K metro 0 – Gerusalemme – Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu dovrebbe presiedere il team ministeriale incaricato di definire il mandato e l’ambito di una commissione d’inchiesta governativa sugli attacchi del 7 ottobre 2023 condotti da Hamas, i più gravi nella storia dello Stato di Israele. Lo riferiscono diversi media israeliani, secondo cui il
K metro 0 – Gerusalemme – Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu dovrebbe presiedere il team ministeriale incaricato di definire il mandato e l’ambito di una commissione d’inchiesta governativa sugli attacchi del 7 ottobre 2023 condotti da Hamas, i più gravi nella storia dello Stato di Israele. Lo riferiscono diversi media israeliani, secondo cui il gruppo si riunirà per la prima volta lunedì 22 dicembre. Da parte dell’ufficio del premier non è arrivata, al momento, una conferma ufficiale, riferisce Nova.
L’iniziativa si inserisce nel percorso avviato dal governo per istituire una commissione d’indagine di propria nomina, dopo il rifiuto di Netanyahu e dei partiti della coalizione di governo di dar vita a una commissione statale d’inchiesta, lo strumento investigativo più autorevole previsto dall’ordinamento israeliano. I sondaggi indicano che una maggioranza dell’opinione pubblica sostiene la creazione di una commissione statale, ma il premier ha più volte sostenuto che un organismo di questo tipo sarebbe “pregiudizialmente ostile” all’esecutivo, in quanto guidato dalla magistratura, con cui il governo è da tempo in conflitto istituzionale.
Secondo quanto anticipato dalla stampa israeliana, una proposta di legge per istituire formalmente la commissione governativa sarà esaminata domenica dal Comitato ministeriale per la legislazione. Il testo prevede che sia il governo a stabilire i parametri dell’inchiesta e che i membri della commissione siano designati da maggioranza e opposizione. Quest’ultima, tuttavia, ha già annunciato che non collaborerà al processo; in tale eventualità, la legge attribuirebbe allo speaker della Knesset la facoltà di nominare i rappresentanti anche per conto dell’opposizione. La prospettiva che Netanyahu possa guidare il comitato incaricato di fissare i confini dell’inchiesta ha suscitato dure reazioni tra i leader dell’opposizione. “Mettere Netanyahu a capo del comitato che decide il mandato equivale a lasciargli scrivere direttamente il verdetto”, ha scritto su X Yair Golan, leader dei Democratici, parlando di un evidente conflitto di interessi. “Non sta cercando la verità, ma un alibi”, ha aggiunto, accusando il governo di voler scaricare le responsabilità su altri attori istituzionali o sociali.
Critiche sono arrivate anche da Avigdor Liberman, leader di Yisrael Beytenu, mentre Benny Gantz, capo di Unità nazionale, ha annunciato che il suo partito presenterà lunedì una mozione alla Commissione di controllo statale della Knesset per imporre la creazione di una commissione statale d’inchiesta. Secondo Gantz, un’indagine guidata dal governo rappresenterebbe “un colpo alla sicurezza” e un’offesa alle famiglie delle vittime. “Il fallimento deve essere esaminato a fondo, le lezioni apprese e la verità portata alla luce”, ha dichiarato.
Nel sistema israeliano, le commissioni statali d’inchiesta sono istituite con una decisione del governo o tramite la Commissione di controllo statale del parlamento, ma operano poi in piena autonomia dall’esecutivo, con ampi poteri di indagine. Un precedente tentativo di avviarne una era stato respinto lo scorso ottobre dalla stessa Commissione di controllo.













