani, se il differenziale scende ci saranno ripercussioni”. Sempre in Italia c’è la reazione del presidente di Confindustria Vincenzo Boccia che ha affermato: “Non condividiamo ma non sottovalutiamo l’idea della difesa della industria americana. A questo punto l’Europa dovrebbe difendere l’industria europea riequilibrando le posizioni delle bilance commerciali nel mondo, partendo dalla centralità dell’industria, e in questo l’Italia – che è la seconda manifattura d’Europa – ha tutto l’interesse a costruire una grande stagione di riforme e risposte europee”.

Secondo il segretario al commercio Usa Wilbur Ross le possibili contromisure dell’UE non spaventano gli USA e che queste non influiranno minimamente sull’economia americana ma l’UE e altri paesi potrebbero rivolgersi al “tribunale del commercio” dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (organo preposto per la risoluzione delle controversie) per far dichiarare illegale la politica del presidente Trump.

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