K metro 0 – Parigi – Confindustria francese sta preparando una missione di circa 200 imprese nel sud del Marocco, con tappa anche nelle province del Sahara Occidentale. L’iniziativa, che dovrebbe svolgersi entro le prossime settimane, è considerata a Rabat un segnale di fiducia nei confronti della stabilità e delle prospettive di sviluppo della regione.
K metro 0 – Parigi – Confindustria francese sta preparando una missione di circa 200 imprese nel sud del Marocco, con tappa anche nelle province del Sahara Occidentale. L’iniziativa, che dovrebbe svolgersi entro le prossime settimane, è considerata a Rabat un segnale di fiducia nei confronti della stabilità e delle prospettive di sviluppo della regione. Le aree meridionali del Paese, in particolare Laayoune e Dakhla, sono al centro di un piano di investimenti infrastrutturali e industriali sostenuto dal governo marocchino e volto a consolidare l’integrazione economica del territorio nel resto del Regno.
La missione francese si inserisce in un momento di particolare attenzione internazionale sul Sahara Occidentale. Ottobre sarà infatti un mese decisivo per il futuro della Missione delle Nazioni Unite per il referendum nel territorio (Minurso), istituita nel 1991 per monitorare il cessate il fuoco e promuovere una soluzione politica. Il Consiglio di sicurezza dell’Onu si è riunito ieri a porte chiuse a New York per discutere il rinnovo del mandato, in vista del voto previsto per il 30 del mese.
Il dossier resta complesso: Stati Uniti, Francia e Regno Unito hanno più volte espresso sostegno al piano di autonomia proposto da Rabat come base per una soluzione duratura, mentre Algeria e Fronte Polisario continuano a chiedere un referendum di autodeterminazione sotto piena supervisione delle Nazioni Unite. In questo contesto, il 50mo anniversario della “Marcia verde” e il dibattito sul futuro della Minurso conferiscono al mese di ottobre un significato politico e simbolico particolare.
Il Sahara Occidentale rappresenta tuttavia anche una regione ad alto potenziale economico. Oltre a ingenti riserve di fosfati, la zona dispone di ampie risorse energetiche rinnovabili, con parchi eolici e solari in via di espansione, e di aree costiere strategiche per la pesca e la logistica portuale. Dakhla, in particolare, è al centro di un ambizioso piano di sviluppo che prevede la costruzione di un nuovo porto atlantico multifunzionale, volto a rafforzare i collegamenti commerciali con l’Africa occidentale e con l’Europa.
L’Italia, da parte sua, segue con attenzione l’evoluzione della situazione, consapevole che una possibile svolta nel negoziato potrebbe aprire nuovi spazi economici nella regione. Diversi osservatori segnalano tuttavia il rischio che, in caso di accelerazione del processo politico, Roma possa trovarsi in ritardo rispetto ad altri partner europei già attivi nel sud del Marocco. La prospettiva di un riassetto politico del Sahara Occidentale – atteso già forse entro la fine del mese – potrebbe quindi ridefinire gli equilibri economici nell’area e offrire nuove opportunità di cooperazione per le imprese europee, in un contesto di crescente concorrenza e di rilevanza strategica per la sicurezza energetica e logistica del Mediterraneo.