K metro 0 – Roma – L’Azerbaigian è un “modello di multiculturalismo” in uno scenario internazionale caratterizzato da conflitti e tensioni, e vuole continuare a favorire il dialogo tra le confessioni religiose, a partire dalla Chiesa cattolica. Lo ha detto il Gran muftì del Caucaso, Allahshukur Pashazade, in un’intervista ad “Agenzia Nova” e a “Kalima”,
K metro 0 – Roma – L’Azerbaigian è un “modello di multiculturalismo” in uno scenario internazionale caratterizzato da conflitti e tensioni, e vuole continuare a favorire il dialogo tra le confessioni religiose, a partire dalla Chiesa cattolica. Lo ha detto il Gran muftì del Caucaso, Allahshukur Pashazade, in un’intervista ad “Agenzia Nova” e a “Kalima”, rivista di dialogo interreligioso fondata dall’editore italo-libanese Nizar Ramadan, che sarà pubblicata integralmente lunedì 3 novembre.
Il Presidente della Direzione dei musulmani del Caucaso, Pashazade si trova in questi giorni in visita a Roma e ha riferito nell’intervista del suo incontro con Papa Leone XIV, cui ha ribadito l’invito – già esteso al Pontefice dalla prima vicepresidente dell’Azerbaigian Mehriban Aliyeva, ricevuta in udienza in Vaticano nei giorni scorsi – a visitare Baku per l’inaugurazione, nel 2027, della seconda chiesa cattolica cittadina, che sarà intitolata a San Giovanni Paolo II.
Fu proprio quest’ultimo, nel 2002, a benedire la prima pietra della Cattedrale dell’Immacolata Concezione a Baku, inaugurata poi nel 2006 come prima chiesa cattolica nel Paese caucasico. L’ultimo Pontefice a visitare l’Azerbaigian era stato però Papa Francesco nel 2016.













